giovedì 7 dicembre 2006

VASCO CESANA IN VIAGGIO PER DUNKERQUE

L’autostrada da Bruxelles si snoda veloce nella campagna fiamminga. Le frisone pascolano tranquille sui prati verdi, appena chiazzati da qualche ingiallimento. I primi polders si intuiscono dietro i filari dei pioppi e le sparse fabbrichette.
De wind uit het noordwesten, daar beneden, op zee, wordt striemend vandaag, het zal niet gemakkelijk zijn om op de dijk te wandelen .... Maar we moeten niet opgeven, en met wat moed en geluk, zullen we een fantastische dag beleven: De zomer is nog niet voorbij” si sente dire nella piazzola dell’autostrada affollata di auto e roulotte di famiglie fiamminghe che vanno in gita al mare. Chissà, pensa dentro di sè Vasco accendendosi una sigaretta, forse anche sul Mare del Nord ci possono essere splendide giornate ed è vero, l'estate non è finita. Dopotutto, è ancora tempo di vacanze. Ma il germano nello stagno di fronte è già in eclisse e, là in fondo, dietro la fattoria, uno stormo di oche selvatiche sembra essere già in migrazione.
Dopo Ostende, la piccola auto stenta a tenere la strada, ormai sgombra di veicoli. Gli alberi e i cespugli, immobili dopo mille tempeste, non rivelano la forza del vento che dal Mare del Nord sferza le piatte distese che lo custodiscono dagli sguardi dei passanti. Di tanto in tanto l’orizzonte è ravvivato da profili di villaggi raccolti intorno ai loro Beffroi.
Laggiù, infine, ormai nella terra dei 130 km/h, dietro la città ed i suoi Beffroi ricostruiti, si staglia il profilo arcigno della più grande acciaieria d’Europa che si protende verso il mare come una fortezza, un baluardo in difesa del lavoro del Nord, dove migliaia di operai e tecnici resistono e si battono contro le tempeste del mare globale solcato da flotte cinesi, capitali indiani ed idraulici polacchi.


“A meno che non siate gli unici appassionati di edifici in mattoncini degli anni 60 o di grandi complessi industriali in smantellamento there is not to much to see and do nella regione del Nord-Pas de Calais che costituisce principalmente una zona di transito per i viaggiatori diretti o provenienti dalla Manica” Con questi toni promettenti e lievemente anglofili la Lonely Planet accoglie i visitatori che si recano nella regione di Dunkerque. Vasco Cesana vi resterà 28 mesi.
Vasco Cesana arriva a Dunkerque in “assegnazione” presso uno stabilimento industriale della propria azienda. Più precisamente Vasco Cesana è un “distaccato”, inviato per un certo periodo dalla casa madre per svolgere un certo compito o progetto per poi tornare o andare in altra sede. In effetti lui pensa soprattutto alla prima ipotesi. Nel suo caso è, per molti aspetti, ma non per tutti, un privilegiato: mantiene la sua posizione in sede potendo essere abbastanza libero di organizzarsi, non solo, è lui che decide, o meglio, elabora e propone, per conto dell’azienda, le condizioni che si applicano agli espatriati e quindi anche a lui stesso. Privilegio questo puramente teorico in quanto nulla e nessuno potrà mai portarlo a chiedere per sé più di quanto gli sia applicabile o, in qualche modo, dovuto. Diciamo che perlomeno non riceverà, da questo punto di vista, delle fregature. Applicherà a se stesso il principio della politica aziendale, da lui inventata, “no frills, no costs”. Avrà quindi una macchina, piccola, un appartamento, medio, ed uno stipendio, buono. E non potrebbe essere altrimenti avendo impegnato discrete energie nella sua carriera a spiegare al personale la bontà degli stipendi offerti. Gli piace trattarsi decentemente, in particolare a tavola, ma non è uno che ama spendere. Viene da una terra nella quale fino a poco tempo fa, e forse ancora adesso, la gente viveva in garage per non consumare il soggiorno. Certo oggi tutto questo è più complicato perché si fa fatica a far stare in garage la famiglia a fianco dei SUV e degli Humvee, come se, invece che in Brianza, si presidiasse un avamposto iracheno nel triangolo sunnita. Però questi veicoli, con le loro imponenti fatture e costi deducibili consentono di non fare lievitare il reddito imponibile e scaricare l’IVA. Della Francia ha sempre avuto una buona opinione, consolidata in anni di degustazioni di Roquefort e Coquillages, preferibilmente non insieme. Non esistono in effetti paesi dei quali abbia una cattiva opinione, a parte qualche volta il proprio, nonostante gli eccellenti insaccati. Anzi, uno degli aspetti che lo affascinano di più del suo nuovo assignment è quello di poter avere 5 paesi a portata di mano, a meno di 2 ore di auto o treno e di trovarsi al centro dell’Europa.