martedì 29 luglio 2008

La Regina delle acque


Piazza Navona: La fontana dei fiumi

La grandezza di Roma antica fu il risultato di molte cose insieme. Su tre punti però i romani antichi gettarono le basi della loro potenza con una visione ed una tecnica incredibilmente avanzate per l’epoca: la qualità e solidità delle infrastrutture e degli edifici, la rete viaria e logistica e le opere idrauliche.

Delle prime sono innumerevoli le testimonianze giunte fino ai nostri giorni, la rete viaria è ancora esistente in alcuni tratti ancora allo stato, come l’Appia antica, e le terze sono di fatto ancora sfruttate per molti aspetti nella Roma moderna. Vasco, che non è appassionato di ingegneria, si accorge di questa grandezza perdurante nei secoli quando, nelle calde serate estive e nelle sue lunghe passeggiate serali, osserva la frequenza con la quale sono disseminate per la città fontanelle d’acqua, molte risalenti all’antichità; la grandezza poi diventa eterna quando si disseta da esse e scopre con sempre rinnovato stupore la freschezza e la bontà dell’acqua che sgorga a getto continuo dalle fontane di Roma. Vasco non scambierebbe con nessuna bibita al mondo una sorsata dalla fonte dell’Acqua Marcia, in un angolo del Campidoglio verso i Fori. Questo luogo già nell’antichità era il centro dell’Urbe, e la fonte probabilmente era già presente quando qui sorgeva il Tempio di Giove Ottimo Massimo. Pochi metri sotto, il punto considerato dagli antichi l’Ombelicus Mundi. La fonte di quest’acqua è la storia e la sorgente da cui si alimenta la notte dei tempi. La temperatura alla quale sgorga è, in qualsiasi periodo dell’anno, quella ideale per dissetare, al giusto livello di freschezza per poter essere bevuta in quantità e per soddisfare le seti più inestinguibili, come quella di Vasco dopo ore di cammino nel centro di Roma magari dopo aver mangiato un abbondante abbacchio con patate. Anche a casa l’acqua del rubinetto è sempre fresca e gradevole e l’acqua minerale in bottiglia è assente nel suo appartamentino di Colle Oppio. Le acque minerali di Roma e zone limitrofe sono però anch’esse eccellenti e, grazie alle origini vulcaniche della zona, sono ricche di sali minerali e di gusto. La migliore secondo Vasco è senza dubbio l’Acqua di Nepi, effervescente naturale quanto basta e con il giusto livello di salinità per esaltarne la bevibilità e appagare il bisogno di reintegro di sali minerali senza il sentore di componenti invadenti. Vasco la mette tra le migliori al mondo e si rammarica della sua scarsa diffusione al di fuori del Lazio. Non è l’unica, anche la Egeria e la Claudia, prodotte addirittura all’interno del territorio di Roma, sono ottime. Vasco non può non ricordare queste parole che scrisse a proposito di Roma regina aquarum il suo quasi compaesano Plinio il Vecchio "Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso".