lunedì 27 giugno 2011

APPUNTI DI VIAGGIO DA MAUI, ISOLE HAWAII 2 – Haleakala e spiagge

Silversword (Argyroxiphium sandwicense), Haleakala National Park, Maui-4/6/2011


(segue da post “Nel mezzo del Pacifico”)
Le Hawaii sono un posto che induce al relax ed a non farsi prendere dalla frenesia escursionista. La bellezza e la varietà delle spiagge, degli ambienti, delle condizioni meteo e del mare, rendono una settimana di visita poco perfino per l’isola di Maui, che è solo una delle isole dell’arcipelago. Probabilmente un periodo corretto per una visita abbastanza esauriente dei luoghi più interessanti delle principali isole è quello di passarci 15-18 giorni al netto del viaggio, con 6 giorni a Maui e Big Island ciascuna, 2 a Oahu, dalla quale bisogna comunque passare per andare a Big Island, ed i restanti giorni da dedicare alle più isolate ma consigliate Kauai o Molokai. Arrivando dall’Europa, uno stop over di un paio di giorni in California ci sta sempre bene, completando così un bel circuito di tre settimane che, potendo, si può fare in qualsiasi periodo dell’anno, dato il clima delle zone interessate, evitando magari i periodi in cui i costi dei biglietti sono più alti. Vasco Cesana e consorte hanno avuto a disposizione una settimana concentrandosi su Maui e dando il giusto spazio alle spiagge ed al mare. Tra le escursioni, oltre alla Hana Road ed alla costa nordoccidentale dell’isola, hanno partecipato a quella sull’Haleakala ed a quella in barca sull’isola di Lanai, integrate da qualche visita in auto sulla costa settentrionale ed orientale, inclusa l’interessante cittadina di Lahina, ex capoluogo ottocentesco baleniero delle Hawaii.





Alba sull'Haleakala, Maui, Hawaii 4/6/2011



Con riluttanza, Vasco ha partecipato ad una escursione organizzata al vulcano Haleakala all’alba. Tutte queste escursioni partono ad un orario improponibile, le 3 a.m., per essere sulla cima del vulcano prima dell’alba, alle 5, quando le condizioni in cima al vulcano sono terrificanti: fa un freddo cane, c’è un sacco di gente e non si vede una mazza. L’alba sopraggiunge infine alle 5,30. Quando finalmente le pendici ed i crateri del vulcano cominciano ad essere illuminati da una stupenda luce obliqua, che ne esalta i contorni ed i colori, tutti partono e l’escursione volge al rientro…Vasco, che già non ama particolarmente le albe, non essendo una morning person, aborrisce questi pseudo-appuntamenti costruiti artificialmente ad uso turistico. Le albe poi gli sembrano un po’ tutte uguali e, per la verità, se ne ricordava una migliore di questa sul Monte Cornizzolo, nelle Prealpi lecchesi. Però, in quella occasione, non si ricorda di avere incontrato hawaiani che avessero fatto un volo di 27 ore per venire a vedere il sorgere del sole sulla Brianza.

La strada per la Haleakala presso la cima, m.3050 - 4/6/2011
Veduta della caldera dell'Haleakala, Maui - 4/6/2011



La salita all’Haleakala, con la ampia strada che parte dal livello del mare risalendo prima tra boschi di eucalipti, poi tra i verdissimi pascoli dell’Upland Maui portandosi, dopo l’entrata nel Parco Nazionale, sui contrafforti più alti del vulcano nei pressi della cima ad oltre 3000 metri, è comunque bellissima. Per gustarla basta evitare l’alba, noleggiare un’auto e partire intorno alle 5 dalle località della costa meridionale di Maui. Cosa che Vasco ha fatto il giorno dopo. Consigliabile comunque partire presto perché a quanto pare le prime ore del giorno sono quelle che hanno meno probabilità di passaggi nuvolosi sulla cima che possono portare ad una visibilità perfino prossima allo zero. Si possono fare anche ampie escursioni a piedi all’interno della straordinaria, enorme, caldera multicolore costellata di crateri ma, per questa volta, Vasco si è limitato ai percorsi a piedi più corti in prossimità dei viewpoint. Nei pressi della cima ha osservato con stupore meravigliato le silversword (Argyroxiphium sandwicense), la rara pianta endemica che, nel mondo, cresce solo sulle pendici dell’Haleakala. Guardando le sue foglie a forma di spada argentata che si irradiano dal centro le sembrano, muovendosi con il vento, quasi vive, pulsanti, vagamente minacciose. Quasi delle creature aliene come quelle che si vedono in Star Trek quando l’Enterprise arriva sul pianeta sbagliato.

Vedute sull'sola di Lana'i, Hawaii, 29/5/2011


Le spiagge di Maui sono giustamente famose e tutte interessanti, grazie alla loro varietà. Quelle del lato sud sottovento sono quelle più balneabili essendo quelle più riparate dai venti e dalle correnti oceaniche. Le spiagge di Wailea, collegate da una panoramica passeggiata a mare tra resort, ville e vegetazione tropicale, sono molto gradevoli. Tra novembre ed aprile dalla passeggiata si possono osservare direttamente le megattere o Hampback Whale. A giugno le megattere sono già migrate nelle acque nordiche, però Vasco dalla passaggiata ha osservato, oltre a diverse specie di uccelli, le tartarughe di mare che all’imbrunire si avvicinano alla battigia. Anche in questa zona comunque le condizioni del mare, a parte la temperatura dell’acqua che è sempre ideale per i bagni 365 giorni all’anno, possono variare: a Polo Beach, dove soggiornava, Vasco si è cimentato un giorno in un bagno con onde che raggiungevano le ragguardevoli dimensioni di 3-4 metri. In quel caso ha applicato la tecnica appresa da ragazzo nei giorni di burrasca nel mar ligure: approccio graduale con controllo della forza del risucchio sulla battigia desistendo senza indugio quando questa appare incontrollabile, sguardo vigile sull’orizzonte ed analisi tecnica delle onde in avvicinamento. Al sopraggiungere dell’onda, valutazione e decisione se immergersi verso il largo, nel caso in cui l’onda appaia troppo forte, o verso la riva se appare gestibile, facendosi trascinare a riva dal suo infrangersi. Il tutto naturalmente stando attenti a non travolgere o farsi travolgere da altri bagnanti o, peggio, da alcuni surfisti locali dalla stazza pari ad una prima linea della nazionale di rugby delle Fiji, isole con le quali peraltro gli hawaiani originari sono lontanamente imparentati.





Immagini da Big Beach, Maui, Hawaii, 5/6/2011


Presso Lahina Beach, Maui - 29/5/2011


Non lontano da Wailea, poco dopo Makena, da non perdere è Big Beach, lunga striscia di sabbia finissima molto gradevole. Qui le onde sono diverse, corte ma spesso molto potenti, infrangendosi con violenza in prossimità della battigia. In questa che è la patria originaria del surf (cosa che venne notata già da James Cook quando arrivò la prima volta alle Hawaii), ogni spiaggia soddisfa le diverse vocazioni surfistiche. Big Beach è la preferita per quello “aerial”, che si pratica scivolando sulla battigia andando incontro all’infrangersi dell’onda per poi proiettarsi acrobaticamente in aria. Vasco qui ha fatto un bagno piuttosto veloce, dopo aver notato che in quel giorno le sue tecniche lombardo-liguri di affrontare l’onda si dimostravano palesemente insufficienti contro la potenza del Pacifico. Il bagnino poi, che continuava a ripetere dall’autoparlante i possibili danni di un’onda presa male (“rottura del collo, rottura delle gambe, danni irreversibili alla spina dorsale” etc.) non aiutava particolarmente la sua serenità in acqua. I locali invece, anche ragazzini, ci sguazzavano con tranquillità, ma loro ci erano nati in quelle onde e l’oceano è da sempre il loro habitat naturale. Onde più dolci e prolungate, ideali per chi vuole cimentarsi con il surf senza rischiare l’osso del collo, si trovano sulle spiagge di Lahina, dove infatti sono ubicate le principali scuole di surf aperte ai principianti.

Nella parte settentrionale di Maui invece, quella sopravento, ci sono i punti più tosti. Come Jaws, dove, nei mesi invernali, le onde possono superare l’altezza mostruosa di 20 metri. Anche nel periodo della sua visita, ad inizio giugno, Vasco, guardando l’oceano letteralmente aggredire la linea costiera, non ha mai sentito molto il bisogno di un tuffo da questa parte dell’isola. I panorami e la forza della natura oceanica però lo hanno affascinato. Concludendo la sua settimana a Maui si sofferma a guardare in controluce il ribollire del Pacifico di fronte alla spiaggia di Ho’okipa: laggiù, in lontananza, un minuscolo uomo in windsurf veleggiava solitario nelle ribollenti acque oceaniche ricordandogli l’immensità del Pacifico al suo cospetto. Sotto, un ragazzino hawaiano se ne stava tranquillo sul suo surf ad aspettare la sua onda. Come da secoli le genti di qui sono abituate a fare. Nonostante il Capitano James Cook e tutto quello che è successo dopo. Nell’indifferenza del Generale Oceano che continua a scagliare le sue onde tremende e bellissime contro questi lembi di terra vulcanica che tenacemente vi si oppongono.

Ho'okipa Beach, Maui, 5/6/2011

sabato 11 giugno 2011

NEL MEZZO DEL PACIFICO: APPUNTI DI VIAGGIO DA MAUI, ISOLE HAWAII (1)

Flying over the ocean - Un pesce volante tra Maui e Lana'i, Hawaii, 31/5/2011



1-Impressioni generali e Road to Hana

Dopo un periodo di intensi impegni, lavorativi e non, che lo hanno visto anche trascurare un po’ il suo blog, Vasco Cesana, grazie ad una serie di circostanze favorevoli da ascrivere esclusivamente al merito della consorte, viene a trovarsi nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, approdando a Maui, isola delle Hawaii, il cinquantesimo degli Stati Uniti d’America, il ventesimo da lui visitato in terra americana. In effetti, avvicinandosi alle Hawaii, di terra se ne vede poca. Sbirciando dall’oblò del 767, con le palpebre appesantite dalle oltre 20 ore di viaggio tra voli e tempi d’attesa negli aeroporti, e le ginocchia livide dagli impatti con gli angusti spazi della economy class Continental, Vasco intravede una grande, sterminata,distesa di acque. Sono ben 5 infatti le ore di volo sull’oceano che separano Los Angeles dall’aeroporto di Kahului, nell’isola di Maui. Una distanza come nessuna altra al mondo dalla più vicina massa continentale.


“Ma che c’azzeccano le Hawaii con gli USA?”, si chiede Vasco, a pupille ormai socchiuse. Sono talmente isolate che nemmeno i grandi esploratori del XV-XVI secolo le avevano raggiunte. Solo nel 1778 il capitano James Cook ci arrivò e, ripassandoci nel 1779, ci rimase. Nel senso che, a causa di una serie di misunderstanding, diremmo oggi, interculturali, venne fatto fuori dagli hawaiani locali che ne spolparono, in segno di deferenza, le ossa rilucidandole per essere tenute come icona religiosa. Le isole erano abitate da una popolazione indigena evoluta, che non aveva mai sofferto di scarsità di cibo e risorse, abbondantemente fornite dalla natura rigogliosa delle isole, autosufficiente e completamente isolata, a parte gli scambi ancestrali con i popoli delle altre isole del Pacifico dai quali essa stessa proveniva, piuttosto battagliera, tanto che i re isolani, dopo gli arrivi degli europei, ne avevano assoldati alcuni come consulenti militari per combattere le altre isole nemiche delle Hawaii. Ancora nel 1893 le Hawaii erano rette da una monarchia dinastica locale molto integrata con le diverse etnie vecchie e nuove delle isole ma, negli anni successivi si instaurò, in modo piuttosto rocambolesco e dando luogo a battaglie parlamentari nella capitale americana degne della migliore tradizione washingtoniana, una repubblica indipendente che gradualmente avrebbe portato all’annessione agli USA, nel 1898, quando ormai stava diventando evidente il valore strategico delle Hawaii per il controllo del Pacifico. Cosa perfettamente nota peraltro all’ammiraglio Yamamoto quando, nel 1941, ordinò l’attacco a Pearl Harbour, nell’isola di Oahu, vicino ad Honolulu.


All’arrivo al Resort che lo ospiterà, il Fairmont Kea Lani, a Wailea, alle spalle della suggestiva Polo Beach, Vasco Cesana si rivitalizza degustando un’ottima granita di papaya, guardando dal grande balcone le luci del crepuscolo specchiarsi sull’oceano e sulla baia, tonificato dalla lieve brezza della sera hawaiana e dal fumo di un paio di sigarette che finalmente può aspirare con voluttà dopo il lungo viaggio no smoking, cosa questa che alle Hawaii va fatta con attenzione. Infatti è vietato fumare praticamente ovunque, anche all’aperto, ponendo dubbi interpretativi se qui si possa effettivamente fumare o se, per poter fumare una sigaretta, sia necessario prendersi una piroga e pagaiare fino alla Polinesia Francese, soggetta alle ben più blande leggi in materia de la Republique. La rigenerazione si completa assaggiando l’ananas di Maui trovato nel cesto in camera: semplicemente straordinario, nulla di paragonabile a quanto reperibile nei mercati europei.


Imbrunire dal terrazzo della camera al Fairmont Kei Lani, Maui


Polo Beach, Maui, Isole Hawaii - 29/5/2011


Zona relax lungo la passeggiata a mare di Wailea, Maui, 29/5/2011


La conformazione di Maui è molto particolare: due massicci vulcanici che si inerpicano quasi verticalmente dall’oceano, uniti da un istmo pianeggiante. L’isola, come tutte le altre dell’arcipelago, è emersa dall’acqua proprio con il susseguirsi, nei millenni, delle eruzioni vulcaniche. I massicci vulcanici sono diventati così l’unica massa di terra emersa a fronte di migliaia di km. di oceano. Data la loro altezza, 3055 m.s.l.m. la cima del vulcano orientale, l’Haleakala e 1764 m.s.l.m. quello occidentale, si ergono contro le nuvole di passaggio sull’oceano ed i venti che le accompagnano creando, qui come nelle altre isole hawaiane, un ecosistema unico caratterizzato da una ricchezza d’acqua incredibile per via delle abbondanti piogge, quasi giornaliere, che si riversano in quota alimentando la foresta pluviale sulle pendici e, da sempre, il sistema agricolo e le riserve d’acqua dolce per gli abitanti che vivono a ridosso del mare, inclusi oggi i numerosi resort e le stesse bottiglie di buona acqua minerale hawaiana che si trovano in giro.


Il vulcano occidentale dell'isola di Maui 31/5/2011


Le caratteristiche climatiche sono quindi sostanzialmente diverse tra le zone in quota (molto piovose e piuttosto fredde, anche con temperature prossime allo zero), zone basse sopravento, più esposte ai forti venti ed alle possenti onde oceaniche (il lato nord dell’isola) e le zone basse sottovento (buona parte del lato sud dell’isola), piuttosto riparate, prevalentemente soleggiate e con temperature miti tropicali tutto l’anno e mare generalmente più balneabile, con onde più gestibili ed una temperatura dell'acqua godibilissima. Quasi tutti i principali centri turistici di Maui sono quindi sulla costa sud-sud ovest, che risulta così in gran parte occupata da grandi resort oltre che da abitazioni e ville di rockstar e facoltosi pensionati, come nella zona di Wailea, una delle più esclusive. C’è insomma una forte pressione turistica di stampo soprattutto nordamericano ma l’isola è abbastanza grande da consentire, almeno per ora, una certa dispersione. Percorrendo la litoranea meridionale, Vasco la trova trafficata ed un po’ noiosa, con il suo alternarsi di resort, shopping center, campi da golf e resa oltretutto interminabile dai rigidi limiti di velocità statunitensi. Come già ha avuto modo di notare in molte altre occasioni, il “modello” americano gli genera reazioni contrastanti: da un lato lo sviluppo urbanistico, anche se qui nel genere hawaiano/facoltoso e con una certa indiscutibile eleganza, segue canoni molto standardizzati dandogli una sensazione di “artificialità” e di monotonia che un po’ lo stufano, dall’altro quel mix di organizzazione, entusiasmo e serietà con la quale vengono fatte le cose gli suscita un sincero sentimento di ammirazione e simpatia.


Kana'e , Maui, Isole Hawaii 2/6/2011



Lungo la Hana Road, Maui, 2/6/2011



Un esempio? Le spiagge, sempre conservate e mantenute perfettamente pulite nel loro stato naturale ed accessibili a tutti, anche in prossimità dei resort. Un altro? La capacità di conservare e ripristinare l’ambiente naturale che consente di veder convivere, anche a Maui, zone di sviluppo turistico intensivo con zone naturali assolutamente selvagge. Chi altro potrebbe spendere 16 milioni di dollari per proteggere il corvo delle Hawaii, del quale ne erano rimasti solo tre allo stato libero e poche decine in cattività? E, dopo gli sforzi per riuscire a farlo riprodurre in cattività, vedere il primo corvo rilasciato finire quasi subito negli artigli di una rara poiana hawaiana… Nonostante questo gli sforzi continuano, anche se nel frattempo si sono perse le tracce anche degli ultimi tre corvi allo stato libero. Gli itinerari classici di Maui consentono di vedere un po’ tutto questo, a parte il corvo (che era comunque a Big Island, non a Maui).



Lungo la Hana Road, Maui 2/6/2011

Veduta da una grotta nel Parco di Wai'anapanapa, Maui, 2/6/2011



Il circuito della Road to Hana, che costeggia la zona nord ovest dell’isola, in un ambiente assolutamente selvaggio e percorso da cascate che scendono dalle pendici tra la foresta pluviale, è sicuramente da fare. Per una volta Vasco lo percorre con una visita organizzata, cosa che potrebbe essere consigliabile per osservare meglio il paesaggio senza dover essere concentrati sulla guida. A patto di prendere accordi con i driver dei minibus turistici affinchè stiano zitti. Cosa molto difficile perché per una qualche ragione di carattere probabilmente culturale i driver accompagnatori qui si sentono in dovere di parlare ininterrottamente dal primo all’ultimo minuto della visita intercalando dettagli spesso inutili con battute gergali e parole hawaiane, sollevando nel visitatore non madrelingua pulsioni omicide o lasciandolo in uno stato confusionale, stordito e senza più fiducia nelle proprie competenze linguistiche. I posti migliori, come Ke’anae ed il Wai’anapanapa State Park sono comunque oggetto di sosta e visita. E’ importante informarsi sulla percorribilità dell’anello completo che porta dalla Hana Road alla costa sud dell’isola percorrendo un lungo sterrato che costeggia l’oceano e si congiunge poi alla Pi’ilan Highway. Nel tratto iniziale, asfaltato, dopo Hana si attraversa la Kipahulu Valley, la valle più intatta di Maui dove, nella parte superiore, a riserva integrale, sono presenti gli ultimi tratti integri di foresta originaria hawaiana non colonizzate da specie introdotte e, nella parte inferiore, una serie di bellissime cascate e pool naturali di acqua limpida che scendono verso il mare.


Zona di Hana, Maui, 20/6/2011


Kipahulo valley, Maui, Isole Hawaii - 2/6/2011


Cavalli al pascolo lungo nella zona di Kaupo, Maui - 2/6/2011




Poi, se non ci sono forti piogge o tempeste tropicali che renderebbero il passaggio pericoloso, si può iniziare un lungo sterrato che attraversa una serie di ambienti diversi tra stupende vedute oceaniche. Vasco ha trovato questo tratto di strada, che si insinua solitaria e senza turisti tra le ripide pendici del vulcano e gli immensi spazi del Pacifico tra rocce, colate laviche, cascate, pascoli verdissimi e zone quasi desertiche, accompagnata dal fragore spumeggiante delle onde oceaniche uno dei più affascinanti percorsi costieri del mondo, sentendosi abbarbicato sull’unica terra emersa tra lì e Tahiti, con 5000 km. di mare davanti. (segue)

Lungo la costa sudorientale di Maui - 2/6/2011



Lungo la costa sudorientale di Maui - 2/6/2011