sabato 31 dicembre 2011

Escursioni in Libano: da Beirut alla Valle dello Chuf



Foresta di Cedri nella riserva di Al-Chouf, Libano, agosto 2011
La costa a sud di Beirut appare decisamente più invitante, dal punto di vista paesaggistico, rispetto a quella settentrionale. La costa, una volta superati i quartieri sciiti intorno nei pressi dell’aeroporto, non è ancora segnata dalle colate di cemento che caratterizzano la linea costiera a nord di Beirut e lo scenario diventa quello, sempre più raro, di una costa mediterranea abbastanza integra, a parte le cluster bomb e le mine che forse ancora si nascondono in qualche area anche se ci dicono che tutto dovrebbe essere stato bonificato. Per questa volta comunque Vasco Cesana e consorte decidono di non rischiare e, pur proponendosi di tornarci in futuro, si dirigono dopo qualche km verso l’interno risalendo la valle dello Chuf. 
Deir Al-Qamar, Valle dello Chuf, Libano, 12 agosto 2011

Deir Al-Qamar, Valle dello Chuf, Libano, 12 agosto 2011
La valle si presenta verdissima e gli insediamenti hanno mantenuto un aspetto tradizionale a partire dallo splendido capoluogo Deir al-Qamar. Ulivi, lecci, pini marittimi, fiori, orti, spezie, profumi, case basse in pietra, ruscelli e, lassù in alto, il verde che spicca sulle rocce chiare dell’ultima, grande, foresta di cedri del Libano. Verrebbe da dire, il Mediterraneo, la culla delle civiltà, al suo meglio. Ma, va ricordato, anche un luogo dove durante la guerra civile si sono verificati incredibili massacri e dal quale, dalla cima di queste verdi colline, tuonava l’artiglieria pesante di Walid Jumblatt contro i mutevoli nemici della milizia drusa. Della guerra oggi apparentemente non si vedono tracce e, segno confortante della caparbietà libanese nella ricerca di una convivenza, anche i cristiani sono tornati e chiese e Madonne fanno capolino nei villaggi di questa valle-feudo dei drusi. Vasco ha la netta impressione che questa area sia anche meglio amministrata di altre zone del Libano ma le sue conoscenze dei drusi non gli consentono di fare considerazioni politico-culturali: basti dire che la loro religione, di lontana origine islamica ma pare anche con elementi cristiani ed ebraici, è avvolta nel mistero, che non hanno luoghi di culto, che il loro leader Walid Jumblatt, membro dell’Internazionale socialista, è alleato ora dei partiti cristiani nel governo ed anti-siriano dopo essere stato filo-siriano ed anti-cristiano durante la guerra. Insomma il Mediterraneo con tutte le sue storie terribilmente complicate e non prive di fascino. E, naturalmente, molto “levantinismo”, termine nel quale i libanesi orgogliosamente si riconoscono anche per un forte anelito a confrontarsi, da questa prospettiva identitaria, con la vecchia Europa e, in particolare, la Francia. Uno dei quotidiani più diffusi è in francese e si chiama, appunto, “L’Orient, ce jour”.


Parco Nazionale dei Cedri. Valle dello Chuf, Libano, 12 agosto 2011
Assolutamente da vedere nella Valle dello Chuf, oltre a Deir al-Qamar, è il Parco nazionale dei Cedri che Vasco visita in auto con brevi passeggiate a piedi su sentieri segnalati. Una visita purtroppo piuttosto veloce, dato il poco tempo a disposizione, ma sufficiente per notare che, è vero, di Cedri nel Libano ne sono rimasti pochi però questo Parco ospita ancora lembi di foresta di una certa estensione con molti alberi giovani in ricrescita spontanea. Insomma, una natura ancora vitale anche se confinata in questa area protetta preservata dalla famiglia Jumblatt. I cedri più vetusti, alcuni dei quali vecchi di oltre duemila anni, sono bellissimi nel loro profilo contorto che spicca sull’azzurro del cielo percorso da una fresca e profumata brezza d’altura. Vasco rileva però che alcuni esemplari di Cedri del Libano cresciuti nei giardini delle ville brianzole superano in altezza ed imponenza i cedri cresciuti naturalmente nella loro terra d’origine. Che la valle del Lambro sia un habitat migliore per i cedri della  valle dello Chuf? La spiegazione forse sta nel fatto che l’habitat originario dei cedri era a quote più basse e che questi sono areali residui sopravvissuti in condizioni difficili mentre le foreste più prossime al mare erano state intensamente disboscate già in epoca fenicia. Vasco comunque si riserva qualche approfondimento botanico in materia.

Uno dei cortili del Palazzo di Beiteddin, Libano, 12/8/2011
Tornando a valle l’altra visita d’obbligo è quella al Palazzo di Beiteddin, mirabile esempio di architettura moresco-rinascimentale fatto costruire nel ‘700 con l’ausilio di architetti italiani, oggi adibito anche a residenza estiva del Presidente della Repubblica libanese.  Molto suggestiva la sequenza di cortili abbelliti da fontane rigogliosi e circondati da freschi giardini mediterranei. Nei locali del sotterraneo e nei giardini è allestita una delle più importanti collezioni di mosaici bizantini al mondo, perfettamente conservati.


Mosaici di epoca bizantina conservati nel Palazzo di Beiteddin, Libano, 12/8/2011
Sulla via del ritorno, grazie al prezioso suggerimento dell’autista sciita, Vasco e consorte vengono portati a fare merenda in una locanda lungo lo strada, dall’altro lato della collina rispetto al palazzo di Beiteddin. All’ombra di un pergolato accarezzato da una lieve brezza tonificante, affacciato su un rigoglioso orto circondato da profumatissimi cespugli di gelsomino, Vasco assapora la migliore manakish b’zaatar, la pizza bianca al timo tipica del Libano,  fino ad allora assaggiata nel paese dei cedri. Chiaccherando in un classico mix libanese di lingue con il proprietario che gli decanta la bontà dei prodotti della zona, questi gli chiede di portare i saluti al nipote frate trappista in un’abbazia italiana. Vasco  annuisce, satollo. Il suo pensiero non può non andare a queste storie di uomini, sapori e profumi che si inseguono, al di qua ed al di la del Nostro Mare. Sapori semplici calati in storie complesse da capire ma che seguono percorsi atavici ed affascinanti, resistendo a tutte le crisi, al di qua ed al di là del Litani, al di qua ed al di là della valle dello Chuf.
"Mediterraneo", Valle dello Chuf - Libano, 12 agosto 2011

giovedì 29 dicembre 2011

Escursioni in Libano: da Beirut a Baalbek passando per Aanjar


Colonne del Tempio di Giove Eliopolitano - Baalbek, Libano, 10 agosto 2011
Le ridotte dimensioni del Libano consentono, con escursioni in giornata da Beirut, di visitare buona parte dei luoghi più interessanti del paese. Una delle escursioni più avvincenti è quella a Baalbek, ad una settantina di km da Beirut. Lasciando la città si sale sul Monte Libano percorrendo la Beirut-Damasco, strada di grande traffico e grandi traffici. Le pendici del Monte sono punteggiate in modo invasivo da abitazioni e palazzi, alcuni dei quali adibiti a residenze estive di Emiri e dignitari dei paesi del Golfo, che vengono qui alla ricerca della frescura delle alture mediterranee. Poi, finalmente, gli insediamenti si diradano e la strada discende nella fertile, fin dai tempi dei romani, valle della Bekaa, allora granaio dell’Impero ed oggi ancora importante zona di produzione ortofrutticola, incluse varietà di “verdure” libanesi un po’ particolari.. 

Campi coltivati nella valle della Beeka - Libano, 10/8/2011

La valle è in parte controllata da Hezbollah, soprattutto intorno a Baalbek, dove nel 2006 vi furono estesi bombar-damenti israeliani incluso un attacco all’ospedale dove si pensava fossero custoditi i soldati rapiti nell’azione che aveva dato avvio ai combattimenti di quell’anno. Anche qui comunque non si è in una situazione monoculturale, infatti lungo la strada si incontrano anche villaggi e chiese cristiane. Molto forte è la presenza armena, in particolare nell’area di Aanjar, con i rari resti conservati di una città dell’epoca omayyade (ca.700 dc). Il luogo affascina molto Vasco Cesana: le solitarie rovine spiccano in una limpidezza assoluta, rivelando le trame architettoniche di un’epoca ancora incerta tra elementi arabi e bizantini, tra storia antica e medioevale, tra oriente ed occidente; in giro: nessuno. Fuori dall’area archeologica un nerboruto rappresentante in bandana di non si sa quale comunità sorseggia una limonata a bordo di un moderno mezzo ATV con allestimento tattico: i portaoggetti configurati non sembrano fatti per portare la spesa ma inequivocabilmente mitragliatori e lanciagranate. La storia contemporanea veglia sulla storia antica. Le incertezze dell’epoca omayyade sono ancora tutte lì. 

Lungo il Cardo Massimo di Aanjar - Libano, 10/8/2011

Gran Palazzo del Califfo, Aanjar - Linao, 10/8/2011
  

Grande Moschea nell'abitato di Baalbek - Libano, 10/8/2011
La strada fino a Baalbek è contrassegnata da manifesti ed insegne propagandistiche di Hezbollah. Nei campi a fianco lavorano, da tempo immemorabile, gli zingari che allestiscono qui i loro accampamenti nomadi nelle stagioni del raccolto. Qua e la qualche chiesa cristiana fa capolino mentre poco prima della zona archeologica di Baalbek spicca la grande moschea blu della città.


La base del tempio di Giove a Baalbek - Libano, 10/8/2011


Per una visita non affrettata delle rovine dell’antica Heliopolis o Città del Sole sono necessarie almeno due ore. Il sito è veramente impressionante: le colonne del tempio di Giove Eliopolitano sono enormi e l’intero complesso racchiude in sé una serie di stili e disposizioni particolari che risalgono alle origini perse nel tempo di quando il luogo iniziò ad essere di culto e dedicato alla devozione al dio Baal oltre 4000 anni fa. Nel corso dei secoli le pratiche ataviche sembra che siano proseguite venendo inglobate ed aggiornate nei nuovi culti delle dominazioni delle diverse epoche, prima con la conquista da parte di Alessandro Magno il quale attribuì alla città il nome di Heliopolis e poi dai romani che reintitolarono il tempio a Giove facendone uno dei più grandi, forse il più grande, dell’Impero a dimostrazione della loro potenza in questa irrequieta area di confine. Come per altri templi dell’antichità anche per il complesso del tempio di Baal-Zeus-Giove si sono dispiegate le più svariate interpretazioni sulle sue origini. Rimane il fatto che le analisi svolte dall’archeologia ufficiale fanno fatica a spiegare come siano state preparate e trasportate le immense lastre di pietra alla base del tempio. Le più grandi pietre lavorate intere della storia dell’umanità. Si dice. Ammesso che quelli che le lavorarono fossero veramente umani.


Le Esedre del Grande Cortile del tempio di Giove, Baalbek


Le teste di leone e di toro ornavano il perimetro del Tempio di Giove
Se del grande tempio di Giove, a parte i propilei e le grandi corti rituali, non rimangono ora in piedi che sei colonne (al netto anche di quelle che sono state trasportate a Bisanzio per la costruzione di Santa Sofia) il tempio di Bacco si presenta straordinariamente integro e quasi intatto. Le iscrizioni ed i fregi all’interno del tempio sono densi di simboli che rimandano ai Baccanali, con immagini della vite, dell’oppio e di ragazze discinte che seguivano i precetti del culto di Bacco, divinità che suscita sempre un certo interesse in Vasco Cesana. Altrettanto ben conservato ed integrato in epoca bizantina con una chiesa intitolata a Santa Barbara è il tempio di Venere che completa, dall’altro lato degli scavi, la cosiddetta Triade Eliopolitana: Giove, Bacco e Venere, che, rielaborando elementi degli antichi culti di Baalbek di epoca pre-romana, si diffuse come culto mistico in diverse parti dell’Impero.


Base del tempio di Giove con i giganteschi blocchi di pietra - Baalbek, 10/8/2011

Particolare dei fregi del tempio di Bacco raffiguranti Viti ed Oppio - Baalbek, 10/8/2011

Molti viaggiatori del '800 hanno lasciato i segni della loro visita a Baalbek, qui in evidenza le firme del noto  viaggiatore spagnolo J.V.Abargues e di G. Pascoli - Baalbek, 10/8/2011


Per rientrare a Beirut, nel tardo pomeriggio, ci vogliono circa due ore. Secondo Vasco Cesana l’escursione a Baalbek non presenta attualmente problemi di sicurezza ma, anche per una maggiore conoscenza della reale situazione in loco al momento dell’escursione, lui consiglia un tour organizzato. Vasco consiglia anche di tenere conto delle impressioni di un altro grande viaggiatore, Alessandro Magno, che per primo notò la straordinaria luminosità di quella che avrebbe chiamato la Città del Sole: portare il cappellino!  


Baalbek, Libano, 10 agosto 2011







sabato 24 dicembre 2011

Atmosfere e mercati natalizi a Stoccarda e dintorni

Atmosfere Natalizie - Stoccarda, 15/12/2011
 L’enorme afflusso di visitatori ai mercati natalizi rende sempre più difficile trovarvi una atmosfera autentica. Anche in Germania, dove i mercatini di Natale sono una tradizione più radicata e meno turistica, nei weekend di dicembre fiumane di persone vi si riversano senza soluzione di continuità. Per poter apprezzare l’atmosfera dei mercati natalizi bisogna cercare di visitarli nelle serate infrasettimanali quando diventano un’occasione conviviale per andarci a mangiare e soprattutto a bere gluhwein al termine della giornata lavorativi, magari fermandosi a sentire un coro di Christmas carol.  Vasco Cesana, approfittando della sua attuale ubicazione lavorativa, ha trovato molto piacevole girovagare per il Weihnachtsmarkt di Stoccarda nelle serate infrasettimanali, meglio in quelle un più fredde, quando le tazze di gluhwein entrano in circolo meglio adeguando la temperatura corporea all’ambiente.


Mercato di Natale a Stoccarda, Germania, 15/12/2011


Il “mercatino” di Stoccarda per la verità è un “mercatone”, dato l’estensione dell’area ed il numero delle bancarelle. Queste peraltro anche qui vendono più o meno i soliti generi di oggettistica natalizia, cosa che a lungo andare può risultare un po’stucchevole e che dopo un po’ non suscita particolare interesse in Vasco. A parte naturalmente qualche interessante genere mangereccio. Non è riuscito però a trovare a Stoccarda le grandi braci a legna per i wurstel che ha visto in altri mercatini (es. Francoforte) ma in compenso ha trovato un buon salmone fatto affumicare al momento sulle braci ed ha fatto anche incetta dei tipici dolci natalizi tedeschi, le Stolle ed in particolare quelle originarie, le Dresdner Stolle. Ogni giorno alle 18 per tutta la durata del mercato all’interno dell’Alte Schloss sono organizzati suggestivi cori natalizi. L’orario però risulta per Vasco difficile da conciliare con il protrarsi dei suoi impegni lavorativi fino ad ora piuttosto tarda. Anzi, molto tarda per gli standard  nordeuropei. Andandovi in tarda serata (il mercatino di Stoccarda chiude alle 21), è’ riuscito però ad ascoltare in giro alcuni cori spontanei, provando una piacevole sensazione di vera atmosfera natalizia.


Entrando nel centro di Esslingen a/Neckar, Baden-Wurttemberg, 10/12/2011

Oltre che nel capoluogo i migliori mercati natalizi della zona si tengono nel centro barocco di Ludwigsburg ed in quello medioevale di Esslingen an der Neckar, entrambi a pochi km da Stoccarda. Vasco ha visitato quello di Esslingen un sabato mattina, poco dopo l’apertura (alle 11), riuscendo così ad anticipare un po’ l’afflusso turistico. Esslingen è una cittadina molto interessante, con un centro con le case a graticcio, edifici e porte di epoca medioevale ed intorno le colline a vigneto che producono una varietà di spumante molto apprezzata in Germania.

Girando per il mercatino di Natale di Esslingen - 10/12/2011

 La particolarità del mercatino di Natale di Esslingen è che ha una sezione che rievoca un mercato medievale, con stand più “primitivi” ed inservienti agghindati in stile popolano dell’epoca. Vasco è rimasto sinceramente sorpreso dal fatto che non solo i vestiti apparivano autenticamente medioevali, ma anche gli stessi lineamenti delle persone, o almeno queste avevano veramente le sembianze di come si immaginava dovessero essere le facce della gente all’epoca. In uno stand anche una grande tinozza di legno dove gli avventori potevano provare promiscuamente ed all’aperto a fare un bagno "medioevale"!

Zona medioevale del Mercato d-n - 15/12/2011

Poco lontano, finalmente, Vasco ha trovato la principale attrattiva per lui dei mercati natalizi della Germania: un presepe vivente con la Merkel a fare da Madonna? una renna guidata da un cavaliere teutonico? un Bund con un differenziale grande come una stella cometa? Noo…la grande brace a legna dei wurstel che da anni stava cercando!!

   
Atmosfere Natalizie ad Esslingen, Germania - 10/12/2011