lunedì 25 aprile 2016

Nel bosco dipinto di blu: primavera ad Hallerbos

"Hyacinthoides non-scripta", Hallerbos, Belgio - 23/4/2016
Sfogliando Le Soir, innervosendosi per le notizie sulla gestione dell’emergenza sicurezza da parte delle autorità locali, Vasco Cesana si imbatte in una notizia che lo incuriosisce: “dal 15 aprile al 15 maggio diverse strade della municipalità di Halle, nel Brabante fiammingo e del vicino comune vallone di Braine l’Alleud,  verranno limitate al traffico durante il weekend: sta cominciando infatti la stagione della fioritura dei giacinti selvatici nella foresta di Hallerbos e l’afflusso dei visitatori si annuncia massiccio”.  Vasco scopre così Hallerbos, il bosco dipinto di blu. L’imponente fioritura dei giacinti selvatici nella foresta di Halle (Hallerbos in fiammingo) è in effetti un fenomeno molto noto ai locali e che ha avuto risonanza anche a livello internazionale e sul National Geographic. Fioriture di questo tipo pare che siano piuttosto comuni in diverse zone atlantiche ed in particolare in Inghilterra ma quella di Hallerbos sembra essere una delle più estese ed imponenti in assoluto. Dopo uno studio approfondito di botanica comparata, meteorologia atlantica, abitudini sociali fiamminghe e valloni e flussi di traffico nei dintorni di Bruxelles, Vasco decide di recarsi ad Hallerbos sabato 23 aprile, alla mattina  presto, ok, abbastanza presto, arrivando in zona intorno alle 10. 

Entrando nell'Hallerbos, Halle, Belgio 23/4/2016



Under the sunlight, Hallerbos, Brabante fiammingo, 23/4/2016

  

Il luogo è veramente vicino a Bruxelles, circa 15 km da casa sua, ed è adiacente all’autostrada E19 per Parigi. Arriva un po’ casualmente al parcheggio P1 dove trova facilmente posto. Trovandosi in zona fiamminga, è sinceramente sorpreso di non dover pagare niente, neanche per la guida con mappa in quatto lingue che gli viene gentilmente offerta con spiegazioni affabili da una guida della  Agentschap voor Natuur en Bos. La foresta di Halle è piuttosto grande, più o meno, giusto per dare un parametro internazionalmente riconosciuto, come il Parco di Monza. Certo qualche anno fa era molto più grande, facendo  parte, assieme alla vicina e molto più estesa foresta di Soignes, della Silva Carbonaria che si estendeva per centinaia di km ed era popolata da lupi, linci, orsi e feroci tribù gallo-celtiche. Poi, Wellington, nel dispiegare le sue forze per Waterloo, distante pochi km., posizionò in questa zona le sue retroguardie. Durante la prima guerra mondiale le truppe del Kaiser rasero quasi tutti gli alberi più vetusti della foresta di Halle per supporto logistico e per la costruzione delle trincee sul fronte del Nord. 








E sembra che proprio da questo episodio della Grande Guerra abbiano avuto origine le straordinarie fioriture dei giacinti selvatici a Hallerbos: una foresta millenaria che improvvisamente si trova spogliata dai Kaiserjaeger della Deutsches Heer. I successivi rimboschimenti a partire dagli anni 30 e le ricrescite naturali sono andate poi a sovrapporre un bosco giovane e rado ad un terreno antico e ricco. E’ in queste condizioni particolari che nel corso degli anni la  Hyacinthoides non-scripta, il giacinto selvatico,  trova le condizioni per crescere e svilupparsi in vere e proprie praterie colonizzando il sottobosco. Questo fil bleu che ricongiunge un fenomeno straordinario della natura ad un episodio della storia stimola e appaga l’interesse di Vasco. Gli ricorda che la natura, anche quando sembra così debole e fragile come una distesa di bluebells, riesce sempre ad avere la meglio sulla storia. O forse è la storia stessa a far parte della natura modificandone i percorsi e venendone a sua volta modificata.









Le distese di giacinti selvatici sono sparse in diverse zone della foresta e per averne un’idea basta inoltrarsi per qualche centinaio di metri dai punti di accesso. Vasco e consorte le trovano molto più estese di quanto si aspettassero ed  in alcune zone incredibilmente fitte. Percorrono diversi sentieri, non particolarmente ben segnalati, orientandosi in qualche modo con la cartina (la stessa che si trova nel sito  http://www.hallerbos.be/en) camminando nel bosco per circa quattro ore, al lordo delle foto (tante). Allontanandosi dai punti di accesso si trovano le zone migliori, anche perché meno frequentate dai visitatori che nel corso della giornata crescono esponenzialmente intasando pure i parcheggi e le vie di accesso.


Folla pomeridiana in arrivo ad Hallerbos, 23/4/2016
In effetti Vasco si compiace di avere azzeccato la giornata giusta, quando il ciclo degli Hyacinthoides ha raggiunto ormai il massimo. Solo, li vede un po’ sofferenti per l’arrivo di aria fredda delle ultime ore, con temperature prossime allo zero nel corso della notte e previsioni ancora peggiori per il proseguio, con scrosci di pioggia e ghiaccio e possente vento artico. Probabilmente non proprio l’ideale per le fioriture primaverili. La variabilità meteo nordica rende però ancora più affascinante l’Hallerbos : la luce nel bosco si modifica continuamente e gli squarci di sereno si insinuano facendo esplodere il blu del sottobosco ed i giochi di chiaroscuro dei tronchi. Il tappeto blu dei giacinti è in alcune zone talmente intenso da non aver bisogno della luce diretta risaltando quasi di più nella penombra. Va da sè che la cosa ingolosisca moltissimo i fotografi, anche di un certo livello, e molti si cimentano nel non semplicissimo esercizio di riuscire a narrare in immagini le sensazioni che si provano qui. Anche Vasco scatta molte immagini, prediligendo l’uso dello zoom EOS 70-200 L IS USM, usando l’obiettivo molto aperto per sfumare gli sfondi ed anche per questioni di tempi non avendo portato il cavalletto (consigliabile portarlo). Certo, con un po più di tempo si potrebbero fare anche delle belle cose, comunque c’è di che divertirsi. Vietato il ritocco in elaborazione : a parte qualche necessario ritaglio, il photoshop ed in particolare l’intensità dei colori è fornita in esclusiva dall’Hallerbos.











 Allontanandosi dal bosco per andare alla ricerca, senza successo, di una friterie, Vasco Cesana pensa che un giorno il ciclo naturale si porterà via dalla foresta di Halle anche il tappeto blu di giacinti selvatici, come si è portato via gli orsi, le linci e le tribu gallo-celtiche. O forse la storia, magari sotto la forma di una gestione forestale eco-turistica avanzata, le farà rimanere al di là del loro ciclo naturale. Oppure il bosco sarà distrutto da qualche nuovo Kaiser. Loro, le Hyacinthoides non-scripta, non sono preoccupate, al limite ricresceranno da qualche altra parte, attendendo pazientemente ogni anno l’inizio della primavera per dipingere di blu le foreste che sceglieranno. Tanto la natura, e magari la storia, si inventeranno la loro strada. Una strada, appunto, non-scripta.  
Cicli naturali al lavoro, Hallerbos, Brabante, Belgio - 23/4/2016