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Standstill - Bruxelles, aprile 2020 |
Certo che questo virus si sta dimostrando bello tosto: è
riuscito a mettere agli arresti domiciliari
più di due miliardi di persone….Tra queste moltitudini figura anche
Vasco Cesana che, insieme alla consorte, viene a trovarsi confinato nella sua
abitazione di Bruxelles. A differenza della sua, ora irraggiungibile, abitazione
brianzola, quella di Bruxelles, in zona urbana e senza giardino, offre meno
possibilità di intraprendere “
viaggi
ad emissioni zero”. Ma Vasco Cesana non si abbatte e cerca di lenire
l’impossibilità di poter viaggiare con l’esplorazione della casa e dei
dintorni. Il fatto di trovarsi in una sorta di esperimento inedito, nel quale
nessuno, a partire da lui, avrebbe mai pensato di venire a trovarsi, in fondo
lo stimola, nonostante le preoccupazioni date dalla situazione. Viene
facilitato in questo dal fatto che il “lockdown” belga è leggermente più
“light” di quello italiano e francese: si può andare in qualunque località
purchè ci si vada a piedi, e non sono richieste autocertificazioni. In pratica
Vasco aveva pensato di raggiungere Santiago de Compostela, ma poi ha desistito al
pensiero delle lunghe deviazioni necessarie per non incappare nella
Gendarmerie francese o in qualche posto
di blocco spagnolo. I belgi invece sono inflessibili sui divieti agli spostamenti
in auto non giustificati. Non essendoci autocertificazioni questo lascia spazio
interpretativo al poliziotto di turno e le multe sono salate andando da 250 a
450 €. a seconda di quale delle moltitudini di autorità locali del Regno ci si
trova ad incrociare. Vasco ha deciso di mettersi il cuore in pace e di
attenersi disciplinatamente alle disposizioni, con le quali peraltro si trova
ad essere totalmente d’accordo.
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Rue Belliard - Bruxelles, 21/3/2020 |
Sul fronte lavorativo l’inizio del confinement coincide con l’inizio di un lungo periodo di smart working, in pratica una forma di
lavoro in cui si lavora di più e ci si diverte di meno. Per Vasco questo si
traduce in una maggiore efficienza operativa che gli rende il lavoro meno
gratificante. Certo, potenzialmente può favorire la work-life balance, ma con la life
ridotta al minimo dal confinement,
rimane solo il work. Anzi, il travail, dispiegando la radice
etimologica del termine francese: travaglio.
Sarà anche smart? Nella particolare
situazione dell’emergenza sanitaria sicuramente sì, nel lungo termine pas certain. Il dover coordinare, per la
sua parte, l’emergenza comunque lo carica.
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Presso Stephanie - Bruxelles, 21/3/2020 |
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Rue du Luxembourg - 21/3/2020 |
La chiusura di tutti i bar e ristoranti lo porta ad
esplorare con maggiore attenzione e continuità due delle destinazioni più
stimolanti offerte dalla sua abitazione: la cantinetta e la riserva di vivande
accumulatesi anche negli angoli più remoti della cucina. Il dover prepararsi,
insieme alla consorte, che però ha il problema di essere vegetariana, due pasti
al giorno lo costringe ad inventarsi più piatti del solito, comprese le cose
più improbabili. Da segnalare, tra le altre, una
choucroute a base di cotechino precotto scaduto accasciato su un
letto di
Sauercraut di Filderstadt
misteriosamente riapparsi dai tempi di Stoccarda. Una buona notizia dal punto
di vista dietetico è l’interruzione della filiera delle patatine fritte, una
presenza quasi fissa e, tutto sommato gradita, dei
pasti consumati fuori casa
in Belgio. Un lockdown che vale diversi etti settimanali in meno sulla
bilancia. Controbilanciato dal lockdown delle palestre: le faticose sedute
settimanali sono azzerate. Vasco non si nasconde un certo senso di
compiacimento nel veder chiusa la palestra sotto casa: che sollievo saltare l’allenamento
sentendosi liberi da qualsiasi senso di colpa!
Cerca comunque di non lasciarsi andare fisicamente
partecipando a diverse lezioni yoga online tenute dalla consorte ed imponendosi
di fare tutti i giorni il minimo sindacale di 6000 passi misurato sullo
smartphone, innalzato ad almeno 10000 durante il weekend.
Una destinazione esplorata in profondità è la cantinetta,
scrigno di alcuni anni di scorribande alle foires
au vins francesi con alcune discrete bottiglie di Bordeaux giunte al giusto
livello di maturazione, cioè le annate fino al 2012-2013. Migliore bottiglia
provata? Chateaux Malescot-St.Exupery
2012, un Margaux 3me Grand Cru Classè
la cui avvolgente persistenza ha fatto volare Vasco là dove solo i grandi Bordeaux lo possono portare. Una interessante
conferma è stato invece il Corbieres: lo
Château Ollieux Romanis 2017 acquistato a meno di 10 € al Comptoir de Vins sotto casa esprime al meglio la freschezza, il
calore un po’ “mediterraneo” di questo vino del Languedoc frutto dei vitigni
tradizionali carignan, grenache e syrah.
Le panetterie sono tra le poche insegne rimaste aperte
durante il lockdown insieme alle farmacie, agli alimentari di base e, in
Belgio, curiosamente, le cioccolaterie. Vasco considera la Boulangerie
Saint-Aulaye vicino a
casa una panetteria di valore europeo assoluto e lo sgranocchiare la baguette
appena sfornata uno dei piaceri dello smart working, qualche volta seguita
anche dal delizioso
Croissant aux Amandes
sfornato dalla Boulangerie, degustato come colazione di rinforzo assieme al
secondo caffè prima di iniziare a lavorare. Aveva pensato anche di aggiungere
una terza colazione prima del pranzo affettando un salsicciotto d’Auvergne in
una sezione di baguette ma poi ha desistito, più che altro perché aveva finito
i salsicciotti.
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Lockdown traffic - Place de Chatelain, 05/04/2020 |
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Life is a balcony - Bruxelles, 26/4/2020 |
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Message in a window - Bruxelles, 26/4/2020 |
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Lockdown flowers, presso Chatelain - Bruxelles, 27/04/2020 |
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Place de Chatelain - 02/05/2020 |
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Place des Palais - 01/05/2020 |
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Parc de Bruxelles - 01/05/2020 |
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Louise - Bruxelles, 01/05/2020 |
Il tempo a Bruxelles non è mai stato così bello come è stato
durante il lockdown: quando si poteva viaggiare, fino all’inizio di marzo, una serie ininterrotta di perturbazioni
atlantiche aveva attraversato il paese traducendosi poi, naturalmente nei
weekend, in poderose tempeste che avevano chiuso Vasco in casa più di quanto
avrebbe poi fatto il Covid-19. Con perfetto tempismo, esattamente dal
primo giorno di lockdown, una magnifica
alta pressione si è posizionata in modo beffardo sul Belgio. E ci è rimasta per
settimane. Confinato sul balcone, Vasco
ha guardato con occhio stupito il cielo sempre piu’ azzurro, un azzurro cosi
intenso da fargli pensare che c’era qualcosa oltre la configurazione meteo. Un
cielo poi totalmente sgombro di aerei, tutti a terra per l’emergenza pandemica,
laddove Bruxelles risulta sempre solcata in tutte le ore del giorno e della
notte da aerei di passaggio dalle vicine Londra ed Amsterdam e dai non pochi
voli in decollo dal vicino aeroporto di Zaventen. Invece niente, tutto fermo,
sospeso. Un cielo come forse lo potevano vedere i suoi avi, prima della
rivoluzione industriale. Affascinante.
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Wednesday party at Place Chatelain during the lockdown - 01/04/2020 |
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Lockdown night- Bruxelles, 01/04/2020 |
Come il silenzio calato sulla città
soprattutto nelle prime settimane del
confinement.
Al calare della sera poi la città diventa spettrale. Non si muove niente e
nessuno. Vasco Cesana prova a percorrere il quartiere di Chatelain nella tarda
serata del mercoledì sera, quando di solito il mercato settimanale lascia il
posto ad una delle movide più animate di Bruxelles. Invece il Covid-19 si è
portato via tutte le birrette, gli
apero ed
i
verres, facendo chiudere i bar, pub
e ristoranti e sigillando in casa le ragazze con i loro vestirelli ed i ragazzi
in punta. Rigorosamente separati. E chissà quando tornerà la movida. Eppure
Vasco coglie in questo silenzio spettrale quasi una calma, una tranquillità che
in qualche modo lo appaga. Forse un sintomo di progressivo rinselvatichimento
da
confinement. Privati dei loro flussi energetici e dei loro
traffici moderni gli sembra che le diverse epoche storiche che si riflettono
negli edifici della città riacquisiscano
pari dignità e diventino tutte testimonianze di epoche passate, compresi gli
sfavillanti uffici appena aperti ed i palazzi dell’Unione Europea, sospesi in
un presente dal futuro incerto. In fondo il vuoto serale che cala sulla città
non deve essere molto diverso da quello
che calava nell
’antica capitale del Brabante, quando girovagare per le stradine
poteva essere pericoloso ed anche Brugel il vecchio si ritirava nelle taverne,
adesso però chiuse pure quelle. Bruxelles, in particolare nei primi giorni del
lockdown, gli sembra quasi una moderna Pompei, dove tutto sembra essersi
fermato per chissà quale cataclisma latente che si è inghiottito gli uomini
lasciando gli edifici spogliati delle loro funzioni vitali. Un brivido
pompeiano gli viene guardando il programma delle ultime partite mai disputate del
6 Nazioni affisso di fronte ai portoni sbarrati del pub irlandese vicino a casa. E chissà
dove sarà finito il cucchiaio di legno che anche quest’anno sarebbe spettato
inevitabilmente all’Italia.
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Parc Tenbosch - Bruxelles, 14/04/2020 |
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Parc Tenbosch . 26/4/2020 |
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Parc Tenbosch - 26/04/2020 |
Il lockdown consente a Vasco di valorizzare meglio una delle
caratteristiche di Bruxelles meno conosciute da chi non ci sta un po di tempo:
la moltitudine di spazi verdi, piccoli e grandi che si ritrovano ad ogni angolo
della città. Ognuno può raggiungere i suoi e le passeggiate sono consentite,
anzi raccomandate, dalle autorità sanitarie. Nelle sue sgambate postprandiali vicino
a casa la sua meta preferita è il
Parc
Tenbosch, un microcosmo che in un
piccolo fazzoletto di terra di circa un ettaro circondato dalle case riesce a
dare la sensazione di immergersi in una natura rigogliosa, una sensazione
potenziata durante il
confinement dal
silenzio, dalle fioriture primaverili e da un cielo limpido e tranquillo. Un
vero gioiello. Spingendosi più lontano, al termine di Avenue Louise, inizia la
più grande area verde che circonda i quartieri a sud della città, la
Forêt de Soignes raggiungibile attraversando
l’adiacente
Bois de la Cambre. Vasco
ne percorre la parte più vicina alla città durante i weekend “confinati”
riuscendo cosi a conseguire un chilometraggio interessante nelle sue camminate,
oltre i 15000 passi, aumentato dagli aggiramenti che mette in atto per evitare
i luoghi più affollati del Bois de la Cambre. Ripercorrendo più o meno lo stesso itinerario
tutte le settimane, vede gli alberi secolari che a poco a poco si rigenerano e
ritornano rigogliosi riavvolgendo il tutto nel ciclo della natura.
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Bois de la Cambre - Bruxelles, 28/03/2020 |
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Bois de la Cambre - 28/03/2020 |
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Bois de la Cambre - Bruxelles, 04/04/2020 |
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Bois de la Cambre - 11/04/2020 |
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Forêt de Soignes - Bruxelles, 19/04/2020
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Forêt de Soignes - 03/05/2020 |
Un ciclo che poco a
poco si porta via anche il
lockdown light
belga anche se il Belgio rimane estremamente restio a lasciare maggiore
libertà di movimento tra le zone del paese e tanto meno all’estero. Vasco
Cesana comunque non da segni di insofferenza. Al momento. Anche ai grandi
esploratori dopotutto capitava di rimanere fermi per mesi ad aspettare che la
situazione diventasse più favorevole. E pure sopravvivere alle epidemie a quei tempi non era uno scherzo. Imparare a gestire le pause e le soste forzate fa parte del
bagaglio dell’esploratore. Anzi, è una parte fondamentale dell'esplorazione stessa.
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Fin du confinement... - Ixelles, Bruxelles, 11/05/2020 |