lunedì 19 ottobre 2009

Alla scoperta degli endemismi della Wallacea: Komodo

Panorama dell'isola di Komodo durante il long walk Indonesia,21/8/2009

Rinca e Komodo sono tra le isole minori della Wallacea ma sono il regno del suo animale forse più famoso: il Varano di Komodo. Il “dragone” è stato scoperto solo nel 1912, molti anni dopo le spedizioni di Wallace nella regione, ed oggi costituisce l’attrattiva principale per un numero crescente di visitatori che vi trovano peraltro intorno anche coste e fondali marini magnifici. La conservazione dei circa 2500 varani che le popolano ha portato alcuni anni fa alla costituzione del Parco Nazionale di Komodo e l’accesso alle isole è regolamentato e limitato ai punti di entrata nel Parco con visite accompagnate da due guide anche per motivi di sicurezza: negli ultimi mesi vi sono stati due episodi di attacco letale ad esseri umani anche se non sono noti episodi di attacco a turisti in visita lungo i sentieri. L’ambiente delle due isole è molto diverso e più secco di quello dell’isola di Flores e le zone forestali sono circoscritte ad alcuni avvallamenti e fondovalle. La concentrazione degli spazi forestali, alcuni dei quali sono visitabili lungo i sentieri di visita, e lo status di zona protetta, hanno favorito una notevole densità di specie di uccelli, rendendo possibile l’osservazione anche di specie normalmente molto difficili da osservare e che qui sembrano avere una distanza di fuga molto ridotta. La facilità di osservazione diventa così quasi eccessiva, pur essendo gli animali comunque in condizione selvatica. L’incontro con una delle specie più importanti presenti, il Cacatua dalla cresta gialla, Cacatua Sulfurea, è stato ad esempio fin troppo facile. Rinca consente migliori osservazioni dei varani ma si sono rilevate meno presenze di avifauna, a parte i numerosi Megapodes. Non molti gli uccelli marini osservati durante la navigazione tra le isole, con qualche movimento di limicoli e ardeidi nelle fasi di bassa marea e di martin pescatori tra le mangrovie. Sorprende un'assenza totale: quella dei gabbiani. Pare che questa assenza sia caratteristica un po' di tutta l'Indonesia. Nonostante le migliaia e migliaia di isole e di ambienti idonei. Abbondanti le flying foxes, in entrambe le serate passate all'ancora, sia presso Rinca che presso Komodo, migliaia e migliaia di volpi volanti si involavano all'imbrunire verso i loro luoghi di alimentazione.



Yellow crested Cockatoo, Cacatua Sulphurea Komodo, 21/8/2009

L'isola di Komodo ospita una delle ultime popolazioni selvatiche del Cacatua dalla cresta gialla. Endemico della Wallacea, è stata una delle prime specie che ha colpito Wallace arrivando a Lombok rilevandone anche la totale assenza al di qui di quella che poi sarebbe diventata la linea di Wallace. Successivamente in effetti ne sono ritrovati alcuni in due piccole isole presso Bali e quindi al di fuori della Wallacea. Oggi è classificato sulla red list degli uccelli come in pericolo critico di estinzione. 6 esemplari in due punti osservati durante long walk all'isola di Komodo il 21/8/2009.


Orange-footed Scrubfowl, Megapodes reinwardt Isola di Rinca, 20/8/2009

Il Megapodes "piedi arancio" è una delle osservazioni più interessanti che offre il Parco di Komodo, dove questo strano animale tipico della regione biogeografica dell'Australia-Papuasia, che abbandona le uova sotto il terreno lasciandole a sè stesse, può essere osservato con una certa facilità. Diverse specie simili ed endemiche sono (o erano) presenti in altre zone e isole della Wallacea. 5 osservazioni all'inizio del long walk dell'isola di Rinca il 20/8 ed un paio lungo quello di Komodo il 21/8.

Black-naped Oriole, Oriolus chinensis Komodo, 21/8/2009

Questo grosso rigogolo di matrice asiatica, come si evince dal nome scientifico chinensis, è considerato comune nelle isole della Wallacea anche se le rade zone forestali di Komodo ne rendono più facile l'avvistamento. Canto molto simile ai rigogoli europei.

Barred Dove, Geopelia Maugei Rinca, 20/8/2009

La Tortora barrata è una specie endemica della Wallacea localizzata nelle Lesser Sundas e nelle Molucche, qui fotografta presso gli edifici all'entrata del Parco a Rinca.

Pied Imperial Pigeon, Docula bicolor Zona di Komodo, 20/8/2009

Questo "Piccione Imperiale bianconero" si è posato per un po' su un isolotto presso Komodo e poi è ripartito verso il mare. Pare (Coates e Bishop) che ci siano poche osservazioni nelle Lesser Sundas di questa specie.


Green Imperial Pigeon, Docula aenea Komodo, 21/8/2009

Il "Piccione Imperiale verde" è una specie di matrice asiatica con numerose sottospecie nelle diverse isole della Wallacea. Considerato comune in tutte le isole, in effetti durante il viaggio si è trovato solo percorrendo il long walk di Komodo, dove diversi esemplari si facevano fotografare con una certa facilità.

Wallacean Drongo, Dicrurus densus Komodo, 21/8/2009
Il Drongo della Wallacea, endemismo delle Lesser Sundas e delle Molucche meridionali, è apparso molto diffuso con diverse osservazioni sia a Flores che a Rinca e Komodo.

White-bellied Sea Eagle, Haliaeetus leucogaster XVII Islands, 16/8/2009

Diversi esemplari di Aquila di mare white-bellied, specie a vasta distribuzione asiatica e australiana, sono stati osservati durante la navigazione tra Flores, Rinca e Komodo. Questa foto di un giovane sorvegliato da una flying fox mentre sorvola un loro posatoio è stata scattata nella zona delle XVII Islands nei pressi di Riung a Flores.



Migliaia di Flying Foxes lasciano dopo il tramonto il posatoio nei pressi di Rinca dirette verso l'isola di Flores, 19/8/2009

domenica 18 ottobre 2009

Alla scoperta degli endemismi della Wallacea: Flores


Drongo della Wallacea Dintorni di Riung, Isola di Flores, 17/8/2009

“We have are a group of Oceanic Islands in miniature-islands which have never formed part of the adjacent land, although so closely approaching them, and their productions have the characteristic of true Oceanic Islands slightly modified. These characteristic are the absence of all Mammalia except bats, and the occurrence of peculiar species of birds, insects, and land shells, which, though found nowhere else, are plainly related to those of the nearest masses of land” (Alfred Russel Wallace, “The Malay Archipelago”, ca.1860, edizione Periplus 2008).

Le isole di Flores, Komodo e Rinca fanno parte della regione biogeografica della Wallacea, così denominata in onore del grande naturalista inglese che nell’ottocento vi scoprì, soprattutto dall’osservazione degli uccelli, una “terra di mezzo” tra la regione biogeografica Indo-Malayana e quella dell’Australasia notando un’improvvisa rarefazione delle specie asiatiche tipiche di Java passando il breve tratto di mare che separa Lombok da Bali (denominata poi “Linea di Wallace”) ed un progressivo estendersi di specie più prossime alla fauna australiana nelle isole più orientali. Questa scoperta, analizzata in fitti scambi epistolari con il contemporaneo Darwin, sembra avere avuto una notevole importanza nella definizione della teoria dell’evoluzione ed è stata alla base dei successivi studi sulla deriva dei continenti. Vasco, leggendo The Malay Archipelago mentre sorvola con il volo Merpati diretto da Bali a Flores la linea di Wallace, osserva affascinato le isole circondate da coralli e fitte di foreste sottostanti. Sulla sinistra, in cielo, una cima altissima, che si erge al di sopra di una fitta coltre nuvolosa vagando come una barca in navigazione sul nulla: è la cima del Gunung Rinjani, nell’isola di Lombok, che annuncia, dall’alto dei suoi 3726 metri degradanti sull’oceano, il suo Benvenuto in Wallacea.
Moltissime sono le specie endemiche e le varietà sviluppatesi nella miriade di isole della Wallacea: delle 647 specie di uccelli conosciute almeno 262 sono endemiche e la regione è tra i santuari, vedi http://www.biodiversityhotspots.org/xp/hotspots/wallacea/Pages/biodiversity.aspx, della biodiversità mondiale. Sulawesi, la vecchia Celebes, su una superficie simile a quella dell’Irlanda, anche se un po’ più accidentata, ospita la massima ricchezza di endemismi, con 97 endemismi e 10 generi esclusivi, “l’avifauna con più specie endemiche di qualsiasi altra regione comparabile sulla terra” (“A guide to the Birds of Wallacea”, B.J. Coates and K.D.Bishop, Dove Publications 1997). Flores e le altre isole delle Lesser Sundas, inclusa Timor, ospiterebbero 71 specie endemiche e 3 generi esclusivi. La mappatura è comunque lungi dall’essere completa, la tassonomia di molte specie è incerta e per molte isole è dubitabile che qualche essere umano le abbia mai visitate in modo approfondito, tantomeno qualche biologo o ornitologo. Anche nell’isola di Flores, ad esempio, non è chiaro lo status di alcune specie, e studi recenti tendono ad elevare al rango di specie alcune delle numerose sottospecie presenti sull’isola. Le specie endemiche esclusive di Flores risulterebbero attualmente 5, tutte nella parte occidentale dell’isola, mentre altri 14 sarebbero gli endemismi esclusivi in comune con le vicine isole di Sumbawa e Sumba. Wallace ai suoi tempi non aveva fatto molto caso ai pipistrelli, ma pare che anche per loro non si scherzi: 125 specie censite.

Flores Lorikeet Dintorni di Riung 17/8/2009

Vasco sbarca a Flores armato dell’unica guida che è riuscito a recuperare durante il viaggio “A Photographic Guide to the Birds of Indonesia” di Morten Strange, edizioni Periplus 2001, buona guida tascabile ma con solo una parte delle specie descritte, alcuni resoconti ornitologici e piani di viaggio reperiti su Internet, nessuna conoscenza pregressa degli uccelli indonesiani, nessun riferimento o guida specialistica locale o visita naturalistica organizzata, il suo binocolo e la sua reflex digitale EOS 30D Canon con teleobiettivo 70-200 L IS USM e 1,4 X. Successivamente al suo rientro riesce a recuperare il libro di Coates e Bishop del 1997, molto ricco di informazioni ma un po’ scarno nei disegni, non molto maneggevole e di non facile consultazione, con il quale però ha potuto controllare alcune foto dubbie e specie incerte. Quelli che seguono sono i resoconti, più che altro fotografici, delle principali osservazioni fatte nell’agosto 2009 durante il viaggio lungo l’isola di Flores e la navigazione tra Flores, Rinca e Komodo.

Isola di Flores
L’esteso manto forestale e la varietà di ambienti alle diverse altitudini comprese tra 0 e 1700 metri rendono l’isola di Flores estremamente interessante e suggestiva. E’ un’isola ancora piuttosto selvaggia e con una densità di popolazione non eccessiva e con pochissime infrastrutture. Le zone più remote sono difficilmente accessibili e per raggiungerle sono necessarie vere e proprie spedizioni organizzate con guide specialistiche locali. Tra l’altro è risultato impossibile trovare sul posto delle mappe dettagliate. Non avendo una conoscenza pregressa specifica l’osservazione degli uccelli nelle zone di foresta, in particolare quella primaria e secondaria, risulta difficile, in particolare la localizzazione, anche quando, come nelle prime ore del mattino, i canti e le vocalizzazioni risultano numerosissimi. L’esempio più eclatante è il Bare Throated Whistler ("Zufolatore golanuda") Pachycephala nudigula, specie endemica esclusiva delle isole di Flores e Sumbawa, incontrato ai piedi dei laghi di Kelimutu, che, nonostante il canto incredibile, non è stato possibile localizzare nel folto della foresta nonostante fosse distante pochi metri. Un aspetto che in qualche modo facilita l’osservazione degli uccelli forestali di Flores è che anche la strada principale che attraversa l’isola è in pratica una stradina che si fa largo per lunghi tratti nella foresta. In questo modo, anche durante gli spostamenti, è possibile fare osservazioni interessanti, in particolare nelle ore del mattino e serali e nelle zone meno abitate. Nelle ore centrali della giornata il silenzio cala sulla natura dell'isola. Essendo gli uccelli di Flores molto selvatici, anche perchè fanno parte della dieta "a kilometri zero" degli abitanti dei villaggi della zona, le osservazioni richiedono una certa abilità ma sono decisamente "rewarding". I tratti dove c’è maggiore visibilità e possibilità di osservazione sono quelli di foresta monsonica, ad agosto nella fase più secca e con molti alberi spogli, alcuni ricoperti di frutti. Per varietà di ambienti e di specie osservate l’itinerario più ricco trovato è stato quello da Moni a Riung, soprattutto nella parte iniziale e finale: questo itinerario consente di attraversare i diversi tipi di foresta da 1200 m fino al livello del mare, con zone di savana e nella parte finale una magnifica ed estesa foresta monsonica che digrada sulla costa settentrionale in un'area di estese foreste di mangrovie. La strada inoltre è pressochè deserta e ci si può fermare tranquillamente lungo il tragitto. Le zone forestali ai piedi dei laghi di Kelimutu, una delle principali attrattive turistiche di Flores, sono un buon posto per qualche osservazione ed anche le strade da Moni a Ende sono interessanti, come quelle intorno a Bajawa ed in direzione di Ruteng. La zona di Ruteng e quella verso Labuanbajo, essendo prossime alle foreste più importanti della zona occidentale dell'isola sono quelle dove in teoria si dovrebbero trovare gli endemismi di Flores più rari ma è necessario un po' di tempo ed in qualche caso una vera e propria spedizione. In questo viaggio non si è riusciti a spingersi molto al di là della strada principale, che non ha offerto molto. La zona umida più interessante trovata è comunque su questo tratto di strada, nella piana di Lambar, che letteralmente pullulava di uccelli acquatici e ardeidi.

Flores Lorikeet-Trichloglossus (haematodus) weberi Dintorni di Riung, Isola di Flores 17/8/2009
Risalendo verso le montagne alle spalle di Riung, un gruppetto di Lorichetti di Flores-Trichoglossus (haematodus) weberi si alimenta ai bordi della strada. In precedenza considerato una sottospecie del Rainbow Lorikeet i testi più recenti lo considerano una specie a sè stante e sarebbe quindi uno dei cinque endemismi esclusivi di Flores.

Yellow-spectaled White-eye, Zosterops wallacei Detusoko, Flores, 14/8/2009

Specie endemica esclusiva delle Isole di Flores, Sumba e Sumbawa, questo piccolo passeriforme sembra piuttosto diffuso. Qui è fotografato nel giardino della missione di Detusoko, nella parte centrale dell'isola di Flores, ad un altitudine di ca. 900 m.

Flame-brested Sunbird-Nectarinia Solaris Dintorni di Riung, Flores 17/8/2009

La "Nettarinia pettoflammeo", endemica di Flores e delle altre Lesser Sundas, è comune e facilmente osservabile in tutta la parte centro-occidentale dell'isola, in particolare nelle fasce marginali della foresta monsonica. Almeno 10 osservazioni durante il viaggio a Flores, qui nelle alture intorno a Riung.

White-rumped Kingfisher, Caridonax fulgidus presso Bena, Flores 17/8/2009

Unica specie del genere Caridonax, il White-rumped Kingfisher è classificato come una specie intermedia tra i martin pescatori ed i Kookaburra australiani. Endemico dell'isola di Flores e delle vicine, Sumbawa, Besar e Lombok. E' una delle prime specie che hanno colpito Wallace quando arrivò a Lombok. Il suo "materializzarsi" ai bordi della foresta, spiccando con i suoi colori viviaci dal fitto del sottobosco è una esperienza naturalistica memorabile. A Flores è considerato piuttosto diffuso ma durante il viaggio si è fatto vedere una sola volta, all'imbrunire, ai margini della bella foresta d'altura intorno alla strada che da Bena, enigmatico villaggio dell'etnica Naga, conduce a Bajawa, nella parte sud-occidentale di Flores. Foto scattate in manuale a 1/100, f.5,6 e 1600 ISO.

Flores Minivet - Pericrotus Landsbergei Danau Ranamese, Flores 18/8/2009

Endemismo esclusivo delle isole di Flores e Sumbawa, il Minivet di Flores è considerato moderatamente comune ma non è facile vederlo mentre svolazza nei rami alti della foresta. Due osservazioni durante il viaggio a Flores tra cui questa femmina ai bordi del lago di Ranamese sulla strada per Ruteng.

Black faced Munia-Lonchura Molucca Dintorni di Ruteng, 19/8/2009
La Munia testanera è uno degli endemismi della Wallacea più comuni. E' facile incontrarla nei villaggi ed ai bordi delle risaie, come questa famigliola presso le spiderweb ricefields nella zona di Ruteng verso Labuanbajo.

Common Koel juv?-Eudynamus Scolopacea Riung, Flores 15/8/2009

Questo sembrava essere un raro Corvo di Flores-Corvus Florensis ma da un esame più attento dovrebbe essere un giovane Common Koel-Eudynamys Scolopacea, comunque un uccello piuttosto difficile da vedere.

White Breasted Wood-swallow, Artamus Leuocorhynchus Dintorni di Riung, 15/8/2009

Questa specie di Rondine boschereccia è presente in tutta l'area delle isole australo-pacifiche e si spinge fino alle Andamane. A Flores sembra piuttosto diffusa: qui fotografata in zona di savana tra Ende e Riung e vista anche su un paio di piccole isole delle XVII Islands.

Wooly-necked Stork, Ciconia Episcopus Piana di Lambar, Flores 19/8/2009
La Cicogna Episcopus, specie di diffusione asiatica ed africana è considerata rara in Indonesia. Qui è fotografata nella piana di Lambar, nella parte occidentale di Flores, in compagnia, in basso, di una Sgarza di Java, Ardeola speciosa.

Spotted Kestrel, Falco Moluccensis Piana di Lambar, Flores 19/8/2009

Il Gheppio delle Molucche è frequente nelle zone aperte di Flores. Specie indonesiana è presente oltre che in Wallacea anche a Java. Circa una decina le osservazioni durante il viaggio a Flores.

domenica 4 ottobre 2009

Navigando tra Flores e Komodo

Varano di Komodo Isola di Komodo, Indonesia 21/8/2009


Vasco e consorte si imbarcano a Labuanbajo, sulla costa nordovest dell’Isola di Flores, per tre giorni di navigazione che li porteranno a visitare le isole e il Parco nazionale di Komodo e Rinca. Il natante che li ospita è una vecchia barca da pesca riadattata per usi escusionistici. In linea con le sistemazioni di Flores, è piuttosto spartana, ma è ben tenuta ed organizzata: una veranda fa ombra su un bel tavolone con panche ed uno spazio riposo con due materassi impermeabili che appaiono da subito un invitante giaciglio per la notte, più in là uno spazio per prendere il sole facendo attenzione a non essere risucchiati dalle ondate in mare, al di qua un grande frigobar di plastica pieno di ghiaccio nel quale Vasco ha riposto una abbondante riserva di Bintang e succhi di mango, sul tavolo compare un bel cesto di banane appena colte, sotto tutto l’occorrente per l’ottimo ginger tea e caffè caldo di Flores. Si può quindi fare tutto in coperta senza problemi: mangiare, dormire, bere il caffè, fumare, appisolarsi, tuffarsi con le pinne, pescare, osservare uccelli e draghi, farsi la doccia o avvolgere dal cielo stellato.


Sulla rotta per Rinca 19/8/2009




L’equipaggio è composto da un protestante di rito calvinista olandese originario di Timor, che farà da guida, munita di enorme bastone biforcato antidrago, nelle escursioni a terra, e due fratelli dai lineamenti più tipicamente malesiani, molto scuri e pronunciati, piuttosto giovani e, secondo la consorte, bellocci, che corrispondono all’immaginario salariano del tipico “Pirata della Malesia”. Vasco si inquieta un po’ quando scopre che il più giovane dei due, il marinaio, è affetto da sordomutismo incipiente, cosa che probabilmente non faciliterebbe le comunicazioni in caso di emergenza in mare o se fosse risucchiato da un’ondata durante la pennichella pomeridiana. Lo vede però muoversi con sapienza nel traffico del porto e nell’organizzazione della barca e si tranquillizza. Dopo un’ora di navigazione costeggiando la costa nord ovest di Flores approdano su una delle tante bellissime isolette della zona circondate da reef e con spiaggia bianchissima. Si tuffano con pinne e maschera direttamente dalla barca e sono accolti sott’acqua da una stupenda prateria di corallo vivo dai colori vivaci. I pesci non sono tantissimi ma in un angolo osservano, tenendosi a distanza, ben tre temibili Lion Fish. Al termine dello snorkeling l’equipaggio li accoglie con bidone e mastello di acqua dolce per la doccia appena risaliti sulla barca. Vasco, asciugandosi guardando il mare cristallino e la cornice ininterrotta di isole e montagne senza nessun turista o insediamento all’orizzonte, si sente molto vicino al paradiso. Involontariamente le sue radici brianzole lo portano anche a pensare che, secondo i suoi calcoli, un giorno di tutto questo ben di Dio gli costano probabilmente meno che mangiare una pizza e birra a Milano. Verso l’imbrunire raggiungono un’isola con un’estesa foresta di mangrovie. Poco prima che cali il buio della notte, prima alcune, poi migliaia e migliaia di Flying Foxes si involano verso Flores. Ancorati qui per la notte, Vasco e consorte girandosi verso il tavolo non credono ai propri occhi: una tavolata imbandita di tutto punto con piatti, piattini, salse, riso…da un lato uno straripante vassoio di tranci di barracuda al chilly, di qui ricchissimi noodles, verdure e riso. Per la prima volta nel viaggio i noodles, nonostante siano stati cucinati negli spazi ristretti della barca, non sanno di cherosene e sono ottimi. Il barracuda cotto alla perfezione e non sottomesso dalla salsa che lo accompagna ha un sapore squisito e gli spinaci d’acqua, con la loro fragranza ed umidità simile alle puntarelle di Roma, bagnano il palato alternandosi al riso che Vasco ormai è uso fare arrossire con abbondante salsa piccante Sambal. Incrocia con lo sguardo il marinaio che li guarda mentre gustano le sue prelibatezze sorseggiando un bicchiere di palm wine e manifesta la sua approvazione. Probabilmente la cucina per lui è diventata un modo di comunicare con gli altri e Vasco e consorte maturano la convinzione, suffragata dalle successive preparazioni, che il ragazzo, venticinquenne, abbia effettivamente grandi potenzialità ai fornelli. Il fratello capitano, anche lui gradevolmente taciturno ma molto efficiente, risponde da par suo pescando con il bolentino un bel pesciazzo ed un calamaro. Al termine della cena, spento il generatore e le luci, un possente cielo stellato con una via lattea infinita introduce ad un sonno profondo in una notte tranquilla e fresca, accompagnata dal movimento leggero dei flutti.

Al risveglio Vasco intravede le ultime Flying foxes rientrare al posatoio con le prime luci dell’alba ed alle 7,00 è già a tavola con banane, una tazza di caffè fumante ed alcuni toast caldi croccanti chiusi a mo’ di panzerotto e ripieni di uova, pomodori e spezie, molto gustosi senza che ci sia dentro la minima traccia di prosciutto o formaggio.



Panorama lungo il long walk nel Parco Nazionale - Isola di Rinca 20/8/2009


Poco dopo, l’approdo al molo di entrata a Rinca del Parco Nazionale e inizio della long walk di circa due ore che consente di vedere i diversi ambienti dell’isola. Ai margini del letto di un fiumetto diversi Megapodes razzolano nel sottobosco. Sono gli unici uccelli al mondo che depongono le uova sottoterra abbandonandole. Il pulcino, se ce la fa, affiora dalla terra dopo la schiusa come un marziano in un film di fantascienza degli anni 60 e comincia a girare ed alimentarsi, tutto solo. Risalendo sulla collina uno stupendo panorama si apre su Rinca e la sua vegetazione sparsa con palme altissime, sulle isole vicine e sul mare multicolore che le circonda. I dragoni di Komodo sono ovunque, da quelli più assonnati e fermi in prossimità dell’entrata nel Parco, a quelli più pimpanti e selvatici nelle parti più esterne. Quando si spostano sono veramente impressionanti. Uno, lungo più di tre metri, annusa e sente la presenza di un bufalo selvatico che vediamo a circa 300 metri sulla collina.

































Bufalo selvatico e Varano di Komodo Isola di Rinca, 20/8/2009

Il bufalo è una delle prede preferite del varano che per prenderlo lo paralizza con il suo morso e poi la mangia lentamente, anche per giorni e giorni. Visti da vicino, anche gli artigli e la possente coda incutono un certo timore, e sono stati all’occorrenza usati per predare anche essere umani. Per camminare lungo il sentiero è necessario essere accompagnati da almeno due guide, una davanti ed una dietro, attrezzate con l'apposito bastone antidrago. La guida davanti fa uno scatto e fa lasciare strada ad un grosso varano che avanza risoluto lungo il sentiero in rotta di collisione con la comitiva. In totale ne incontrano 10 lungo il long walk, prevalentemente nella parte iniziale. Vasco si chiede come possano alimentarsi tutti questi varani, ora che il parco non li alimenta più per non comprometterne la selvaticità, e l’isola di Rinca, grande ad occhio come l’isola d’Elba, pare che ne ospiti più di 1200.


Varano di Komodo Isola di Rinca, 20/8/2009


Probabilmente un buon meccanismo di regolazione naturale è in questo caso il cannibalismo che interessa in particolare i piccoli, costretti a crescere in cima alle piante. Lasciata Rinca c’è tempo per un tuffo ai bordi di una foresta di mangrovie in alta marea per rinfrescarsi dalla camminata ed un lunch a base di baby tuna, gado gado e gli anelli del calamaro pescato la sera prima intrisi in una salsa gialla speziata di lime, buonissimi. Non è tutto, al piacere della buona tavola si aggiunge, all’interno di un contesto ambientale già in sé suggestivo, l’affiorare dall’acqua di decine di delfini che passano di fianco alla barca mentre si spostano verso Rinca. Ammaliante.
Si alza un po’ d’aria e si fa rotta verso Komodo. I tigrotti issano la vela per sfruttare il forte vento a favore ed a questo punto tutti si sentono veramente salgariani e concentrati nell’affrontare un tratto di mare piuttosto aperto e leggermente impegnativo. Vasco, in piena fase post-prandiale, si assopisce e sogna di ordinare ai tigrotti l’attacco ad un brigantino inglese, ma questi non lo sentono, e per tutta risposta Adolfo Celi gli spara una cannonata che sfiora la barca o meglio, si sveglia di soprassalto investito da una vera ondata che lo rende completamente fradicio.
Dopo circa un’ora la rotta li porta tra due isole che li riparano dai venti. Vasco, osservando il mare sotto, lo vede piuttosto pericoloso e percorso da correnti instabili legate al deflusso di forti maree che alimentano vortici maligni. Rileva di essere su una linea di contatto tra Oceano Indiano ed Oceano Pacifico e l’effetto congiunto delle maree e della complessa orografia del territorio, fatto di decine di isole con rilievi anche alti e profondità marine variabili, richiedono la massima attenzione, e buone guide, per fare diving. Anche lo snorkeling va fatto con cautela osservando la zona da esplorare è stando vigili sulle correnti che possono imporsi improvvisamente dietro un promontorio o in prossimità del limite del reef. I luoghi però sono straordinari: arrivati a Pink Beach, la spiaggia ormai sull’isola di Komodo resa rosa dalla frammentazione del corallo rosso, di cui alcuni grossi frammenti giacciono sulla battigia, lo scenario subacqueo si presenta eccezionale con colori vivacissimi dei fondali pieni di corallo vivo e pesci colorati. Vasco insegue a lungo una grande tartaruga marina tra i coralli e la vegetazione subacquea ed ha un sobbalzo quando vede una seppia, o qualcosa di simile, lunga circa un metro che gli passa sotto le pinne. La sosta alla spiaggia rosa prosegue fino quasi all’imbrunire quando si spostano in una baia riparata dell’isola di Komodo poco distante. Il capitano questa sera vuole lavorare seriamente alla pesca e, con il bastone antidrago, attrezza una lampara mentre l’altro tigrotto riemerge dal retro con una cena a base di spaghetti al peperoncino, al dente come se fosse uscito da una cucina di Trastevere, pollo fritto e patatine come se fossimo ad Anversa. Cena occidentale insomma, ma anche questa impeccabile. Dopocena lo spettacolo dei pesci sotto la lampara è indimenticabile: prima una coltre di milioni di micropesci e poi la danza degli squid che come fantasmini appaiono e scompaiono, con movimenti irregolari, dal campo visivo. Più tardi due aristocratiche aragoste passeggiano sul fondale. Uno o due piccoli martin pescatori blu decidono di dare un’occhiata nonostante l’orario notturno. Il capitano pesca in sequenza con il bolentino un calamaro di circa mezzo chilo ed un altro enorme di quasi 2 kg. Vasco con l’altro bolentino riesce a prendere un calamaro ma dall’eccitazione lo perde e per poco ritirando su troppo velocemente il filo non prende un martin pescatore. Con lo spegnersi del generatore e delle luci la via lattea ed un cielo incredibilmente stellato ritornano a fare da unica ed infinita coreografia alle sfrenate danze sottomarine degli squid.




Panorama di Komodo lungo il long walk Isola di Komodo, 21/8/2009


La guida fa organizzare la colazione all’alba per essere i primi a entrare nel Parco a Komodo ed avere maggiori possibilità di osservare la fauna. Iniziano il long walk di circa 2,5 ore per primi e la densità di fauna è in effetti notevole, soprattutto di uccelli. L’incontro con i Cacatua dalla cresta gialla-Cacatua sulfurea, che qui hanno una delle ultime località in cui possono essere osservati allo stato selvatico, è fin troppo facile: quattro stanno alimentandosi su un albero pochi minuti dopo l’inizio della passeggiata. I Megapodes razzolano nel sottobosco e, vicino, la luce che filtra nella boscaglia illumina il padre di tutte le galline del mondo, un Gallus Gallus, qui eccezionalmente allo stato selvatico.


Gallo selvatico della specie originaria, Gallus gallus - Isola di Komodo, 21/8/2009


Numerosissimi sono gli Imperial Green Pigeon-Ducula Aenea, grossi piccioni colorati dalle carni molto apprezzate dagli indigeni, infatti Vasco, che ne osserva in modo strano le grasse cosciotte succulente, prima di qui, che è zona protetta, non li aveva mai visti. Un Red cheeked Parrot-Geoffroyus Geoffroyi, sfreccia velocissimo a mezz’aria nella foresta. Un bellissimo rigogolo Black-naped Oriole-Oriolus chinensis mangia tranquillo dei frutti su un albero vicino al sentiero. Un cervo passa vicino alla comitiva che poco dopo ha la fortuna di osservare anche una Flying Lizard o Lucertola volante sul tronco di un albero. La varietà di ambienti, anche forestali, e di animali di Komodo è superiore alle aspettative di Vasco, a parte i Varani di Komodo che si vedono molto meglio nel loro ambiente a Rinca.



Giovane Varano di Komodo Isola di Komodo, 21/8/2009


Nell’escursione a Komodo, a parte un giovane dragone appollaiato in cima ad una pianta, ne vede solo alcuni in prossimità degli edifici all’entrata del parco che sembravano imbalsamati. Un piccolo dragone però è entrato di corsa nella veranda di un’edificio del parco forse inseguendo un cinghialotto che è sfrecciato di fronte al bar verso la spiaggia. Komodo insomma è un buon posto per vedere animali anche se per gli standard di Vasco le osservazioni sono fin troppo facili ed anche il long walk non dà quel senso di wilderness che si percepisce circumnavigando l’isola. La sosta a Komodo comunque è stata più lunga del previsto e si opta per un ritorno alla spiaggia rosa in quanto le deviazioni su altre isole potrebbero rendere problematico il rientro prima di sera a Labuanbajo. Lo snorkeling con l’alta marea da un’immagine completamente diversa dei fondali, ma sempre suggestiva. Dopo la nuotata rigeneratrice e la lunga passeggiata mattutina l’appetito di Vasco è quasi minaccioso e divora con soddisfazione circa un kilogrammo di grandi anelli carnosi del grosso calamaro pescato la sera prima. Ci sono anche gado-gado e il famoso tempeh, uno dei piatti che la cucina tradizionale indonesiana ha portato in dote alla cucina macrobiotica di tutto il mondo. Quello preparato dal cuoco-marinaio-tigrotto è semplicemente spaziale. Dopo il caffè l’equipaggio con la vela in assetto di bolina saluta Komodo e si avvia per alcune ore di navigazione che li riporterà a Flores. Sulla via del ritorno Vasco, mentre assapora sulle labbra il contrasto tra il sale del Mare di Flores ed il dolce del filtro della sigaretta speziata Sampoerna, pensa che, tutto sommato, non disdegnerebbe una piccola deviazione, giusto di qualche mese, per approdare in almeno qualcuna delle altre 16.993 isole indonesiane che non ha ancora visitato.


Sulla rotta del ritorno Mare di Flores, 21/8/2009

sabato 3 ottobre 2009

Isola di Flores, Indonesia – Diario di viaggio: 4-Ruteng-Labuanbajo


Macaco mimetizzato presso il Ranamese Lake Isola di Flores, 18/8/2009


-segue- Estratto degli appunti di viaggio di Vasco, 4-da Bajawa a Ruteng e Labuanbajo (18-19/8/2009):
“La strada tra Bajawa e Ruteng scende con gradualità verso la costa sud dell’isola aggirando l’Inerie che continua a dominare questo tratto dell’isola. Si costeggia per diversi km un tratto di mare non particolarmente interessante e poi si ritorna verso l’interno. Degustiamo a metà mattina un bicchiere di palm wine da un artigiano distillatore locale. Registro con compiacimento che Nyman gli lascia le bottiglie di plastica di acqua minerale da noi usate lungo il viaggio per essere riutilizzate per imbottigliare il liquore: qui a Flores, almeno nei villaggi, non si butta via niente e tutto, anche il liquore, è all’insegna del kilometro zero ed i prodotti della terra e della foresta garantiscono quasi tutto il necessario per il sostentamento: dal riso e dalle banane, fonti di alimentazione primaria, alle uova, ai frutti tropicali al caffè. Riso, spezie, noccioline, caffè e cacao sono anche oggetto di esportazione. Risaliti sulla macchina il palm wine a metà mattina mi fa cadere in un sonno profondo. Mi risveglio in un ristorantino locale sulla strada dove mi viene servito un mediocre pork sate dal sapore di grasso di trattore bruciato, invecchiato sulla griglia. Ci sorprendiamo dell’arrivo di una comitiva di turisti polacchi e in particolare di una giovane che si presenta in questo posto in tenuta da modella con shorts e occhialoni scuri. Facciamo rientrare in posizione gli occhi dell’equipaggio e risaliamo verso le montagne dove dopo un paio d’ore arriviamo nella zona del Ranamese Lake accolti da un gruppo di macachi selvatici che ci osservano dal folto della foresta. Il posto è molto suggestivo e circondato da una fitta foresta primaria che si sta rimangiando ormai anche alcuni edifici originariamente dedicati all’accoglienza nell’area ed ora semi-abbandonati. Camminiamo per un po’ intorno al lago senza riuscire ad entrare in profondità per alcuni passaggi un po’scoscesi.


Ranamese Lake- strada tra Bajwa e Ruteng 18/8/2009


Nelle prime ore del pomeriggio la foresta è silenziosa e non si vede quasi nulla pur essendo questo un luogo considerato di notevole interesse ornitologico. Qui una spedizione di qualche anno fa ha rinvenuto vivo e vegeto l’Assiolo di Flores, Otus Alfredi, del quale erano precedentemente noti solo esemplari impagliati dell’800. Lasciato Danau Ranamese in meno di un’ora arriviamo a Ruteng. Nonostante questa sia la base principale per viaggi naturalistici nelle selvagge foreste dell’ovest di Flores la cittadina, al di là di un clima piacevolmente frizzante dato dalla posizione a 700 metri all’incrocio di diverse valli, non offre veramente niente oltre ad una certa confusione data dal suo essere un centro di commercio per i villaggi delle vallate. Anche i dintorni, un altopiano estesamente coltivato ed abitato, non ha nessuna parvenza delle foreste selvagge che auspicabilmente si trovano ancora da qualche parte qui intorno. Rinuncio, dopo l’esperienza del giorno prima sulla strada degli N’gada, a chiedere all’autista escursioni supplementari su strade sicuramente peggiori come risulta dalle mie ricerche internettiane. Per raggiungere Tanjung Kerita Mese, la foresta segnalata come biologicamente più importante dell’isola, è necessaria una spedizione apposita mentre altre escursioni nella zona richiederebbero una buona mappa, un robusto fuoristrada ed almeno un giorno in più tutti elementi che a noi mancano.




Missione Suster Santa Maria Berdukacita Ruteng, 18/8/2009






Ci sistemiamo presso la Wisma Suster Santa Maria Berdukacita, missione con edifici nuovissimi, pulitissimi, piastrelle scintillanti ed arredamento stile casa del parroco. Camera immacolata ed impianti idraulici perfetti curati sicuramente da un idraulico brianzolo in trasferta. Mi immagino la missione governata con severità da una austera madre superiore italiana o tedesca. La sensazione viene confermata dalle regole draconiane in vigore nell’area: niente fumo all’interno dai cancelli ed alle 21,00 vengono sbarrate le porte a doppia mandata, chi è dentro è dentro (chiuso dall’esterno) e chi è fuori è fuori. D’altra parte il posto pullula di novizie delle quali sentiamo all’imbrunire l’eco di candidi cori ecclesiali persi nei corridoi. Alla luce degli sguardi e delle battute che sembrano rivolgere loro i nostri membri dell’equipaggio, tenuti costantemente d’occhio da sorveglianti dallo sguardo arcigno, qualche rischio per le giovani novizie potrebbe esserci. Durante la notte penso che i due siano stati sprangati nei sotterranei mentre noi siamo prigionieri al primo piano, sprangato dall’esterno. La buona notizia è che, per la prima volta a Flores, c’è una bellissima doccia con acqua calda.





Spiderweb Ricefields-Dintorni di Ruteng 19/8/2009




Ripartiamo l’indomani per Labuanbajo dopo una breve visita di Campang Ruteng e Golu Curu Hill. Niente di speciale e lasciamo Ruteng con un po’ di rimpianto per non aver visto nulla delle foreste dell’ovest di Flores, vedremo, magari ricapiteremo in futuro da queste parti. Ci fermiamo dopo qualche km. ad osservare le suggestive spiderweb rice fields, un altro esempio di tecnica di raccolta e convogliamento dell’acqua con tecniche tradizionali plasmate sul territorio. Attraversiamo poi la fertile pianura di Lambar densamente popolata da volatili tra i quali una rara Wooly-necked Stork, Ciconia episcopus e risaliamo sui monti che circondano Labuanbajo coperti da un fitto manto forestale in buone condizioni.





Sulla strada da Ruteng a Labuanbajo Isola di Flores, 19/8/2009



Non c’è tempo di visitare la riserva chiamata Teletower Forest perché la barca ci aspetta giù al porto e siamo già in ritardo. Riscendendo verso la costa nord dell’isola la foresta si spinge fino quasi al mare. Labuanbajo, posta su una serie di baie, alcune con spiagge bianche, i monti verdeggianti di foreste alle spalle, ed innumerevoli isole di fronte è in una posizione magnifica. Un grande hotel in costruzione su una delle baie adiacenti ci fa pensare all’imminente sviluppo turistico che inevitabilmente raggiungerà questo luogo. Oggi comunque, pur essendo il posto a Flores dove si vedono più turisti occidentali, Labuanbajo è una cittadina concepita in modo tradizionale e cresciuta senza sviluppare le infrastrutture, con il porto un po’ incasinato, le strade piene di buche e trafficate, molta polvere e confusione. Anche qui, camminando sui “marciapiedi” (sconsigliati i passeggini), si corre il rischio di precipitare nelle voragini che si aprono sui canali fognari sottostanti. Se si è alti più di 1,70 insidiose lamiere consunte e taglienti attentano agli zigomi ed alla nuca. Ci arriviamo quando è in corso una sorta di Carnevale con una grande folla, carri e gruppi che affollano la strada principale. Lo sfilare dei gruppi professionali e delle associazioni, delle ragazze in velo musulmane seguite da un gruppo di travestiti locali seminudi, delle suore cattoliche in una profusione di coretti religiosi dei bambini delle missioni, di un grande carro induista accompagnato dalle colorite maschere balinesi, tutto questo ci fornisce una variegata istantanea di quel caleidoscopio di culture isolane che è l’Indonesia, uno straordinario arcipelago di culture e di umanità che ci affascina e che ci sorprende.



il porto di Labuanbajo Isola di Flores, 19/8/2009



Salutiamo infine i nostri due simpatici compagni di viaggio Nyman e Melchie e saliamo su una imbarcazione che ci condurrà in navigazione per tre giorni verso le isole di Rinca e Komodo”. (18-19/8/2009)







Melchie (driver) e Nyman (guide)-Isola di Flores 18/8/09