domenica 4 ottobre 2009

Navigando tra Flores e Komodo

Varano di Komodo Isola di Komodo, Indonesia 21/8/2009


Vasco e consorte si imbarcano a Labuanbajo, sulla costa nordovest dell’Isola di Flores, per tre giorni di navigazione che li porteranno a visitare le isole e il Parco nazionale di Komodo e Rinca. Il natante che li ospita è una vecchia barca da pesca riadattata per usi escusionistici. In linea con le sistemazioni di Flores, è piuttosto spartana, ma è ben tenuta ed organizzata: una veranda fa ombra su un bel tavolone con panche ed uno spazio riposo con due materassi impermeabili che appaiono da subito un invitante giaciglio per la notte, più in là uno spazio per prendere il sole facendo attenzione a non essere risucchiati dalle ondate in mare, al di qua un grande frigobar di plastica pieno di ghiaccio nel quale Vasco ha riposto una abbondante riserva di Bintang e succhi di mango, sul tavolo compare un bel cesto di banane appena colte, sotto tutto l’occorrente per l’ottimo ginger tea e caffè caldo di Flores. Si può quindi fare tutto in coperta senza problemi: mangiare, dormire, bere il caffè, fumare, appisolarsi, tuffarsi con le pinne, pescare, osservare uccelli e draghi, farsi la doccia o avvolgere dal cielo stellato.


Sulla rotta per Rinca 19/8/2009




L’equipaggio è composto da un protestante di rito calvinista olandese originario di Timor, che farà da guida, munita di enorme bastone biforcato antidrago, nelle escursioni a terra, e due fratelli dai lineamenti più tipicamente malesiani, molto scuri e pronunciati, piuttosto giovani e, secondo la consorte, bellocci, che corrispondono all’immaginario salariano del tipico “Pirata della Malesia”. Vasco si inquieta un po’ quando scopre che il più giovane dei due, il marinaio, è affetto da sordomutismo incipiente, cosa che probabilmente non faciliterebbe le comunicazioni in caso di emergenza in mare o se fosse risucchiato da un’ondata durante la pennichella pomeridiana. Lo vede però muoversi con sapienza nel traffico del porto e nell’organizzazione della barca e si tranquillizza. Dopo un’ora di navigazione costeggiando la costa nord ovest di Flores approdano su una delle tante bellissime isolette della zona circondate da reef e con spiaggia bianchissima. Si tuffano con pinne e maschera direttamente dalla barca e sono accolti sott’acqua da una stupenda prateria di corallo vivo dai colori vivaci. I pesci non sono tantissimi ma in un angolo osservano, tenendosi a distanza, ben tre temibili Lion Fish. Al termine dello snorkeling l’equipaggio li accoglie con bidone e mastello di acqua dolce per la doccia appena risaliti sulla barca. Vasco, asciugandosi guardando il mare cristallino e la cornice ininterrotta di isole e montagne senza nessun turista o insediamento all’orizzonte, si sente molto vicino al paradiso. Involontariamente le sue radici brianzole lo portano anche a pensare che, secondo i suoi calcoli, un giorno di tutto questo ben di Dio gli costano probabilmente meno che mangiare una pizza e birra a Milano. Verso l’imbrunire raggiungono un’isola con un’estesa foresta di mangrovie. Poco prima che cali il buio della notte, prima alcune, poi migliaia e migliaia di Flying Foxes si involano verso Flores. Ancorati qui per la notte, Vasco e consorte girandosi verso il tavolo non credono ai propri occhi: una tavolata imbandita di tutto punto con piatti, piattini, salse, riso…da un lato uno straripante vassoio di tranci di barracuda al chilly, di qui ricchissimi noodles, verdure e riso. Per la prima volta nel viaggio i noodles, nonostante siano stati cucinati negli spazi ristretti della barca, non sanno di cherosene e sono ottimi. Il barracuda cotto alla perfezione e non sottomesso dalla salsa che lo accompagna ha un sapore squisito e gli spinaci d’acqua, con la loro fragranza ed umidità simile alle puntarelle di Roma, bagnano il palato alternandosi al riso che Vasco ormai è uso fare arrossire con abbondante salsa piccante Sambal. Incrocia con lo sguardo il marinaio che li guarda mentre gustano le sue prelibatezze sorseggiando un bicchiere di palm wine e manifesta la sua approvazione. Probabilmente la cucina per lui è diventata un modo di comunicare con gli altri e Vasco e consorte maturano la convinzione, suffragata dalle successive preparazioni, che il ragazzo, venticinquenne, abbia effettivamente grandi potenzialità ai fornelli. Il fratello capitano, anche lui gradevolmente taciturno ma molto efficiente, risponde da par suo pescando con il bolentino un bel pesciazzo ed un calamaro. Al termine della cena, spento il generatore e le luci, un possente cielo stellato con una via lattea infinita introduce ad un sonno profondo in una notte tranquilla e fresca, accompagnata dal movimento leggero dei flutti.

Al risveglio Vasco intravede le ultime Flying foxes rientrare al posatoio con le prime luci dell’alba ed alle 7,00 è già a tavola con banane, una tazza di caffè fumante ed alcuni toast caldi croccanti chiusi a mo’ di panzerotto e ripieni di uova, pomodori e spezie, molto gustosi senza che ci sia dentro la minima traccia di prosciutto o formaggio.



Panorama lungo il long walk nel Parco Nazionale - Isola di Rinca 20/8/2009


Poco dopo, l’approdo al molo di entrata a Rinca del Parco Nazionale e inizio della long walk di circa due ore che consente di vedere i diversi ambienti dell’isola. Ai margini del letto di un fiumetto diversi Megapodes razzolano nel sottobosco. Sono gli unici uccelli al mondo che depongono le uova sottoterra abbandonandole. Il pulcino, se ce la fa, affiora dalla terra dopo la schiusa come un marziano in un film di fantascienza degli anni 60 e comincia a girare ed alimentarsi, tutto solo. Risalendo sulla collina uno stupendo panorama si apre su Rinca e la sua vegetazione sparsa con palme altissime, sulle isole vicine e sul mare multicolore che le circonda. I dragoni di Komodo sono ovunque, da quelli più assonnati e fermi in prossimità dell’entrata nel Parco, a quelli più pimpanti e selvatici nelle parti più esterne. Quando si spostano sono veramente impressionanti. Uno, lungo più di tre metri, annusa e sente la presenza di un bufalo selvatico che vediamo a circa 300 metri sulla collina.

































Bufalo selvatico e Varano di Komodo Isola di Rinca, 20/8/2009

Il bufalo è una delle prede preferite del varano che per prenderlo lo paralizza con il suo morso e poi la mangia lentamente, anche per giorni e giorni. Visti da vicino, anche gli artigli e la possente coda incutono un certo timore, e sono stati all’occorrenza usati per predare anche essere umani. Per camminare lungo il sentiero è necessario essere accompagnati da almeno due guide, una davanti ed una dietro, attrezzate con l'apposito bastone antidrago. La guida davanti fa uno scatto e fa lasciare strada ad un grosso varano che avanza risoluto lungo il sentiero in rotta di collisione con la comitiva. In totale ne incontrano 10 lungo il long walk, prevalentemente nella parte iniziale. Vasco si chiede come possano alimentarsi tutti questi varani, ora che il parco non li alimenta più per non comprometterne la selvaticità, e l’isola di Rinca, grande ad occhio come l’isola d’Elba, pare che ne ospiti più di 1200.


Varano di Komodo Isola di Rinca, 20/8/2009


Probabilmente un buon meccanismo di regolazione naturale è in questo caso il cannibalismo che interessa in particolare i piccoli, costretti a crescere in cima alle piante. Lasciata Rinca c’è tempo per un tuffo ai bordi di una foresta di mangrovie in alta marea per rinfrescarsi dalla camminata ed un lunch a base di baby tuna, gado gado e gli anelli del calamaro pescato la sera prima intrisi in una salsa gialla speziata di lime, buonissimi. Non è tutto, al piacere della buona tavola si aggiunge, all’interno di un contesto ambientale già in sé suggestivo, l’affiorare dall’acqua di decine di delfini che passano di fianco alla barca mentre si spostano verso Rinca. Ammaliante.
Si alza un po’ d’aria e si fa rotta verso Komodo. I tigrotti issano la vela per sfruttare il forte vento a favore ed a questo punto tutti si sentono veramente salgariani e concentrati nell’affrontare un tratto di mare piuttosto aperto e leggermente impegnativo. Vasco, in piena fase post-prandiale, si assopisce e sogna di ordinare ai tigrotti l’attacco ad un brigantino inglese, ma questi non lo sentono, e per tutta risposta Adolfo Celi gli spara una cannonata che sfiora la barca o meglio, si sveglia di soprassalto investito da una vera ondata che lo rende completamente fradicio.
Dopo circa un’ora la rotta li porta tra due isole che li riparano dai venti. Vasco, osservando il mare sotto, lo vede piuttosto pericoloso e percorso da correnti instabili legate al deflusso di forti maree che alimentano vortici maligni. Rileva di essere su una linea di contatto tra Oceano Indiano ed Oceano Pacifico e l’effetto congiunto delle maree e della complessa orografia del territorio, fatto di decine di isole con rilievi anche alti e profondità marine variabili, richiedono la massima attenzione, e buone guide, per fare diving. Anche lo snorkeling va fatto con cautela osservando la zona da esplorare è stando vigili sulle correnti che possono imporsi improvvisamente dietro un promontorio o in prossimità del limite del reef. I luoghi però sono straordinari: arrivati a Pink Beach, la spiaggia ormai sull’isola di Komodo resa rosa dalla frammentazione del corallo rosso, di cui alcuni grossi frammenti giacciono sulla battigia, lo scenario subacqueo si presenta eccezionale con colori vivacissimi dei fondali pieni di corallo vivo e pesci colorati. Vasco insegue a lungo una grande tartaruga marina tra i coralli e la vegetazione subacquea ed ha un sobbalzo quando vede una seppia, o qualcosa di simile, lunga circa un metro che gli passa sotto le pinne. La sosta alla spiaggia rosa prosegue fino quasi all’imbrunire quando si spostano in una baia riparata dell’isola di Komodo poco distante. Il capitano questa sera vuole lavorare seriamente alla pesca e, con il bastone antidrago, attrezza una lampara mentre l’altro tigrotto riemerge dal retro con una cena a base di spaghetti al peperoncino, al dente come se fosse uscito da una cucina di Trastevere, pollo fritto e patatine come se fossimo ad Anversa. Cena occidentale insomma, ma anche questa impeccabile. Dopocena lo spettacolo dei pesci sotto la lampara è indimenticabile: prima una coltre di milioni di micropesci e poi la danza degli squid che come fantasmini appaiono e scompaiono, con movimenti irregolari, dal campo visivo. Più tardi due aristocratiche aragoste passeggiano sul fondale. Uno o due piccoli martin pescatori blu decidono di dare un’occhiata nonostante l’orario notturno. Il capitano pesca in sequenza con il bolentino un calamaro di circa mezzo chilo ed un altro enorme di quasi 2 kg. Vasco con l’altro bolentino riesce a prendere un calamaro ma dall’eccitazione lo perde e per poco ritirando su troppo velocemente il filo non prende un martin pescatore. Con lo spegnersi del generatore e delle luci la via lattea ed un cielo incredibilmente stellato ritornano a fare da unica ed infinita coreografia alle sfrenate danze sottomarine degli squid.




Panorama di Komodo lungo il long walk Isola di Komodo, 21/8/2009


La guida fa organizzare la colazione all’alba per essere i primi a entrare nel Parco a Komodo ed avere maggiori possibilità di osservare la fauna. Iniziano il long walk di circa 2,5 ore per primi e la densità di fauna è in effetti notevole, soprattutto di uccelli. L’incontro con i Cacatua dalla cresta gialla-Cacatua sulfurea, che qui hanno una delle ultime località in cui possono essere osservati allo stato selvatico, è fin troppo facile: quattro stanno alimentandosi su un albero pochi minuti dopo l’inizio della passeggiata. I Megapodes razzolano nel sottobosco e, vicino, la luce che filtra nella boscaglia illumina il padre di tutte le galline del mondo, un Gallus Gallus, qui eccezionalmente allo stato selvatico.


Gallo selvatico della specie originaria, Gallus gallus - Isola di Komodo, 21/8/2009


Numerosissimi sono gli Imperial Green Pigeon-Ducula Aenea, grossi piccioni colorati dalle carni molto apprezzate dagli indigeni, infatti Vasco, che ne osserva in modo strano le grasse cosciotte succulente, prima di qui, che è zona protetta, non li aveva mai visti. Un Red cheeked Parrot-Geoffroyus Geoffroyi, sfreccia velocissimo a mezz’aria nella foresta. Un bellissimo rigogolo Black-naped Oriole-Oriolus chinensis mangia tranquillo dei frutti su un albero vicino al sentiero. Un cervo passa vicino alla comitiva che poco dopo ha la fortuna di osservare anche una Flying Lizard o Lucertola volante sul tronco di un albero. La varietà di ambienti, anche forestali, e di animali di Komodo è superiore alle aspettative di Vasco, a parte i Varani di Komodo che si vedono molto meglio nel loro ambiente a Rinca.



Giovane Varano di Komodo Isola di Komodo, 21/8/2009


Nell’escursione a Komodo, a parte un giovane dragone appollaiato in cima ad una pianta, ne vede solo alcuni in prossimità degli edifici all’entrata del parco che sembravano imbalsamati. Un piccolo dragone però è entrato di corsa nella veranda di un’edificio del parco forse inseguendo un cinghialotto che è sfrecciato di fronte al bar verso la spiaggia. Komodo insomma è un buon posto per vedere animali anche se per gli standard di Vasco le osservazioni sono fin troppo facili ed anche il long walk non dà quel senso di wilderness che si percepisce circumnavigando l’isola. La sosta a Komodo comunque è stata più lunga del previsto e si opta per un ritorno alla spiaggia rosa in quanto le deviazioni su altre isole potrebbero rendere problematico il rientro prima di sera a Labuanbajo. Lo snorkeling con l’alta marea da un’immagine completamente diversa dei fondali, ma sempre suggestiva. Dopo la nuotata rigeneratrice e la lunga passeggiata mattutina l’appetito di Vasco è quasi minaccioso e divora con soddisfazione circa un kilogrammo di grandi anelli carnosi del grosso calamaro pescato la sera prima. Ci sono anche gado-gado e il famoso tempeh, uno dei piatti che la cucina tradizionale indonesiana ha portato in dote alla cucina macrobiotica di tutto il mondo. Quello preparato dal cuoco-marinaio-tigrotto è semplicemente spaziale. Dopo il caffè l’equipaggio con la vela in assetto di bolina saluta Komodo e si avvia per alcune ore di navigazione che li riporterà a Flores. Sulla via del ritorno Vasco, mentre assapora sulle labbra il contrasto tra il sale del Mare di Flores ed il dolce del filtro della sigaretta speziata Sampoerna, pensa che, tutto sommato, non disdegnerebbe una piccola deviazione, giusto di qualche mese, per approdare in almeno qualcuna delle altre 16.993 isole indonesiane che non ha ancora visitato.


Sulla rotta del ritorno Mare di Flores, 21/8/2009

Nessun commento: