domenica 28 febbraio 2010

Pizza e Rugby a Roma

Sei Nazioni 2010: Italia-Scozia Roma, Stadio Flaminio, 27/2/2010

Tre cornetti, uno alla crema, uno alle visciole, uno nature, come colazione, giro per il quartiere San Giovanni e le sue invitanti botteghe alimentari, pizza al taglio rossa calda, due tranci di pizza bianca con mortadella, eccellente posto in tribuna scoperta centrale al Flaminio, brindisi con Nero d'Avola del 2008 con gli scozzesi senza aspettare il terzo tempo, anzi per la verità già alla fine del primo, rientro con Freccia Rossa a Milano affrontato con riserva di ulteriori due tranci di pizza bianca e mortadella. Nello zaino, un piccolo bottino di generi alimentari non reperibili nel milanese: un bel guancialone, una confezione di mozzarelle di bufala fresche dell'Agro Pontino, due succulenti sacchetti di puntarelle lavate provenienti dal Mercato Latino di San Giovanni. Rientro in Brianza giusto in tempo per vedere la medaglia d'oro di Razzoli nello speciale delle Olimpiadi di Vancouver. Sabato all'insegna dello sport quindi, coronato da due importanti vittorie italiane di livello internazionale, la settima vittoria italiana al Sei Nazioni dall'inizio della partecipazione, la prima medaglia olimpica, d'oro, nello sci maschile da Lillehammer 1994. Al termine di questa giornata sportiva, Vasco Cesana si sorpende del responso dalla bilancia elettronica di casa: nonostante l'intensa attività agonistica non è affatto dimagrito.

Pizze al taglio in un fornaio di San Giovanni Roma, 27/2/2010
Passeggiando in mattinata per il quartier di San Giovanni, nel ripercorrere le vie delle conquiste dell'Impero Romano, via Gallia, via Pannonia, via Britannia, Vasco, come già aveva avuto modo di notare in passato, ne respira il clima "vissuto", di vero quartiere cittadino, fatto da botteghe, abitudini, conoscenze, di "middle class" romana di vario censo, di famiglie che vi abitano da più o meno tempo ma che il quartiere lo vivono ed al quale "ci tengono". Un grande quartiere che, nonostante i suoi circa 300.000 abitanti, riesce a suo modo ad essere ancora a "misura d'uomo", nonostante il traffico, i problemi di parcheggio ed i prezzi delle case sempre più alti. Un tessuto che consente ancora, almeno per il momento, di conservare anche un "mercato" di generi alimentari di qualità, grazie al ritrovarsi di una domanda "esigente", non perchè chiede prodotti firmati o recensiti nelle riviste specializzate, ma perchè chiede, come soprattutto gli anziani sanno, quello che hanno sempre avuto, i prodotti tradizionali della gastronomia italiana e romana, magari poveri, ma insuperabili nel loro gusto semplice ed antico. Incontrandosi con una offerta di piccoli commercianti ed artigiani che sanno, di persona, senza mediazioni massmediatiche o politiche commerciali centralizzate, cosa i loro clienti vogliono, dai tagli delle carni, al pesce di giornata, alla fragranza del pane. E così San Giovanni è un buon posto dove si possono trovare dei gelatai di ottimo livello, dei negozi che hanno il guanciale ed il capocollo "giusto", fornai e botteghe che offrono tra le migliori pizze bianche e rosse al taglio della città, un grande mercato rionale dove si trova tutto, dalle puntarelle al pesce fresco di qualità.

Mischia durante Italia-Scozia Roma, 27/2/2010


Castrogiovanni, Mirco e Mauro Bergamasco in una fase di Italia Scozia, 27/2/2010



Il pomeriggio al Flaminio, sotto un sole in questa stagione sconosciuto ai milanesi, ha subito l'aria di essere di quelli giusti. Infatti non c'è Paterson, il cecchino infallibile ai calci della nazionale scozzese, giustiziere dell'Italia agli ottavi di finale dei Mondiali del 2007. I quindici azzurri partono bene ma non riescono a decollare e gli scozzesi, anche se poco incisivi in attacco, sembrano piuttosto coriacei. Poi, durante la ripresa, grazie anche al sostegno del pubblico che risveglia gli italiani a rischio stanchezza, un crescendo coronato forse dalla migliore meta italiana in azione degli ultimi anni, con un'azione incisiva su spinta possente. Assistere ad una partita di rugby al Flaminio come questa, con meta e vittoria in una partita del Sei Nazioni, quando lo stadio letteralmente esplode ed abbraccia pure gli scozzesi in kilt, è un'esperienza da ricordare, anche perchè non avviene molto spesso. Per questa volta la conquista della Britannia è andata oltre il Vallo di Adriano.
Italia-Scozia 16-12 Roma, 27/2/2010



sabato 13 febbraio 2010

Garden Winter Birds 1

Verdoni in the garden, 30/1/2010

L’inverno è una stagione piuttosto intrigante nel giardino di Vasco Cesana nella Brianza monzese: gli arrivi degli uccelli invernali, spinti vicino a casa dal maltempo, gli alberi spogli, la galaverna che nelle mattine più fredde e umide copre le foglie secche e gli arbusti, le nevicate che si susseguono con una frequenza sconosciuta, appagano il suo spirito di osservazione riservandogli anche qualche interessante sorpresa.

La tecnica di bird gardening, la cura del giardino per attirare gli uccelli selvatici, seguita da Vasco è molto semplice: giardino di piante autoctone, qualche albero da frutto ben acclimatato nell’alta Lombardia, uccelli rigorosamente a dieta naturale per non fare loro perdere le abitudini selvatiche, con eccezione solo nelle settimane più fredde tra dicembre e febbraio quando allestisce una piccola mangiatoia costruita in modo da evitare le scorribande di storni, merli e cornacchie e consentire l’accesso solo ai passeriformi più piccoli. Inoltre, per le specie meno propense ad entrare nella mangiatoia, ha pulito alcune zone a terra dove lascia, solo nei giorni più freddi, semi ed altre granaglie.
Tra la fine dell'autunno e l’inizio dell’inverno una delle fonti di cibo più apprezzate dagli uccelli sono i cachi. La stagione 2009 è stata molto produttiva con 120 cachi su una pianta di poco più di tre metri, un record. Il problema è che sia Vasco sia gli uccelli sono ghiotti di cachi: con decisione democratica ha così deciso di tenerne per sé e consorte 60, colti ed in gran parte poi fatti maturare sul balcone, e 60 lasciati in natura.
Non è riuscito però a evitare che dei 60 lasciati sull'albero circa 55 siano stati mangiati poco democraticamente dagli storni, 3 o 4 dai merli e solo l’equivalente di 1 spartito tra capinere, che ne sono ghiotte, scriccioli e pettirossi. Della quota che si è tenuta per lui, Vasco ha apprezzato la dolcezza, meglio se freschi a temperatura ambiente. Una semplice preparazione che valorizza i cachi è quella di sbucciare i cachi, schiacciarne un po' la polpa e metterla in un bicchiere sopra un letto di amaretti di saronno sbriciolati e cospargendo sopra qualche seme di melograno: ne risulta un buon equilibrio tra dolce, amarognolo, morbidezza e fragranza.

Storno - in the garden, 27/12/2009



Passera scopaiola - in the garden, 7/1/2009

Fringuello M - in the garden, 11/1/2009

Le preferenze alimentari degli uccelli del giardino di Vasco nel periodo invernale sono risultate, nell’ordine: i semi di girasole, che riscuotono un consenso unanime con particolare gradimento da fringuelli e verdoni; gli avanzi di panettone che sembrano aver portato uno dei pettirossi ad un livello di obesità allarmante e che non dispiacciono anche al codirosso spazzacamino; le arachidi e le noci triturate che sembrano le preferite da cinciallegre, cinciarelle e passera scopaiola; il miglio che sembra essere preferito dalle passera mattugia.

l discreto movimento intorno al giardino ha visto in tempi recenti anche la presenza di qualche specie piuttosto inconsueta in zone abitate: un frosone si è fermato in alimentazione sull’acero campestre, spezzandone i rametti con potenti colpi di becco, un falco smeriglio è sfrecciato sopra il giardino, una trentina di fanelli ha frequentato l’incolto di fronte per diversi giorni. Nell’inverno scorso sono anche comparsi dentro al giardino e sostato in zona una coppia di zigoli neri, un uccello per il quale ci sono osservazioni abbastanza sporadiche nel periodo invernale nell’alta pianura padana.

Dalla metà di febbraio qualcuno degli ospiti si prepara al rientro verso le zone di nidificazione del nord, altri cominciano ad accennare qualche canto territoriale. E' il momento, a meno di freddi improvvisi, di smettere di alimentare la mangiatoia e di lasciare che la natura faccia il suo corso. Il viaggio ad emissioni zero però continua.

Zigolo nero maschio - in the garden, 1/2/2009

Verdone - in the garden, 30/10/2010
Stormo di gabbiani comuni - from the garden, 10/10/2010

lunedì 1 febbraio 2010

Al di là del muro: Betlemme

Il centro di Betlemme dalla piazza della Nativita 3/1/2010


Una decina di km scarsi separano Gerusalemme da Betlemme. Nel mezzo, il muro. Imponente, inquietante, si insinua lungo le dolci colline di questa zona densamente abitata separando abitazioni e destini , alimentando rancori, diffondendo percezioni di sicurezza o di oppressione. La procedura per la visita individuale di Betlemme è standardizzata: taxi israeliano fino al muro, attraversamento a piedi dei controlli di sicurezza (veloce in uscita da Israele, estenuante al ritorno dai territori dell’Autorità Nazionale Palestinese) su lunghi percorsi pedonali canalizzati, taxi palestinese al di là del muro che accompagna i visitatori fino in prossimità della Basilica della Natività e viceversa.


Il muro visto da Gerusalemme vecchia 31/12/2009

Il punto di attraversamento per Betlemme 3/1/2010


Vasco e consorte passano a Betlemme una mezza giornata riuscendo a entrare, con l’aiuto di una esperta guida palestinese, nella Grotta della Natività insinuandosi tra i fedeli della messa ortodossa della domenica mattina, e visitando la Basilica e le sue pertinenze con parti risalenti all’epoca di Costantino. Riescono fortunatamente ad anticipare il flusso di pullman che traspongono qui ondate di crocieristi da Haifa in escursione invasiva ed anche a seguire con interesse e forse con un certo coinvolgimento spirituale la messa che si tiene, proprio sopra il luogo dove sarebbe nato Gesù Cristo, in vista del Natale ortodosso che si celebrerà da lì a pochi giorni. Hanno tempo poi anche di girare per le strade di Betlemme e di respirare un po’, certo in modo superficiale ma pur sempre in presa diretta, il clima che si percepisce in questo angolo dei territori palestinesi, esposto peraltro ad un forte flusso turistico prettamente di transito, ma che anch’esso ha vissuto le tensioni dell’area, come nel 2002 quando, proprio qui, nel corso della seconda Intifada, si verificò quello che venne chiamato l’assedio della Natività con prolungati scontri a fuoco tra palestinesi asserragliati nella Basilica ed esercito israeliano.
Interno della Basilica della Natività Betlemme, 3/1/2010
Le tante croci della Basilica della Natività dal Peace Center di Betlemme (colori rielaborati) 3/1/2010

Queste tensioni sembrano oggi stemperate ma certamente non sopite, anche per le difficoltà economiche che si percepiscono chiaramente pure in questa zona per così dire “di vetrina”. Vasco è colpito dal fatto che, nonostante il forte afflusso di turisti e pellegrini, pochissimi si fermino per fare acquisti o consumare qualcosa anche perché o forse proprio per questo non sembrano esserci strutture di accoglienza adeguate. I presepi però in legno d’ulivo sono molto belli e decide, contrariamente alle proprie abitudini parsimoniose negli acquisti di viaggio, di comprarne uno al prezzo di circa 50 dollari. Al terzo passaggio non resiste, nonostante l’abbondante colazione del King David fatta in mattinata, agli invitanti Falafel, le polpette di ceci e spezie tipiche mediorientali, del secondo negozietto che si incontra salendo lungo la strada di accesso al piazzale della Basilica. Ne mangia in sequenza uno, due, tre, quattro e pure il quinto che pensava di tenersi per la merenda del pomeriggio. Sono deliziosi, i migliori che abbia mai mangiato. Da provare assolutamente. Saranno anche la cosa gastronomicamente più interessante gustata nei giorni passati in una Gerusalemme che da questo punto di vista non ha riservato nulla di particolarmente esaltante.
La guida palestinese li porta poi con una nuova Golf fiammante senza targa, dispersa nei meandri delle pratiche d’immatricolazione, su una collina a qualche km, dalla quale si vede il villaggio di Betlemme e la Basilica della Natività in lontananza. Entrando in un parco gestito dai Francescani si immergono in un’oasi di verde e di pace circondata dagli ulivi. Qui e là spuntano degli affioramenti rocciosi ed infine alcune grotte. Da una di esse li raggiunge soffusa una melodia dolcissima che li conduce in una grotta ampia, dove alcune donne cristiane palestinesi stanno eseguendo, con perfezione armonica rinforzata dall’acustica naturale del luogo, il canto “Adeste Fideles Laeti triumphantes. Venite, venite in Bethlehem. Natum videte Regem angelorum. Venite adoremus . Venite adoremus.. “ . Ascoltare questo coro nella grotta dei pastori di Betlemme, porta Vasco in una dimensione quasi trascendente, come se avesse raggiunto il presepe di casa che osservava affascinato da bambino o percepisse i pastori ancora in giro qui, come quella sera di 2010 anni fa, a raccogliere le loro pecore ed ad interrogarsi sulle invocazioni che venivano loro rivolte.
Percorso di attraversamento pedonale del confine tra zona israeliana e zona palestinese presso Betlemme 3/1/2010