sabato 14 marzo 2009

Un weekend di fine inverno a Roma


Scorcio nel rione Campitelli

Un weekend di fine inverno a Roma, forse per Vasco uno degli ultimi romani. Il programma è fitto di appuntamenti cultural-sportivi. Serata di venerdì dedicata alle mostre del Palazzo delle Esposizioni, nella giornata di apertura serale fino alle 22,30. Non grande, ma ben congegnata, quella sugli Etruschi, che Vasco aveva cominciato a conoscere nella vicina Cerveteri dalla quale provengono molti dei reperti. Interessanti gli allestimenti multimediali, ed in particolari quelli per la cerimonia di Adone, con la rievocazione di questo rito quasi sabbatico delle donne etrusche in adorazione per la venuta di questo ragazzotto mitologico, con balli e canti orgiastici che le signore inscenavano alla fine di luglio nelle giornate più calde dell’anno. Naturalmente questa fortuna di Adone si risolve presto in tragedia ed alla mattina le donne, affrante, ne compiangevano la morte. Interessanti le evidenze delle influenze etrusche sulla successiva simbologia romana a partire dalle asce riprese nei fasci (ci sarà lo zampino della nuova amministrazione capitolina?), dalle coreografie delle vittorie fino alle interrogazioni degli aruspici ed alla lettura dei segni della natura come il volo degli uccelli (cosa invece nella quale la precedente amministrazione capitolina evidentemente non eccelleva). Molto interessante anche se con un taglio molto scolastico la mostra su Darwin. Vasco, studiando i carteggi esposti dei cinque anni di viaggio sulla Beagle e dei successivi confronti con gli scienziati dell’epoca, vi ha scoperto la vera forza dell’intuizione darwiniana: la semplicità, senza grossi bagagli e approfondimenti di conoscenze scientifiche preliminari, ma sorretta da una straordinaria curiosità e capacità di osservare i fenomeni in modo non convenzionale. Poi, il rigore con la quale l’idea è stata sottoposta a innumerevoli riscontri ed una grande cautela nel trarre conclusioni, nel timore di apparire alla severa comunità scientifica britannica come un egocentrico arrivista, aspettando ben quindici anni prima di pubblicare in forma strutturata la sua teoria dell’evoluzione. Vasco ringrazia il Maestro, e si augura che l’evoluzione della specie porti rapidamente all’estinzione i creazionisti anche se qui Sir Charles gli ricorderebbe che, in particolare in sistemi chiusi o potremmo dire oggi autoreferenziali, il meccanismo della selezione non premia necessariamente i caratteri migliori e può vedere l’affermarsi di aspetti degenerativi che possono condurre la specie fino all’estinzione. Terminata la visita con un crescente appetito, Vasco opta per un pizza margherita alla vicina Gallina Bianca, come sempre ottima e digeribilissima anche se divorata dopo le 23.
Il mercato di Campo dei Fiori al sabato mattina

Il sabato mattina, dopo una lunga passeggiata per le vie del centro, trova ancora una volta trova sbarrata l’entrata a Santa Maria del Popolo. Innervosito, decide di dirigersi al mercato di Campo dei Fiori, dove si rasserena osservando la bellezza e varietà delle verdure esposte, a partire dai carciofi. Ha qualche timore a cimentarsi in cucina con questi ed opta infine per un bel mazzo di puntarelle, un’altra di quelle cose speciali che si trovano solo a Roma. Si allontana sgranocchiando una buona pizza bianca del Forno di Campo dei Fiori, in una Roma abbagliata dalla limpidezza di una delle sue giornate soleggiate di fine inverno, sferzata da una gelida Giannetta o vento di tramontana. Più tardi, a casa, dà un’ulteriore ripulita alle puntarelle e sbatte il condimento a base di olio e alici mentre si esalta guardando in televisione uno straordinario match del Sei Nazioni tra Galles ed Inghilterra. Si prepara quindi uno dei piatti più efficaci della cucina romana, i tonnarelli cacio e pepe. Un piatto semplice e veloce, certo, ma che esige rispetto e massima concentrazione. Gli ingredienti ed il sincronismo dei tempi devono essere perfetti, non c’è margine di errore: la sapidità del pecorino romano scelto, che deve essere tale da non richiedere l’aggiunta di sale nell’acqua di cottura dei tonnarelli (se poco salato questa scelta li renderebbe sciapi) regolando la quantità di formaggio da grattugiare finemente (se troppo salato ne bisogna usare meno), la cottura dei tonnarelli che deve essere tale da completarsi nei 60-90 secondi in cui transiteranno nell’olio e pepe fumante, integrato in due riprese con l’acqua di cottura della pasta che, per il secondo passaggio deve essere messa da parte per completare lo scioglimento del pecorino. I tonnarelli, al dente, devono essere serviti con il cacio disciolto ancora piuttosto liquido ma sufficientemente consistente, tale da avvolgerli senza perdere la presa. Mai i tonnarelli devono prosciugarsi troppo e mai il cacio si deve raggrumare. Vasco è molto soddisfatto dei suoi tonnarelli mentre deve ancora scoprire qualcosa sul condimento per le puntarelle acquistate a Campo dei Fiori, comunque ottime e croccanti. Dopo cena nuova passeggiata, con doppio scollinamento, fino al Cinema Barberini e ritorno per vedere un film veramente ben fatto ed interessante “Frost-Nixon, il duello”. Vasco vi apprezza la personalità di Nixon, ultimo Presidente intimamente incompatibile con il sistema moderno dell’immagine mass-mediatica, quindi piuttosto simpatico. Si ricorda di essersi sorpreso una volta nel trovare una sua grande foto appesa nel soggiorno della casa di Singapore dell’ex addetto commerciale del consolato statunitense a Milano, nonostante questo gli fosse sembrato di orientamento piuttosto liberal, e questi gli confidò che Nixon, per i pochi americani seri cultori della politica internazionale, rappresentava forse l’unico caso di Presidente che ci capisse veramente qualcosa, non solo grazie e, qualche volta, nonostante, l’aiuto di Kissinger. Seduti esattamente di fianco a Vasco, all’interno del cinema Barberini, l’ex Presidente della Camera e Leader dell’UDC Casini e consorte Azzurra, entrambi molto casual e cool. Vasco accenna una battuta a Pierre sulla personalità politica di Nixon ma l’autorevole esponente dei moderati italiani è pesantemente assopito. Domenica dedicata al rugby con la prima partita del Sei Nazioni 2009 al Flaminio. Questo stadio è sempre piacevole, garantendo una giusta vicinanza ai giocatori senza essere piccolo. I posti prenotati dal gruppo di appassionati ai quali per la seconda edizione si è aggregato Vasco sono ottimi e la compagnia è simpatica, oltretutto attrezzata con una discreta riserva di pizze e dolcetti. Vasco si beve anche un tipico Caffè Borghetti, bevanda diffusa negli stadi romani. La partita dell’Italia però è piuttosto disastrosa, soprattutto nel secondo tempo. In un match con una squadra nettamente più forte non è tanto importante in sé la sconfitta ma il come si perde, e questa volta perdiamo veramente male. Per la prima volta la nazionale italiana di rugby viene fischiata al Flaminio e si confida per il futuro in uno scatto d’orgoglio. Vasco ritorna a casa intirizzito dalla Giannetta che da due giorni lo sta sferzando per le vie di Roma e decide di stare un po’ al caldo cuocendosi un arrosto di vitello con patate accompagnato da un paio di bicchieri di Montepulciano. Non resiste però al richiamo del derby di Milano delle 20,30 e decide di risalire l’Esquilino per andare al Druid Pub ed assistere ad una bella vittoria dell’Inter con (breve) rinascita di Adriano. Non capisce però per quale strano intreccio celtico, i tifosi irlandesi di rugby lì convenuti, da diverse ore ed innumerevoli birre, sostengano i rossoneri e manifestino dei dubbi sulla perfetta conduzione arbitrale. Tornato finalmente nel tranquillo tepore del suo letto romano Vasco infine si addormenta canticchiando l’inno irlandese "Ireland, Ireland Together standing tall..Shoulder, to shoulder We’ll answer Ireland Call!”. E la sua mente ormai è proiettata all’imminente settimana lavorativa.
Sei Nazioni 2009: una fase di Italia-Galles

Sei Nazioni 2009: mischia durante Italia-Francia