sabato 28 luglio 2012

Brianza alata: poker di rapaci a casa

Sparviero, in the garden - Brianza, 23 giugno 2012

Ogni stagione ha le sue attrattive e riserva qualche sorpresa per il viaggio ad emissioni zero di Vasco Cesana nei pressi della sua casa-base nella Brianza monzese. In estate ad esempio, soprattutto a giugno e luglio, fanno la loro comparsa abitualmente alcune specie di rapaci normalmente non osservabili nelle altre stagioni.
Alcuni rapaci, come il gheppio e la poiana, in effetti sono osservabili in quasi tutti i periodi dell’anno e, durante le migrazioni autunnale e primaverile, come sanno gli appassionati, può capitare di tutto un po’ ovunque, inclusi i centri abitati.

Piuttosto difficile e’ pero’ osservare, in prossimità di zone urbane, diverse specie nello stesso giorno e la giornata del 23 giugno 2012 è stata in qualche modo per Vasco Cesana una giornata record: nel primo pomeriggio,standosene spaparanzato in giardino mentre degustava la prima grattachecca di susine della stagione, ha visto passare sopra la propria testa ben quattro diverse specie di rapaci.

In pratica un poker ornitologico sciorinato senza muoversi da casa con nell’ordine un gheppio, uno sparviere e, a seguire, i due rapaci più caratteristici del periodo estivo e non così facili da osservare nei centri abitati: il falco lodolaio ed il falco pecchiaiolo.


Falco Pecchiaiolo, in the garden - Brianza, 23 giugno 2012

 Il lodolaio è già da qualche anno che fa la sua comparsa mentre insegue rondini e balestrucci, prede nel cacciare le quali è specializzato.

Come Vasco ha avuto già modo di rilevare per altre specie anche il lodolaio gli sembra piuttosto abitudinario: compare più o meno nello stesso giorno, in genere a metà giugno, addirittura alla stessa ora, nel primo pomeriggio quando fa più caldo, e viene annunciato dagli allarmi lanciati da rondini e balestrucci e da un certo scompiglio in cielo anche tra i rondoni. In almeno due occasioni la sequenza è stata preceduta dall’arrivo di un sparviero che provava a emulare la caccia in volo alle rondini del lodolaio anche se, probabilmente, con minore successo essendovi meno adattato.

Sparviero insegue una rondine, in the garden - Brianza, 22/6/2008 h.15,49:11

Obiettivo mancato: rondine scaccia sparviero - in the garden, 22/6/2008, h.15,49:13

Falco lodolaio a caccia, in the garden - Brianza, 22/6/2008 h.15,49:47

Quasi come se tra i due vi fosse una tecnica concordata, una “cooperative hunting”. Si tratta sempre di attimi, che normalmente sfuggono ai non allenati in birdwatching, e che sono anche piuttosto difficili da cogliere con la macchina fotografica. Ma che per Vasco Cesana sono di grande soddisfazione. Soprattutto quando sono accompagnati da una grattachecca di susine “a kilometri zero”.   
Falco lodolaio e rondone, in the garden - Brianza, 15,49:57

domenica 15 luglio 2012

Ritorno a Bad Urach sulle tracce di Barbara Gonzaga e dei Brezel


Burg Hohenurach, Bad Urach, Germania - 14 luglio 2012
Una mostra temporanea allestita presso il Palazzo Ducale di Bad Urach incentrata sulla figura di Barbara Gonzaga ed il tempo incerto che contraddistinguono questo luglio al Nord delle Alpi convincono Vasco Cesana a ritornare a Bad Urach, cittadina del Baden Wurttemberg ad una cinquantina di km da Stoccarda, che già aveva conosciuto in occasione di una breve visita serale per uno spuntino.

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Markt Platz, Bad Urach, Germania - 14 luglio 2012
Vasco è incuriosito dalla storia di Barbara Gonzaga, sua coregionaria di qualche secolo fa, nobile rampolla del casato mantovano, che era andata a stabilirsi proprio a Bad Urach nel 1474 in seguito al matrimonio con Eberardo il Barbuto, più o meno il capostipite dei regnanti del Wurttemberg a partire dal tardo medioevo. Diversamente da Vasco, che in Lombardia torna un paio di volte al mese, Barbara Gonzaga non fece più ritorno a Mantova e rimase nel Wurttemberg per tutto il resto della vita. Nonostante questo mantenne una fitta corrispondenza con Mantova e la sua presenza costituì una linea di comunicazione e di scambio costante tra la regione ed il Nord Italia. La mostra illustra in modo dettagliato e con documenti, prevalentemente epistolari originali, questa linea di comunicazione che andava al di là dell’aspetto politico, tipico dei matrimoni combinati tra le grandi famiglie dell’epoca, per toccare i più svariati aspetti dell’arte, del costume, della cultura ed anche della gastronomia, come le descrizioni del memorabile banchetto nuziale di Barbara ed Eberardo.
A parte le preziose lettere ed emblemi preservati grazie agli archivi Gonzaga e del Land del Baden-Wurttemberg per il resto purtroppo non è rimasto molto dell’epoca incluse le spoglie della Gonzaga che sono andate disperse nelle vicende legate alla Riforma con la soppressione e distruzione del convento dove era stata sepolta. Per le vicissitudini della storia il necrologio di Barbara Gonzaga proveniente dallo scomparso convento di Kircheim an Teck è stato ritrovato in una chiesetta della Carinzia qualche anno fa. Oltre alla interessante mostra Vasco e consorte scoprono nel palazzo di Bad Urach una esposizione spettacolare di slitte decorative, quasi tutte di produzione locale per i regnanti del Wurttemberg. Una moda tra i signori del 600-700 scomparsa con gli echi della rivoluzione francese. Veramente sorprendente.

Interni della mostra su Barbara Gonzaga, Bad Urach



Il museo delle slitte all'interno dello Schloss Bad Urach

La palma ed il motto "Attempto" erano i simboli di Eberardo il Barbuto, interni Schloss Urach
Vista con la luce del giorno, soprattutto quando il cielo è attraversato da nuvole e gli squarci di sole illuminano il verde delle colline ed il bianco delle case a graticcio del centro, Bad Urach è ancora più suggestiva e piacevole.

Passeggiando per il centro, Vasco va alla ricerca di quello che secondo le ricostruzioni locali è un prodotto originario proprio di Bad Urach e proprio dei tempi di Eberardo e Barbara: il Pretzel che secondo la storia del posto sarebbe stato ideato da un panificatore di Bad Urach, caduto in disgrazia e detenuto nel vecchio castello,  per riottenere la fiducia proprio di Eberardo il Barbuto. Per la verità, anche per il Pretzel o Brezel, molte sono le rivendicazioni di paternità in Germania come in altri paesi, ma rimane il fatto che nel Sud Ovest della Germania sono molto diffusi e fanno parte delle tradizioni popolari locali. Quelli di Bad Urach non sono molto diversi al gusto dagli altri che si trovano nella regione. Cioè sono molto buoni e gustosi. Vasco ne apprezza il contrasto tra la morbidezza della pasta e la croccantezza delle parti più fini e tra il loro sentore amarognolo ed il sale grosso adagiato sulla superficie. In questa gita a Bad Urach lo degusta sui tavolini della panetteria- caffè della piazza principale, la gradevole Markt Platz, i cui proprietari pare vantino qualche linea di discendenza proprio con il panettiere di Eberardo il Barbuto. Li assaggia qui in una felice combinazione di origine bavarese: con i Wurstel bianchi (Weisswurstl) bolliti e serviti in tazza e rigorosamente da intingere nella senape dolce. 

Semplici ed ottimi come pasto leggero anche se secondo le regole di casa dovrebbe essere servito come colazione. Ma i tedeschi non si formalizzano più di tanto sugli orari e modalità dei diversi pasti. In fondo, si chiede Vasco, perché loro devono bere il cappuccino a qualsiasi ora del giorno o della notte e lui dovrebbe farsi dei problemi a trangugiarsi tre wurstel bianchi da fruhstuck alle 2 di pomeriggio? A proposito di caffè e simili, l’espresso del Cafè Ruf è la dimostrazione che anche in Germania ormai si trovano piuttosto facilmente espresso di buon livello qualitativo e “ristretti”.
Una delle torri delle rovine del Burg Hohenurach - Bad Urach - 14 luglio 2012a
Seguendo le tracce prima di Barbara Gonzaga e poi delle leggende del Pretzel, Vasco, ben caricato dalla “colazione” pomeridiana a base di wurstel bianchi decide di recarsi a quella che era la prigione del panettiere di Eberardo, il vecchio castello (Burg Hohenurach) di Urach che domina l’abitato dall’alto di una collina all’entrata della città.
Costruito nell’anno mille forse su precedenti fortificazioni alemanne il castello porta tutti i segni della sua lunga storia  ed è ormai da almeno un paio di secoli completamente abbandonato. Per raggiungerlo bisogna scarpinare per circa tre quarti d’ora lasciando la macchina ai piedi della collina e seguire un percorso circolare che porta alle cascate deviando però su un ripido sentiero come al solito non molto ben segnalato. L’antico Burg vale l’escursione: il panorama sulle verdi e boscose colline intorno è molto bello e dall’alto la conformazione dell’abitato di Bad Urach non appare molto diversa da come doveva essere nell’epoca medioevale. Vasco ha un debole per i castelli abbandonati ed in rovina e li preferisce a quelli troppo ben ristrutturati e magari con anche il ristorantino (in genere pessimo) dentro. Quello di Burg Hohenurach è tra i migliori che abbia visitato di questo genere. Ed ha anche il merito di avere svolto un ruolo nella leggenda sveva del Brezel. 
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Veduta di Bad Urach dal Burg Hohenurach - 14 luglio 2012