domenica 20 settembre 2009

Isola di Flores, Indonesia – Diario di viaggio: 2-Riung

Flying Foxes presso il posatoio nelle XVII Islands, Riung 16/8/2009


-segue da 1- Estratto degli appunti di viaggio di Vasco, 2-Detusoko-Riung (15-16/8/2009):


“ Partiamo alle 8,00 da Detusoko seguendo la strada per Ende. Attraversiamo zone interessanti di foresta e di risaie a terrazzo a valle. L’autista Melchie, al quale mostro con il binocolo un bell’esemplare di White Bellied Kingfisher, diventa un appassionato birdwatcher, in particolare dopo aver sentito che in famiglia, durante gli spostamenti in auto, ci capitava di mettere un premio di 1 euro per ogni animale interessante osservato.



Lungo la strada tra Detusoko ed Ende 15/8/2009

In effetti è scatenato e sfodera, mentre guida su strade insidiosissime, una vista da cacciatore indigeno perfettamente calato nell’ambiente: individua uccelli a distanze incredibili nel folto della foresta che non sempre riesco a inquadrare con il binocolo. Alcune le inquadro ma non sono riportate sul libro. Dopo aver attraversato l’insignificante capoluogo amministrativo dell’isola Ende seguiamo una strada panoramica lungo la costa sud dell’isola e facciamo il primo bagno a Flores e successivo picnic sulla spiaggia dei ciotoli blu, arrivati qui dopo un’eruzione vulcanica di qualche anno fa. Lasciando poi la costa sud riattraversiamo l’isola verso nord secondo un percorso a zig-zag caratteristico di Flores che è attraversata in senso longitudinale da numerose catene montuose di origine vulcanica. La strada per Riung è una strada secondaria rispetto alla principale, già di per sé in stato piuttosto mediocre. Gli spostamenti a Flores sono lunghissimi, inoltre non è stato possibile trovare una cartina decente, la Lonely Planet come sempre vorrebbe farci viaggiare tutti in bemo e non contempla la possibilità di spostarsi in auto ed il nostro equipaggio non mastica distanze in km ed è piuttosto impreciso anche sui tempi. Rilevo che il concetto di numero, quantità e tempo è poco sviluppato nella popolazione locale. Molti non hanno l’orologio, ma forse non ne hanno bisogno dato che i giorni sono scanditi, in queste zone tropicali, da una regolarità assoluta: alba alle 6,15, tramonto alle 18,15, 12 ore di luce e 12 ore di buio, il sole sorge e tramonta velocissimo. Comunque da Ende a Riung credo ci siano circa 100 km per percorrere i quali impieghiamo quasi 5 ore, al lordo però di diverse fermate naturalistiche e qualche tratto a piedi. Gli ambienti attreversati nella parte finale dell’itinerario sono interessantissimi: la fitta foresta monsonica delle alture, che in questa stagione secca è quasi spoglia di foglie, è seguita da zone di savana selvaggia che poi lasciano il passo, giunti ormai sulla costa nord, ad estese foreste di mangrovie popolate da scimmie. La stagione secca facilita lungo l’itinerario le osservazioni ed identifico ad esempio in 5’ su un paio di alberi carichi di frutti, una quindicina di specie di uccelli. Melchie vede anche una brigata di quaglie striate a 150 m. mimetizzate nel bush. In prossimità di Riung, dove la strada costeggia le mangrovie da un lato e la foresta monsonica dall’altro, vedo diversi tra gli endemismi più interessanti di questa regione riuscendo a scattare qualche foto. Riung non è quella località turistica che ci si potrebbe aspettare dalla sua prossimità con il parco marino delle Seventeen Islands ma un vero villaggio tradizionale di pescatori con case su palafitte che ricordano, in versione un po’ più tropicale, le Robouer delle Lofoten in Norvegia. La bassa marea è molto bassa e le imbarcazioni rimangano a mezz’aria come nella baia della Somme. La missione, che ci aspettavamo secondo la LP, “scintillante”, da un’idea un po’ “malsana” essendo circondata da campi non proprio lindi e mangrovie paludose. Imperversano le zanzare e la zona richiederebbe il Malarone. Ci attrezziamo in modo difensivo con calzoni e scarpe resistenti, camicia chiara robusta e bagno di Autan indonesiano. Andiamo al porto a vedere il tramonto in un contesto indubbiamente suggestivo, con il molo di legno che si protende nell’insenatura con il villaggio di palafitte alle spalle, le mangrovie ai lati, le montagne alle spalle e le decine di isolette di fronte. Unico rumore, i versi gutturali dei macachi che si inseguono nelle mangrovie. Che calano con il calare del sole sul mare.




Approdo nel Parco marino delle XVII Islands, Riung 16/8/2009
La colazione all’indomani, come al solito alle 7, ci riserva una sorpresa dalle svogliate, ma molto sorridenti e carine, ragazze della missione: un eccellente pancake alle banane, con dell’ottimo caffè forte di Flores. Verso le 8 iniziamo la crociera di un giorno delle XVII Islands e poco dopo la partenza ci fermiamo di fronte ad una grande posatoio di Flying Foxes o Rosselle (più appropriato il nome inglese visto che sembrano proprio delle teste di volpe con le ali).



Posatoio delle Rosselle XVII Islands, Riung 16/8/2009

Ci sono altre 3 o 4 barche di turisti e purtroppo i locali cominciano a gridare facendo alzare una buona parte delle povere rosselle, stanche dopo una notte di scorribande sui frutti e fiori tropicali delle foreste di Flores. Raggiungiamo poi una magnifica isoletta di spiaggia bianchissima circondata dal reef . Facciamo la prima uscita di snorkeling trovando del bellissimo corallo vivo anche se pochi pesci. Nella zona negli anni scorsi molto reef è stato distrutto dalla pesca con gli esplosivi, pratica che ci dicono ora fortunatamente cessata e ci vorranno anni prima che il grosso dei coralli si riprenda. Tsunami permettendo. Osserviamo il scendere della marea da un lato ed un sontuoso red snapper sulla brace dall’altro, accompagnato da baby tuna ed altri pesci.


Abbondante grigliata di pesce su una spiaggia delle XVII Islands


Il pesce grigliato perfettamente ci viene servito su un letto di foglie di palma intrecciate. Nei tagli del pesce una salsa di lime e chilly ben equilibrata da al pesce un sapore delizioso ed i tranci incisi profondamente sono facilmente asportabili con le mani. Ci spostiamo poi su un’isola con meno reef ma ancora più isolata; nuotiamo in una mare cristallino con tonalità verde smeraldo, pieno di grandi stelle marine, alcune blu ed altre rosse palmate di macchie scure. Il rientro in serata dopo questa gradevole giornata di mare è intorno alle 17. In serata al ristorante parliamo a lungo con il gestore dell’Hotel Nirvana, noto ai turisti di Flores, secondo la definizione dell’edizione italiana della Lonely Planet, come un gran “narcisista” o, secondo l’edizione inglese, un “adescatore” di turiste un po’invadente. Ovviamente parla malissimo della LP ed in effetti a noi sembra un ragazzo simpatico, molto moderno e colto e buon conoscitore delle lingue e delle abitudini dei diversi paesi europei. Incrociamo una comitiva di italiani di Avventure nel Mondo ed alcune ragazze cinesi vestite modernamente che viaggiano in fuoristrada. Fanno parte della ricca minoranza cinese indonesiana, che anche qui, con base nella vicina Ende, controlla buona parte dei commerci e delle attività economiche" (segue)


(16 agosto 2009)






Bintang delle XVII Islands Riung, Isola di Flores, Indonesia 16/8/2009

2 commenti:

hotel rimini ha detto...

bellissimo mare! ma i pipistrelli sn al quanto inquietanti, non sono pericolosi?

Vasco Cesana ha detto...

Tranquilli, sono vegetariani e passano tutta la notte a mangiare gli innumerevoli frutti e fiori tropicali di Flores. Di giorno dormono in gruppo in pochi punti nascosti e non si alzano fino al tramonto, se nessuno gli rompe le scatole....