giovedì 3 settembre 2009

Doegas goeming enteg: Isola di Bali, Indonesia

Kuta Beach Bali, 12/8/2009

"E' subito evidente a chiunque visiti Bali che la forza motrice della ricca e complessa attività culturale dei balinesi non è l'avidità nè il crudo bisogno fisiologico. I balinesi, specie nelle pianure, non sono affamati o poveri: sprecano il cibo e e una parte assai notevole della loro attività è dedicata a opere affatto improduttive, di natura estetica o rituale, in cui profondono cibo e ricchezze. La grande maggioranza lesina il centesimo in una prospettiva temporale limitata e con limitate aspirazioni: essi risparmiano finchè ne hanno abbastanza da profondere in qualche cerimonia....Il termine con cui i balinesi indicano il periodo precedente l'arrivo dell'uomo bianco è doegas goeming enteg, quando il mondo era stazionario". Vasco Cesana, rispolverando alcune sue riminescenze universitarie, si interroga sul significato attuale di queste osservazioni del carattere balinese svolte da Gregory Bateson e Margareth Mead negli anni 30, sulla spiaggia di Jimbaran, nella parte meridionale di Bali, mentre attende la cottura alla brace della aragosta di 1 kg e di un numero imprecisato di gamberoni di complemento. Bali è una tappa di passaggio e relax nel corso del viaggio che con la consorte ha intrapreso verso l'isola di Flores e le adiacenti Komodo e Rinca, in Wallacea, la terra di mezzo indonesiana tra Eurasia e Oceania.

Aragosta alla griglia e spinaci d'acqua al ristorante Ganesh sulla spiaggia di Jimbaran, Bali 12/8/2009
Dopo i gravi attentati del 2002 e del 2005 i visitatori sono tornati a fare di Bali una affollata meta turistica internazionale, almeno a giudicare dalla frequenza degli aerei in arrivo a Denpasar e dai numerosi turisti in circolazione. E' un turismo piuttosto eterogeneo ed in qualche modo, diversamente da altre destinazioni famose, non troppo segregato dalla vita locale. La variegata offerta turistica di Bali, dai lussuosi resort agli hotel di impronta più locale, dalle sistemazioni spartane per giovani e surfisti alle seconde case dei pensionati soprattutto australiani, dai ristoranti ai locali notturni per i diversi gusti, dalle molte opportunità di shopping agli atelier degli artisti dà quasi l'impressione di essere una grande sovrastruttura che si erge sopra un sistema culturale, sociale, economico e, per quel che resta, naturale, unico ed affascinante, traendo da questo la sua linfa vitale e la sua ragion d'essere. Quando questa linfa sarà prosciugata anche la sovrastruttura turistica perderà qualsiasi vero elemento di interesse e magari qualcuno potrebbe cominciare a chiedersi perchè venire fino a qui. Ma Vasco non è troppo ottimista sulla capacità di porsi domande da parte del turista globalizzato. Guardando allo sviluppo edilizio ed alla massa di traffico che si accumula sulla parte sud dell'isola, dalla periferia nord di Denpasar fin quasi ad Ubud e, verso sud, fino ormai quasi a raggiungere le propaggini più meridionale della penisola di Nusa Dua si potrebbe essere propensi a dire che la sovrastruttura turistica sia ormai vicina al punto di rottura o, se vogliamo, di "vampirizzazione" della propria linfa vitale originaria, anche considerando le molte strutture in costruzione.
Però, alcune delle sistemazioni turistiche sembrano trasmettere qualcosa dello spirito dell'isola riprendendo i temi architettonici delle case balinesi. Un esempio di hotel piuttosto tradizionale con un buon rapporto qualità/prezzo è l'Hotel Puri Jambu di Jimbaran dove Vasco e consorte hanno soggiornato all'inizio del loro viaggio che, oltre ad essere un posto rilassante, è anche a trecento metri dai ristoranti sulla spiaggia di Jimbaran. Le note bitonali circolari di due riservati suonatori di timpana in un angolo del giardino accompagnavano dolcemente l'inesorabile calare delle palpebre nelle primissime ore della notte, in barba anche al fuso orario. All'insegna del relax in un contesto raffinato ed elegante è l'Hotel Uma Ubud, frequentato sulla via del ritorno. L'Hotel offre una vasta scelta di sistemazioni incluse lussuose ville con piscina interna e vista sulla vallata. Eccellente la Garden Room con patio giardino, una spaziosa camera con alto tetto in bambù e canne ed un imponente bagno aperto con vasca a baldacchino e doccia degradante su sentiero zen di sassolini. La piscina, "nuotabile", ed il centro benessere sono immersi in un giardino tropicale con vista sulla foresta rigogliosa della vallata sottostante. Intorno, le antiche risaie, visitabili con tranquille passeggiate a piedi, il cui riso già molti secoli fa era commercializzato fino in Cina.
La sala Yoga all'Hotel Uma Ubud Ubud, Bali, 22/8/2009
Guardandosi in giro, tra le pieghe dello sviluppo turistico, Vasco ha la sensazione che, per ora, nonostante tutto, il sistema culturale, sociale ed, in parte, ambientale, balinese resista. L'attaccamento dei balinesi alle tradizioni è ancora forte: spesso colorite cerimonie hindu-isolane s'impongono anche nelle arterie di traffico, camminando per strada bisogna stare attenti a non calpestare i cestini delle offerte per le divinità e gli spiriti (Bali è un'isola fortunata perchè si incontrano spiriti dappertutto diceva un accompagnatore locale nel 1850 ad uno stupito Wallace), le basse case-tempio riccamente decorate sono ancora diffuse, le risaie a terrazzo
Cerimonia per le strade di Ubud Bali, 22/8/2009
irrigate secondo un sistema millenario di canalizzazione delle acque, soprattutto nelle colline intorno a Ubud, esistono ancora, nei giardini degli alberghi ispirati ad uno stile più tradizionale e nelle vallate si intuiscono ancora le bellezze della rigogliosa vegetazione tropicale dell'isola.
Casa-Tempio per le vie di Ubud Bali, 21/8/2009
E' possibile, ma Vasco non ha avuto il tempo di verificarlo, che ampie zone di ambiente naturale originario si conservino nella parte nord dell'isola. I due imponenti massicci vulcanici che dominano la conformazione dell'isola sono lì, da qualche parte, coperti da massicce coltri nuvolose. Le onde gigantesche che, in modo incostante ed inaspettato, si infrangono sugli scogli e sulle spiagge del sud dell'isola continuano a deliziare i surfisti, anche se gli ombrelloni avanzano inesorabili con annessi discutibili sviluppi urbanistici di supporto, come sulla bella spiaggia di Dreamland, che offre comunque bagni memorabili tra le imponenti onde oceaniche.
Surf a Dreamland Beach Bali, 12/8/2009
Che cosa rimane allora del mitico stato stazionario studiato dagli antropologi del 900? Difficile dirlo con una visita di pochi giorni, però Vasco, pur sulla base di osservazioni superficiali, si sentirebbe di dire che qualcosa, poco o molto è difficile dire, sia rimasto ancor oggi, e già questa è una notizia. Poco prima di partire un balinese gli ha detto che oggi, con il turismo, ci sono ancora più occasioni per fare tante belle e ricche "cerimonie": proprio il modo in cui nello stato stazionario si consumavano le ricchezze aggiuntive per evitare accumulazioni conflittuali. Che fosse un emissario inviato da Gregory Bateson, aggiuntosi nel frattempo ai tanti spiriti che frequentano Bali?

Jimbaran Beach Bali, 13/8/2009

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