domenica 26 marzo 2006

Vogliamo le aragoste!

Carnevale a Dunkerque, marzo 2006

Dunkerque e, in misura maggiore, Boulogne sur Mer, sono anche porti di pescatori di antica tradizione. Ancora all’inizio del secolo scorso molti partivano verso la fine dell’inverno per la grande pesca al Merluzzo nelle acque artiche e dell’Islanda. L’avvenimento coinvolgeva tutta la popolazione e, come auspicio e per fare gli scongiuri prima di questa avventura piena di pericoli il Carnevale è venuto ad assumere a Dunkerque funzioni liberatorie e propiziatorie come in pochi altri posti al mondo. Il Carnevale ancor oggi qui è qualcosa di completamente diverso e sentito che altrove. Ha una durata che, essendo festeggiato a date diverse nei vari villaggi, va praticamente dall’Epifania a Pasqua. E’ festeggiato prevalentemente da adulti di tutte le età e comprende sfilate di piazza, cerimonie pubbliche e grandi feste private. I costumi non sono particolarmente importanti, quello che conta è se deguiser, in genere mettendosi una parrucca, un po’ di trucco, qualche gonna della nonna o calzettoni e calzemaglia dai colori sgargianti. Vasco, che dopo qualche settimana cominciava a trovare inquietante l’aggirarsi di travestiti carnevaleschi nel buio delle sue passeggiate notturne sul lungomare, attribuisce, con una delle intuizioni multidisciplinari e storico culturali di cui intimamente va fiero, l'origine del travestirsi da donna alla volontà di rimuovere, per qualche giorno, i rischi della campagna di pesca, illudendosi coscientemente e liberando le loro tensioni nel pensiero di essere donne, e quindi liberi dall’obbligo di sfidare i venti e le tempeste, spesso mortali, del Mare del Nord.


La Bande de Pecheurs de Dunkerque, Carnevale 2006

Il Carnevale è anche occasione per l’uscita in pubblico annuale, nei villaggi delle Fiandre francesi e belghe, dei Giganti. Ogni villaggio ha il suo Reuzes che racconta storie documentate o leggende che risalgono alla notte dei tempi. Come Jean le Bucheron (il Macellaio) di Stenvoorde, enorme guerriero vichingo baffuto ed armato di una enorme ascia, che somigliava in modo impressionante al leader del sindacato con il quale Vasco si confrontava quotidianamente nel suo lavoro di Responsabile delle Risorse Umane. L’uscita dei Giganti è vissuta come l’arrivo di un vecchio amico, senza troppo chiasso, che appare nelle piazze centrali dei paesi rassicurando in fondo tutti che la vita continua come sempre, nonostante i problemi, la crisi e la caduta del pouvoir d’achat. Nei giorni di Carnevale escono anche le Bande e fa la sua apparizione annuale il grande tamburo erede di una dinastia di tamburi di mille carnevali, e guida la sfilate per vie delle città nel suo lento e confuso incedere accompagnato da fiumi di birra. La Banda di Malo era guidata nella sfilata del 13 febbraio 2005 dal grande tamburo Goliath 7° che avanzava, seguito da migliaia di cittadini mascherati che avanzavano ondeggiando sotto sferzanti raffiche di vento a 100 km/hr e temperature molto al di sotto dello zero, respinti da nuvole di sabbia quando si avvicinavano allo spiaggia e flagellati da scrosci di palline di ghiaccio (Gibolée) agli incroci delle strade. E loro comunque avanzavano, compatti ed indistruttibili, al seguito del rullo possente di Goliath 7° come rispondendo al richiamo del Allons, Enfant allons, formez les battaillons..
La Banda più importante e coreografica è quella, appunto, dei Pecheurs de Dunkerque chiamata in fiammingo Visserhesbende che sfila per tutto il giorno per il centro ed il porto di Dunkerque arrivando infine, dopo aver quasi azzerato le pur abbondanti riserve di birra, nella piazza del Municipio. Mentre ne osservava con partecipazione il passaggio Vasco ha rischiato una vera figura da imbecille. Nella confusione viene avvicinato da una avvenente signora del posto che lo chiama per nome e che gli fa qualche discorso su come si sono conosciuti e sulle promettenti prospettive della loro relazione. Per la verità Vasco non c’aveva capito molto, la parlata della signora era volutamente infarcita di termini Ch’tis ma, dentro di sé, non poteva non pensare ad una avance, non priva perlopiù di evidenti motivi di interesse. Mentre pensava a questo osservava l’amica della signora, che gli ricordava qualcuno…ma sì! Era, sotto il trucco e la parrucca, uno dei capi impianto dello stabilimento dove lavorava, in effetti il marito della signora delle supposte avances! Era stato vittima di un’altre delle tradizioni carnevalesche dunkerquiane, un intrigue, uno scherzo, che si conclude bonariamente con un buon boccale di birra. Con l’arrivo nella piazza del municipio della Bande de Pecheurs il corteo si riversa nella piazza colma ed urlante tra canti ed invocazioni. Dopo un po’ appaiono sui balconi le autorità e comincia il clou della giornata: tutti si sbracciano e urlano al Sindaco, anche lui cerimoniere, se non di mille, almeno di una ventina di carnevali, cibo per il popolo e, dopo crescenti invocazioni, inizia un fitto lancio sul popolo di aringhe affumicate. Purtroppo, per un recente sussulto di igiene, le aringhe piovono oggi sigillate in pacchi di plastica ma, niente paura, vengono subito aperte e mangiate in modo molto comunitario, anche scambiandosi frammenti di aringhe con i vicini di piazza. Vasco, pur con qualche riserva igienista, registra l’eccellente gusto delle aringhe affumicate, una vera specialità del posto. Ma non è finita, quando la piazza, dopo i ripetuti lanci di aringhe e relative degustazioni comincia a ricoprirsi di una coltre appicicaticcia di buste di plastica, lische di pesce, teste di aringa e birra rovesciata, al popolo cominciano a non bastare più le aringhe e le rivendicazioni puntano ora più in alto. “Sindaco, Sindaco, non vogliamo più aringhe, vogliamo aragoste!”. Con il crescere delle rumoreggiare della piazza alla fine il Sindaco cede tra le acclamazioni della folla e lancia un paio di aragoste di plastica convertibili in pescheria con veri homard (astici). Ed infine la gente si avvia a casa, in attesa del prossimo carnevale, o della prossima rivoluzione.

Carnevale di Dunkerque 2006, il lancio delle aringhe

"Delebarre, Delebarre, des homards!" , Carnevale di Dunkerque 2006