sabato 30 aprile 2011

Riti Pasquali a Milano, Basilica di Sant’Ambrogio



.

Basilica di Sant'Ambrogio vista dal chiostro - Milano, 24/4/2011




I riti e le liturgie che precedono ed accompagnano la Pasqua sono occasione per i credenti di rinsaldare la propria fede e per raccogliersi ed interrogarsi sui momenti fondanti della cristianità. La partecipazione o, almeno, l’osservazione di questi antichi riti è anch’essa una forma di viaggio, al confine tra spiritualità e cultura, che può essere vissuta nel periodo pasquale in una infinità di luoghi noti e meno noti, che sono anch’essi, insieme alle persone che vi partecipano, parte integrante delle celebrazioni e della loro forza simbolica. Un luogo certamente carico di simboli e denso di storia, che possiede indubbiamente un certo magnetismo che si rinforza durante le celebrazioni pasquali è la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, cuore se vogliamo della milanesità e custode della storia della città. Come Milano la Basilica giunge a noi dopo varie ricostruzioni e cantieri che ne hanno mutato più volte le forme anche passando attraverso varie distruzioni come quella subita nei bombardamenti del 1943, quando venne centrata dai Lancaster della Royal Air Force. Ciononostante, come Milano appunto, la Basilica conserva, tra i suoi interni lindi e tra gli effetti dei vari lavori di sistemazione successiva, le sue origini antiche, che rimandano ai primissimi anni della cristianità.



Vasco Cesana si reca a Sant’Ambrogio in occasione della veglia del sabato pasquale, soffermandosi sui simboli e l’estetica del luogo ed ascoltando con attenzione le sei letture che accompagnano la prima parte delle due ore abbondanti di veglia. Arrivarci quando ormai è notte , mentre si sta accendendo, nel chiostro d’accesso, il fuoco che darà luce al cero pasquale (“che il fuoco diventi luce”), illuminando sullo sfondo, irregolarmente, i campanili e gli edifici romanici della basilica, è emozionante. Prima dell’inizio delle liturgie Vasco porge visita, nel chiostro dietro all’altare, al fondatore Ambrogio le cui spoglie presidiano il luogo e vegliano alla città ambrosiana, insieme ai Santi Gervaso e Protaso, senza soluzione di continuità, dal 397 d.c. ed il suo pensiero corre all’importanza della Basilica come anello di congiunzione tra le ultime fasi dell’impero romano e le successive influenze franco-germaniche, tra longobardi ed epopee carolingie: qui venivano incoronati con la corona ferrea gli imperatori del Sacro Romano Impero. Un’influenza di qualche importanza deve avere avuto in questa epoca per così dire proto-europea Ansperto, Arcivescovo di Milano intorno al 870, illustre compaesano di Vasco Cesana, che diede impulso ai lavori di ampliamento delle basilica e qui venne sepolto. Tante suggestioni, ma non c’è tempo, la liturgia ha i suoi tempi e le stesse letture, imperniate sull’Antico Testamento, scorrono veloci, così come i loro stimoli e spunti che in qualche modo devono colpire il fedele senza però intralciare il succedersi del rituale lanciato con forza ormai verso il grande annuncio della Risurrezione: al suo annuncio all’interno della Basilica si alza il tintinnare delle campanelle portate dai fedeli che si uniscono al suono, più rotondo ed intenso, al di fuori lanciato dagli antichi campanili. Là sotto, nella cripta, Sant’Ambrogio si compiace del rinnovarsi del rito nel suo luogo. La gran parte dei milanesi però, soprattutto dei quartieri centrali, nel frattempo, sono altrove, dispersi nelle seconde e terze case presso le località di villeggiatura. A proposito, la sera del sabato di Pasqua è un ottimo momento per una visita di Milano in auto o in bici: le strade sono quasi completamente vuote e si può ripercorrere con tranquillità la trama urbanistica della città che, con percorsi radiali (la cerchia dei navigli, i bastioni spagnoli, le circonvallazioni) ne descrivono l’espansione storica svelandone i molti motivi di interesse, spesso nascosti e tutti da scoprire. A patto di non farsi assalire dai morsi dell’appetito: in serate come queste a Milano non si trova uno straccio di ristorante aperto da nessuna parte. Vasco Cesana però non si perde d’animo, rincuorandosi al pensiero del lauto pranzo pasquale che l’aspetta.




Interno della Basilica di Sant'Ambrogio - Milano, 23/4/2011







Entrata della Basilica di Sant'Ambrogio - Milano, 23/4/2011.






Chiostro della Basilica di Sant'Ambrogio - Milano, 23/4/2011

lunedì 18 aprile 2011

Itinerario enogastronomico e d'alta quota nel Lavaux e Vallese – GUEST POST by: Stefano Figallo



Route de Vignobles tra Epesses e Chexbres, regione del Lavaux, Svizzera - ottobre 2010

(I viaggi di Vasco Cesana ospitano qui un Post ricevuto da Stefano, appassionato lettore del blog, che ha percorso in lungo ed in largo la Svizzera ed ha interessanti -e golose...- mete da suggerire)


L’autunno scorso sono partito insieme ad un amico per una vacanza che includeva una visita alla regione del Lavaux nella Svizzera francese, canton Vaud, per proseguire poi in Borgogna, e per terminare infine nuovamente in Svizzera in Vallese. Era già molto tempo che volevo visitare il Lavaux, terra dai grandi vini (essenzialmente bianchi), e dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Unesco, e devo dire che ne è valsa davvero la pena. Abbiamo approfittato della guida di un ragazzo di Rapallo che fa il barman in uno dei più grandi alberghi di Losanna, e che conosce perfettamente la zona, per farci accompagnare alla visita di questi vigneti terrazzati lungo le sponde del Lago Lemano. Abbiamo utilizzato la cosiddetta “Route des Vignobles”, una strada che corre parallela alla cantonale e all’Autostrada A-9 Losanna-Sierre, ma un po’ più in altura, tra Epesses e Chexbres, e che attraversa questi vigneti che, a fine ottobre, assumono dei colori dorati davvero incredibili e che offrono grandissimi vini bianchi derivati da uve Chasselas dal gusto fruttato, secco e dagli aromi sublimi, come Lutry, Villette, St.Saphorin, tanto per citarne alcuni…Purtroppo il vino svizzero in Italia è davvero poco conosciuto, in quanto l’esportazione non è rivolta verso il nostro paese (questi vini, come anche quelli meravigliosi del Vallese, è molto difficile trovarli in un’enoteca italiana, anche di grande livello…), ma piuttosto verso i mercati americano, russo e asiatico.

Route de Vignobles con, sullo sfondo, il Lago di Ginevra - ottobre 2010.

Dopo aver proseguito la nostra vacanza in Borgogna per altri 4 giorni, siamo poi rientrati in Svizzera, diretti verso il Vallese, soffermandoci però lungo la strada a fare qualche foto al Castello di Chillon, tra Montreux e Villeneuve, forse il castello più famoso di tutta la Svizzera, immortalato in centinaia di depliant turistici.

Château de Chillon, tra Villeneuve e Montreaux - ottobre 2010


Giungiamo poi in serata a Crans-Montana, dove dopo aver posato i bagagli in hotel, scendiamo a fondovalle a Sierre, per visitare quello che poi si rivelerà non solo una sorpresa, ma un luogo incantato per gli amanti del vino e della gastronomia di qualità, cioè lo Château de Villa (Rue Sainte-Catherine 4 - 3960 SIERRE (VS) tel 027-4551896; www.chateaudevilla.ch). Posto favoloso citato sulla guida Michelin e conosciuto unanimemente per la raclette considerata la migliore di tutta la Svizzera!!!! Ogni sera vengono scelti 5 produttori di raclette del Vallese (diversi ogni giorno...) e di ognuno viene servita la propria raclette, con il cameriere che indica qual'è sulla tovaglia di carta dove c'è la mappa del Vallese con i luoghi di origine dei vari casari.


Château de Villa, Sierre, Svizzera - ottobre 2010


Finito il giro da 5 portate, si ricomincia daccapo all'infinito finché non ci si arrende...Io sono arrivato all'8° giro, l'amico che era con me all'11°, il record assoluto è di un tizio locale che (pare) sia arrivato al 40° giro (e dopo probabilmente l'avranno ricoverato...). Rapporto qualità prezzo incredibile sia per il cibo che per i vini...In un antico castello con varie sale, ambiente familiare, grandissima cantina dei vini soprattutto del Vallese ma anche del Vaud e con parecchia scelta anche di mezze bottiglie. A 20 mt di distanza c'è anche l'imperdibile enoteca con oltre 600 etichette di vino essenzialmente del Vallese. Posto frequentatissimo tutti i giorni della settimana. Per il ristorante è indispensabile la prenotazione ed è difficile trovare posto in qualsiasi giorno o periodo dell’anno!



Stambecco fotografato sul Gornergrat - ottobre 2010


Dopo questa tappa enogastronomica memorabile, il mattino dopo ci avviamo verso Zermatt. Lasciamo obbligatoriamente l’auto a Täsch nel mega parcheggio coperto, e prendiamo il trenino che in 10 minuti ci conduce nella località ai piedi del Cervino, o Mattheorn come lo chiamano da queste parti.



Veduta della Cima Dofour dal Gornergrat - ottobre 2010

.

Il Gornergrat Kulm Hotel, m.3089 - ottobre 2010



Da qui prendiamo il trenino a cremagliera che ci porta ai 3089 mt del Gornergrat, da dove si può godere di un panorama davvero unico, cioè 14 vette oltre i 4000 mt di altezza. Non mancano inoltre gli stambecchi, che si avvicinano anche a una ventina di metri di distanza. Pernottiamo al Gornergrat Kulm Hotel, dotato anche di un osservatorio astronomico, utilizzabile su prenotazione e meteo permettendo. I quasi 3100 mt. di altitudine non devono essere sottovalutati, soprattutto da chi, come me, ha la pressione alta…Da qui il tramonto e l’alba il mattino dopo sono immagini che ti rimangono scolpite nella mente: una esperienza davvero indimenticabile, però è meglio controllare la pressione prima di salire!

Stefano Figallo

Rapallo (GE)



Il Monte Rosa al tramonto dal Gornergrat, Svizzera - ottobre 2010.