martedì 20 agosto 2019

Long trek italo-svevo, day 9: da Isola a Chiavenna lungo la via Spluga


L'abitato di Isola visto dal lago, all'inizio del Day 9 del trek italo-svevo - 20/8/2017

Tappa piuttosto impegnativa, con un dislivello in discesa nell’ordine dei mille metri, oggi con zaino a pieno carico. Vasco Cesana inizia la giornata come al solito con calma, con colazione lenta e chiacchierata con il gestore della locanda Martino. Il percorso inizia piacevolmente vicino al lago, poi scende rapidamente nelle gole di Isola, necessaria una certa attenzione per non sbilanciarsi con lo zaino.

Il ponte "romano" a Campodolcino - 20/8/2017

Si conquista poi la piana di Campodolcino con bel sentiero largo e piano con alcune baite ristrutturate prima del paese: una sciura in tenuta elegante da weekend in baita parla al telefonino “Ueh! Alura t’arrivet o no, ta se na’ indue….”. L’inconfondibile intonazione della bassa Brianza annuncia a Vasco Cesana l’ormai imminente arrivo ai confini della sua heimat brianzola, la dove i suoi concittadini d’origine si spingono nel weekend nelle loro seconde case, meglio se presso le baite ristrutturate più remote che consentono così di mettere alla prova i loro potenti Suv.  L’arrivarci a piedi rende Campodolcino più carino ed accogliente del passarci in auto: si coglie meglio l’ubicazione su un pianoro ai piedi dello Spluga ed il ponte romano all’entrata meridionale del paese ne ricorda l’importanza come luogo di transito internazionale fin da quando l’abitato veniva chiamato dai Romani Tarvedese (o Travessedo?). 
Interno del Museo della Via Spluga, Campodolcino - 20/8/2017

Vasco visita con interesse il Museo della Via Spluga (MuviS) che occupa un bel palazzo del centro e che ha la fortuna di trovare aperto (chiude alle 12,30). Oltre a ricostruzioni varie la parte più interessante è quella storica sulla Via Spluga con il ricordo dei tanti personaggi che ci sono passati dall’epoca romana fino ai nostri giorni. Tra questi, il più celebre degli Svevi, Federico Barbarossa, nato non lontano da dove Vasco ha cominciato la sua camminata, e poi diversi Principi del Wurttemberg, il diario di viaggio di uno dei quali viene riportato nel museo. Insomma la ricostruzione storica di quella via italo-sveva che Vasco sta ripercorrendo in questo long trek! Dai resoconti dei viaggiatori delle varie epoche si nota quanto la Via Spluga fosse temuta ma anche quanti ne siano rimasti affascinati. Facendola a piedi, magari con i temporali come successo a Vasco, quando le gole del Cardinello nella piovosa semioscurità sembrano veramente una discesa negli inferi, si rivivono le sensazioni che vi hanno provato questi grandi viaggiatori del passato.

Il sentiero tra roccette dopo Campodolcino

Nei pressi della località Vho, Via Spluga -20/8/2017


Vasco Cesana si sistema nelle panchine di fronte al Museo e si rifocilla con un bel paninazzo alla bresaola preparato dalle fascinose ragazze del bar di fronte.  
Dopo una lunga pausa alla fine si incammina con tranquillità, sottovalutando il fatto  che gli manca ancora un sacco di strada ed un dislivello netto in discesa di almeno 800 metri. Il primo tratto dopo Campoldolcino è pianeggiante, poi inizia una infinita serie di discese a picco tra i massi alternati a tratti più piani. La quantità di cascate, cascatelle, ruscelli  e loro diramazioni è impressionante e non deve essere facile tenere operativo un sentiero come questo. Diversi, e bellissimi, sono i ponti in sospeso, alcuni anche con oscillazioni pronunciate. In effetti è un peccato che quasi tutti passino da questa zona in auto perdendosi una serie di angoli, paesaggi ed ambienti veramente suggestivi che si possono raggiungere solo a piedi. 

Il percorso è però  piuttosto lungo con segnalazioni che si diradano mano a mano che ci si allontana da Campodolcino. Molto bella la zona di Vho, con pendii aperti lastricati di massi e rocce dove le marmotte scendono fino ad una quota intorno ai 1000 metri. In zona c’è anche una roccia misteriosa con ritagli e strane fenditure, la “Scribaita” forse un resto di un antico tempio pagano. 

Da buoni italiani, non c’è nulla che dica dove sia, viene solo citata sui cartelli della via Spluga ma senza indicare come arrivarci. Vasco comunque non ha tempo di cercarla, il tempo passa ed i suoi polpacci gli sembrano degli affaticati prosciutti che avrebbero voglia di sistemarsi in un bel crotto.



Attraversamento presso Gallivaggio - 20/8/2017

Santuario di Gallivaggio -interno
Arriva a Gallivaggio dopo le 17 e decide di sostare per una visita ed una abbondante bevuta al bar all’entrata. Il Santuario è un luogo di pellegrinaggio da quando nel 1492 è apparsa qui la Madonna, guarda caso proprio quando si stava rilanciando lo Spluga in concorrenza con il San Bernardo. Vasco se lo immagina pochi anni dopo, quando queste valli erano terreno di scontro tra cattolici e riformatori ed il santuario gli sembra dispiegarsi come un baluardo difensivo della Chiesa Romana. Per San Giacomo Filippo ci vogliono altre 1 – 1,5 ore con ripide discese tra i sassi che richiedono sempre la massima attenzione soprattutto quando si ha sulle spalle quasi una ventina di kg di zaino. Questo tratto non è riportato sulle carte di outdooractive ed anche il GPS, ormai da tempo all’ultima tacchetta di carica sembra volerlo portare verso la carrozzabile. 


Si comincia ad intravedere in lontananza Chiavenna - 20/7/2017
Vasco però insiste nel seguire le indicazioni della via Spluga che però ad un certo punto risulta interrotta da una frana. Qui Vasco, ormai senza riferimenti (GPS e cellulare hanno da tempo esaurito le batterie) commette l’errore di seguire l’itinerario alternativo su sentiero indicato  invece di tornare comodamente sulla strada carrozzabile ormai in prossimità di Chiavenna. Questo percorso invece lo fa risalire di un centinaio di metri di dislivello e gli fa fare un largo giro per arrivare alla destinazione perdendo quasi un’ora ed buon numero di ulteriori salite e discese. Ormai allo stremo e avvolta da una calda luce crepuscolare gli appare infine, laggiù in basso, Chiavenna, la “Chiave delle Alpi”. Gli sembra quasi un miraggio, che produce in lui le ultime energie per arrivare infine, introno alle 20,20, all l’Hotel Conradi, dove ha prenotato una camera. Dopo avere trangugiato d’un fiato una bottiglia d’acqua, si fa una doccia indugiando con il getto freddo sulle gambe doloranti e gli stagionati prosciutti che si ritrova al posto dei polpacci. 

Finalmente a Chiavenna - 20/8/2017 - ore 20,15
Fettuccine con i Finferli, Ristorante Passerini, Chiavenna - 20/7/2017
Riesce comunque in pochi minuti a riprendersi ed a trascinarsi, attraversando il suggestivo centro storico di Chiavenna, all’ottimo Ristorante Passerini, del quale si ricorda da visite passate in questa stagione i bei cesti di porcini all’entrata. Sembra però quest’anno i porcini abbiano risalito il percorso di Vasco Cesana al contrario essendo risultati abbondanti lungo il tragitto all’inizio dell’itinerario ed assenti qui. Ci sono invece numerosi  i Pfefferlingen, insomma il mondo al contrario. O, semplicemente, mondi anche vegetali ed ambienti che si incontrano e comunicano tra loro lungo il percorso del long trek italo-svevo, percorrendo quella che da sempre mette in comunicazione il mondo germanico e latino: la Via Spluga. Come queste fettuccine ai Finferli con i quali Vasco chiude in bellezza questa lunga, faticosa ma infine appagante giornata.


Dati del tracciato a fine giornata (stimati dato che il GPS si è scaricato a qualche km dall’arrivo): percorsi a piedi km.24, partenza ore 10 – arrivo a Chiavenna alle 20,20,  - dislivello 350 m. up, 1300 m down, calorie consumate tante, percorso da considerare di una certa difficoltà per possibili interruzioni del sentiero, qualche tratto con segnalazioni carenti e roccette da percorrere con attenzione se si ha uno zaino pesante.


Long trek italo-svevo - day 9 - 20/8/2017