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L'abitato di Isola visto dal lago, all'inizio del Day 9 del trek italo-svevo - 20/8/2017 |
Tappa
piuttosto impegnativa, con un dislivello in discesa nell’ordine dei mille
metri, oggi con zaino a pieno carico. Vasco Cesana inizia la giornata come al
solito con calma, con colazione lenta e chiacchierata con il gestore della
locanda Martino. Il percorso inizia piacevolmente vicino al lago, poi scende
rapidamente nelle gole di Isola, necessaria una certa attenzione per non
sbilanciarsi con lo zaino.
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Il ponte "romano" a Campodolcino - 20/8/2017 |
Si
conquista poi la piana di Campodolcino con bel sentiero largo e piano con
alcune baite ristrutturate prima del paese: una sciura in tenuta elegante da
weekend in baita parla al telefonino “Ueh!
Alura t’arrivet o no, ta se na’ indue….”. L’inconfondibile intonazione
della bassa Brianza annuncia a Vasco Cesana l’ormai imminente arrivo ai confini
della sua heimat brianzola, la dove i suoi concittadini d’origine si spingono
nel weekend nelle loro seconde case, meglio se presso le baite ristrutturate
più remote che consentono così di mettere alla prova i loro potenti Suv. L’arrivarci a piedi rende Campodolcino più
carino ed accogliente del passarci in auto: si coglie meglio l’ubicazione su un
pianoro ai piedi dello Spluga ed il ponte romano all’entrata meridionale del
paese ne ricorda l’importanza come luogo di transito internazionale fin da
quando l’abitato veniva chiamato dai Romani Tarvedese
(o Travessedo?).
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Interno del Museo della Via Spluga, Campodolcino - 20/8/2017 |

Vasco visita con
interesse il Museo della Via Spluga
(MuviS) che occupa un bel palazzo del centro e che ha la fortuna di trovare
aperto (chiude alle 12,30). Oltre a ricostruzioni varie la parte più
interessante è quella storica sulla Via Spluga con il ricordo dei tanti personaggi
che ci sono passati dall’epoca romana fino ai nostri giorni. Tra questi, il più
celebre degli Svevi, Federico Barbarossa, nato non lontano da dove Vasco ha
cominciato la sua camminata, e poi diversi Principi del Wurttemberg, il diario
di viaggio di uno dei quali viene riportato nel museo. Insomma la ricostruzione
storica di quella via italo-sveva che Vasco sta ripercorrendo in questo long
trek! Dai resoconti dei viaggiatori delle varie epoche si nota quanto la Via
Spluga fosse temuta ma anche quanti ne siano rimasti affascinati. Facendola a
piedi, magari con i temporali come successo a Vasco, quando le gole del
Cardinello nella piovosa semioscurità sembrano veramente una discesa negli
inferi, si rivivono le sensazioni che vi hanno provato questi grandi
viaggiatori del passato.
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Il sentiero tra roccette dopo Campodolcino |
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Nei pressi della località Vho, Via Spluga -20/8/2017 |
Vasco Cesana si sistema
nelle panchine di fronte al Museo e si rifocilla con un bel paninazzo alla
bresaola preparato dalle fascinose ragazze del bar di fronte. Dopo una lunga pausa alla fine si incammina
con tranquillità, sottovalutando il fatto
che gli manca ancora un sacco di strada ed un dislivello netto in
discesa di almeno 800 metri. Il primo tratto dopo Campoldolcino è pianeggiante,
poi inizia una infinita serie di discese a picco tra i massi alternati a tratti
più piani. La quantità di cascate, cascatelle, ruscelli e loro diramazioni è impressionante e non
deve essere facile tenere operativo un sentiero come questo. Diversi, e bellissimi,
sono i ponti in sospeso, alcuni anche con oscillazioni pronunciate. In effetti
è un peccato che quasi tutti passino da questa zona in auto perdendosi una
serie di angoli, paesaggi ed ambienti veramente suggestivi che si possono raggiungere
solo a piedi.
Il percorso è però piuttosto
lungo con segnalazioni che si diradano mano a mano che ci si allontana da Campodolcino. Molto bella la zona di Vho, con pendii aperti lastricati di massi e rocce dove
le marmotte scendono fino ad una quota intorno ai 1000 metri. In zona c’è anche
una roccia misteriosa con ritagli e strane fenditure, la “Scribaita” forse un resto
di un antico tempio pagano.
Da buoni italiani, non c’è nulla che dica dove sia,
viene solo citata sui cartelli della via Spluga ma senza indicare come arrivarci.
Vasco comunque non ha tempo di cercarla, il tempo passa ed i suoi polpacci gli sembrano
degli affaticati prosciutti che avrebbero voglia di sistemarsi in un bel crotto.
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Attraversamento presso Gallivaggio - 20/8/2017 |
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Santuario di Gallivaggio -interno |
Arriva a
Gallivaggio dopo le 17 e decide di sostare per una visita ed una abbondante
bevuta al bar all’entrata. Il Santuario è un luogo di pellegrinaggio da quando
nel 1492 è apparsa qui la Madonna, guarda caso proprio quando si stava
rilanciando lo Spluga in concorrenza con il San Bernardo. Vasco se lo immagina
pochi anni dopo, quando queste valli erano terreno di scontro tra cattolici e
riformatori ed il santuario gli sembra dispiegarsi come un baluardo difensivo
della Chiesa Romana. Per San Giacomo Filippo ci vogliono altre 1 – 1,5 ore con
ripide discese tra i sassi che richiedono sempre la massima attenzione
soprattutto quando si ha sulle spalle quasi una ventina di kg di zaino. Questo tratto
non è riportato sulle carte di outdooractive
ed anche il GPS, ormai da tempo all’ultima tacchetta di carica sembra
volerlo portare verso la carrozzabile.
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Si comincia ad intravedere in lontananza Chiavenna - 20/7/2017 |
Vasco però insiste nel seguire le
indicazioni della via Spluga che però ad un certo punto risulta interrotta da
una frana. Qui Vasco, ormai senza riferimenti (GPS e cellulare hanno da tempo
esaurito le batterie) commette l’errore di seguire l’itinerario alternativo su
sentiero indicato invece di tornare
comodamente sulla strada carrozzabile ormai in prossimità di Chiavenna. Questo
percorso invece lo fa risalire di un centinaio di metri di dislivello e gli fa
fare un largo giro per arrivare alla destinazione perdendo quasi un’ora ed buon
numero di ulteriori salite e discese. Ormai allo stremo e avvolta da una calda luce
crepuscolare gli appare infine, laggiù in basso, Chiavenna, la “Chiave delle
Alpi”. Gli sembra quasi un miraggio, che produce in lui le ultime energie per arrivare
infine, introno alle 20,20, all l’Hotel Conradi, dove ha prenotato una camera.
Dopo avere trangugiato d’un fiato una bottiglia d’acqua, si fa una doccia
indugiando con il getto freddo sulle gambe doloranti e gli stagionati prosciutti
che si ritrova al posto dei polpacci.
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Finalmente a Chiavenna - 20/8/2017 - ore 20,15 |
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Fettuccine con i Finferli, Ristorante Passerini, Chiavenna - 20/7/2017 |
Riesce comunque in pochi minuti a
riprendersi ed a trascinarsi, attraversando il suggestivo centro storico di
Chiavenna, all’ottimo Ristorante Passerini, del quale si ricorda da visite
passate in questa stagione i bei cesti di porcini all’entrata. Sembra però
quest’anno i porcini abbiano risalito il percorso di Vasco Cesana al contrario
essendo risultati abbondanti lungo il tragitto all’inizio dell’itinerario ed
assenti qui. Ci sono invece numerosi i Pfefferlingen, insomma il mondo al
contrario. O, semplicemente, mondi anche vegetali ed ambienti che si incontrano
e comunicano tra loro lungo il percorso del long trek italo-svevo, percorrendo
quella che da sempre mette in comunicazione il mondo germanico e latino: la Via
Spluga. Come queste fettuccine ai Finferli con i quali Vasco chiude in bellezza
questa lunga, faticosa ma infine appagante giornata.
Dati del tracciato a fine giornata (stimati dato
che il GPS si è scaricato a qualche km dall’arrivo): percorsi a piedi km.24, partenza
ore 10 – arrivo a Chiavenna alle 20,20, - dislivello 350 m. up, 1300 m down, calorie
consumate tante, percorso da considerare di una certa difficoltà per possibili
interruzioni del sentiero, qualche tratto con segnalazioni carenti e roccette
da percorrere con attenzione se si ha uno zaino pesante.
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Long trek italo-svevo - day 9 - 20/8/2017 |
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