sabato 10 gennaio 2009

Gli itinerari romani di Vasco


La cupola di S.Ivo della Sapienza

"Aperto la domenica dalle 10 alle 12, escluso durante cerimonie religiose” è l’orario di apertura di S.Ivo della Sapienza, una delle più sublimi opere della storia dell’architettura, con la cupola del Borromini che abbaglia lo sguardo e lo spirito dei fortunati che riescono a vederla. Come S.Ivo sono innumerevoli i gioielli che Roma nasconde ai visitatori per degli orari bizzarri, pause pranzo infinite, disinteresse di proprietari e gestori o semplicemente per eccesso di capolavori da amministrare. Con una certa pazienza, efficienza padana e senso della pianificazione, sviluppata nel corso dei suoi viaggi, Vasco ha imparato ad affrontare le sue visite per Roma, che cercano sempre di comprendere molteplici elementi di interesse culturale e gastronomico, con lo spirito di una missione: consultazione di fonti, verifica degli orari, analisi delle mappe e qualche volta ricognizioni di controllo. Di seguito alcuni scampoli dei piani di visita romani di Vasco Cesana concentrandosi anche su alcuni luoghi meno conosciuti al turismo di massa.

Itinerario 1 – I tesori nascosti del Celio
Partenza alle 12, preferibilmente di un sabato primaverile o autunnale, dal Colosseo scendere lungo la via di S. Gregorio al termine girare a sinistra e percorrere la stretta via acciottolata, intatta dai tempi antichi, denominata Clivio di Scauro. Sulla sinistra si osservano dall’esterno la sedimentazione di segni delle diverse epoche sugli edifici all’interno dei quali sono visitabili le Case Romane del Celio (Vasco ne ha molto apprezzato la visita serale), poi, subito dopo, si apre lo slargo della piazza dei Santissimi Giovanni e Paolo, con la Basilica di fronte e, di fianco, il convento dei monaci Passionisti con il campanile romanico. Un colpo d’occhio di rara suggestione. Sulla destra un portone, spesso chiuso.Se, per ragioni imperscrutabili, rimane aperto, entrando si scopre che il convento è incastonato sul Tempio del Divo Claudio, fatto costruire dalla moglie Agrippina per celebrarne, post-mortem la grandezza, dopo averlo, forse, avvelenato. Ci penserà comunque il figlio Nerone ad abbattere, oltre alla madre, anche parte del Tempio per farci una fontana nell’ambito della Domus Aurea. Su tutte queste storie si sovrapposero alcuni secoli dopo i Passionisti. Che sono ancora lì. Del Tempio sono osservabili le fondamenta ed alcune colonne, sopra, la struttura medioevale dove a Vasco, già sufficientemente estasiato, segnalano anche la presenza di un rarissimo esempio di finestra pentafora. Si risale quindi la stradina, che tra alte mura di cinta esce su via della Navicella. Girando a sinistra si scende oltrepassando il piazzale dell’Ospedale Militare del Celio. Poco dopo si può pranzare sotto il pergolatino dell’Osteria Il Bocconcino.


Interno della Basilica di San Clemente
Dopo pranzo ci si dirige verso la Basilica di San Clemente, una delle più affascinanti di Roma, testimonianza delle prime fasi del cristianesimo, con nette influenze bizantine ed orientali, incluse targhe poste nel 1989 per rievocare la battaglia del Kosovo. Gli interni e soprattutto i sotterranei, svelano la trama della chiesa originaria più antica custodendo anche uno stupendo mitreo e affreschi che riportano le prime raffigurazioni simili a fumetti conosciute. Vasco è particolarmente colpito dal suono delle acque che scorrono in questi sotterranei come un ruscello che arriva chissà da dove, chissà da quando, chissà per dove, forse utilizzando, ancor oggi, le canalizzazioni delle acque per i laghi della Domus Aurea di Nerone.


Le antiche acque che scorrono nei sotterranei di San Clemente

Proseguendo in salita verso San Giovanni in Laterano sulla destra si raggiunge la Basilica dei Quattro Coronati, straordinaria chiesa-fortezza in posizione strategica in cima al Celio. Superando i diversi cortili del convento delle suore Agostiniane si può accedere, dando un’offerta alla suora nascosta dietro alla grata, da un lato ad una sala con un ciclo di affreschi raffiguranti il passaggio della proprietà di Roma da Costantino ai papi cristiani e, dall’altro, ad un magnifico e tranquillissimo chiostro medioevale cosparso di reperti romani. Ancora una volta Roma stupisce Vasco non solo per la straordinarietà delle sue testimonianze del passato ma anche per le modalità con cui queste si rivelano, oggi: un portone che dovrebbe essere chiuso ma che trova socchiuso, il rumore dell’acqua che scorre, gli occhi della suora di clausura che dal buio dietro la grata gli aprono le porte della storia. Numero di turisti incontrati nell’itinerario: meno di dieci.

Basilica dei Quattro Coronati - chiostro interno


Itinerario 2"Sull'Aventino"
Partenza alla mattina intorno alle 10,30 o alla sera intorno alle 17,30 da Piazza Ugo La Malfa si sale all’Aventino, si osserva la tranquilla zona residenziale e poi ci si dirige verso la Via di Santa Sabina, percorrendola tutta. Via di Santa Sabina è una delle vie più belle di Roma con una sequenza di interessanti chiese del primo cristianesimo (S. Sabina, S. Alessio, S.Anselmo), frequentate anche da strani credenti di culti mediorientali. Tra una chiesa e l’altra si può passeggiare in modo rilassato nei giardini che si aprono su Roma con una suggestiva vista dall’alto e godersi la vista in tranquillità su una panchina. Alla fine si arriva alla famosa Piazza dei Cavalieri di Malta dove, guardando dalla serratura del cancello, si vede la prospettiva che converge su San Pietro. Al termine della visita si ridiscende l’Aventino non per tornare in Parlamento ma per dirigersi verso il Testaccio alla ricerca dell’ultima Pajata.


Itinerario 3 "Caravaggio, Borromini e Gran Caffè"
Partenza di domenica alle ore 10,00 da Piazza Navona, Fontana dei Fiumi (sono finiti a inizio 2009 i lavori di restauro). Si raggiunge quindi S.Luigi dei Francesi con ben tre Caravaggio tra cui lo strepitoso la vocazione di San Matteo. Ci si gusta un gran caffè al Caffè Sant’Estachio (meglio quello della macchinetta di destra e, soprattutto, nessuno si azzardi a chiedere lo zucchero!). Poco dietro la piazza si visita Sant’Ivo della Sapienza confidando nella fortuna. Quindi si ritorna verso il Pantheon in modo da entrarvi tra le 12 e le 13 quando i giochi di luce creati dai raggi di sole che entrano nell’incredibile edificio creano una suggestione quasi inquietante e fanno sorgere domande quali: “come mai questo è l’unico edificio che ci è giunto integro dall’antichità?” o “davvero nessuno, neanche oggi, a duemila anni dalla sua costruzione, sarebbe in grado di edificare una cosa simile?”. Probabilmente pochi itinerari al mondo consentono la visione di tanti capolavori in poche centinaia di metri. Di certo da nessuna parte si può vedere in due ore così tanto spendendo così poco: zero, escluso il gran caffè (due euro).
Interno del Pantheon


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