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Ingresso del Wartburg, Eisenach, Turingia, Germania - 20 aprile 2015 |
Dopo aver
varcato il vecchio Innerdeutsche Grenze per
un breve giro in alcuni Ländern della Germania orientale Vasco
Cesana raggiunge Eisenach, una piccola cittadina della Turingia, nota per aver
dato i natali a Bach e per custodire uno dei castelli medioevali meglio
conservati d’Europa, il Wartburg. Vasco lo visita in una splendida mattina primaverile raggiungendolo a piedi dal
centro di Eisenach inerpicandosi per un buon tre quarti d’ora sul ripido
sentiero che lo porta alla fortezza.
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Lungo il sentiero per il Wartburg |
Lungo il sentiero una lunga teoria di
pannelli illustrano una serie di citazioni di Martin Lutero abbinate ad episodi
storici del periodo a cavallo tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, una trentina
d’anni dove nel mondo e’ successo di tutto. Gli suona sempre incredibile come
la storia dell’umanita’ riesca a subire delle accelerazioni improvvise in
brevissimo tempo alternati a lunghi, qualche volta lunghissimi, periodi di
stagnazione e regresso. Il luogo, si capisce, ispira Vasco. Nonostante il
fiatone. Anche per questo si ferma a meditare ripetutamente sulle citazioni di
Lutero: ad esempio “Die grosse Fische
sind im großen Wasser,
die gute Fische sind im kleine Wasser” (“i pesci grossi stanno nelle acque grandi, i pesci buoni
in quelle piccole”), in cui ci legge un significato “antipolitico”, oppure “Wenn Gott keinen Spaß verstünde, so möchte
ich nicht in den Himmel”, un motto che Vasco inconsapevolmente ha adottato
e che si sforza di trasferire in qualche modo anche nella vita lavorativa, fino
al celebre: “Das Leben ist ….nicht ein
Sein, sondern ein Werden ….” (“La vita non è …. un essere, ma un divenire”)
con cui, in poche, limpide, parole Lutero sancisce l’inizio dell’era Moderna. L’ultima
citazione annuncia la fine della salita: “Eine
feste Burg ist unser Gott” e, voilà, ecco apparire il Wartburg, che si erge imponente ed immutato sulle splendide distese
a perdita d’occhio dai boschi della Selva di Turingia.
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Il Wartburg |
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La Selva di Turingia fa da sfondo al Wartburg |
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All'interno delle mura: Ritterhaus e Burgvogtei |
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Il Palas del Wartburg, edificio romanico costruito intorno al 1150 |
Un Burg, un castello che, per tutta la sua
lunga storia a partire dall’anno mille, non è mai stato terreno di assedi e
battaglie ma un luogo di miti e di leggende, da quelle relative a
Sant’Elisabetta ai Minnesingers, le
epiche competizioni canore tra i cantanti medioevali riprese da Wagner nel “Tannhäuser”.
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I ritratti di Martin Lutero e della moglie Caterina opere di Lucas Cranach il vecchio in esposizione al Wartburg |
Nel corso dei secoli il valore simbolico del Wartburg si è
caricato di significati culturali e politici: qui venne nascosto, appunto,
Martin Lutero quando, dopo la scomunica papale, poteva essere, in base alle
leggi dell’epoca, ucciso a vista senza spiegazioni e, nella quiete della
fortezza, realizzò la prima traduzione in tedesco del Nuovo Testamento e
sviluppò le sue idee di riforma; qui si tenne nel 1817 la prima “Wartburgfest” dove si riunirono per la
prima volta 500 studenti “democratici” universitari per protestare contro la
politica reazionaria degli stati e principati tedeschi dopo la restaurazione
invocando l’unificazione degli stati tedeschi con la parola d’ordine “Onore,
Patria e Libertà”. Poi, stranamente, non
è stato toccato dalla seconda guerra mondiale, se si eccettuano un paio di
colpi d’artiglieria americani e la sparizione della collezione unica di armi ed
armature di personaggi storici custodita nel castello, ad opera, così dicono,
dell’Armata Rossa,
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L'austera camera dove Lutero ha tradotto il nuovo Testamento |
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Interni del Palas, Wartburg |
Le parti più interessanti del Wartburg
sono accessibili con visite guidate in tedesco (qualche volta anche in inglese)
che si succedono, a partire da aprile e fino a settembre, in modo continuo.
Nel
caso di Vasco la guida, che gli ricordava fisicamente ed anche per doti affabulatorie
l’attuale Presidente del Consiglio italiano,
era decisamente brava, anche con una dose di ironia non banale che non guastava. Notevoli la Elysabeth-Kemenate, anche se frutto di
ricostruzioni in epoca romantica e, probabilmente, la Saengersaal, la sala dei Minnesinger,
purtroppo in ristrutturazione.
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Particolare della Elisabeth-kemenate all'interno del Palas |
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La bandiera delle Wartburgerfest, rimasta al suo posto nella Festsaal di Wartburg |
La visita guidata termina nella
meravigliosa Festsaal. Il grande
salone è da centinaia d’anni oggetto di interventi e rifacimenti su indicazioni
di personaggi quali tra gli altri Goethe e Franz Liszt, che ha rivisto
personalmente l’acustica, ma la struttura fisica è rimasta la stessa nel corso
dei secoli. Vasco Cesana vi entra sulle note del Tannhäuser di Wagner. Sullo
sfondo l’aquila imperiale e Carlo Magno lo guardano. Con un brivido vede sopra
di lui aleggiare la bandiera originale della Wartburgerfest, la prima a riportare i colori nero, rosso e giallo come
simbolo unificante della Germania; davanti, le sedie d’epoca sono dispiegate
come se da un momento all’altro dovessero arrivare gli studenti della Urburschenschaft ad assistere magari sul palco all’inizio di
una Singerkrieg. Vasco sente
l’energia della cultura e della storia nell’aria. Forse la stessa percepita da
Goethe e molti altri prima e dopo di lui. Un’energia che le mura del Wartburg custodiscono gelosamente da secoli, ergendosi
a fortezza della cultura tedesca ed europea.
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La Festsaal del Wartburg, Eisenach, Turingia, Germania - 20 aprile 2015 |