
Risalendo Honshu in direzione della costa occidentale dell’isola Vasco Cesana e consorte visitano Aizu Wakamatsu. La cittadina è famosa in Giappone per le vicende dei samurai che avevano il loro baluardo nel castello di Tsuruga che ancor oggi torreggia non lontano dal centro di Aizu. Non è altrettanto famosa al di fuori del Giappone e ben pochi occidentali capitano da queste parti. Le indicazioni in caratteri latini cominciano qui a rarefarsi e Vasco deve iniziare a cercare di decifrare le indicazioni delle località dagli ideogrammi in giapponese. Un esercizi
Ad Aizu Vasco e consorte sperimentano due particolarità del viaggiare in Giappone che vanno tenute presenti quando si viaggia in località di provincia:
1) Pernottare in un “budget” hotel delle catene presenti in molte località del paese, in genere vicino alle stazioni. Ad Aizu Vasco pernotta al locale Toyoko Inn, prenotabile via Internet in inglese, che trova essere un buon esempio di razionalità ed economicità (circa €.60 la doppia) offrendo, in spazi ristretti ma dignitosi, tutto quello che serve al viaggiatore: micro bagno con doccia, postazioni internet gratuite, lavatrice ed asciugatrice, caffè ed acqua gratis, efficiente condizionamento.
2) Rimanere senza soldi. In Giappone, fuori dalle rotte più battute, è difficile cambiare o prelevare contanti: il pagamento con carte di credito non è diffuso e le carte non sono riconosciute dal 90% dei bancomat, con l’eccezione di quelli delle poste (aperti solo in orario d’ufficio) e di poche banche. Non esistono inoltre uffici cambio da nessuna parte e molte banche non cambiano valuta straniera. Necessario quindi premunirsi, soprattutto n
Girovagando per Aizu Wakamitsu nella tranquilla calura di una domenica pomeriggio agostiana Vasco arriva infine ai piedi della collina di limori yama, a circa un km dalla stazione.
Questo sacrificio inutile, ma intriso di ingenuo eroismo, colpì moltissimi negli anni successivi la nazione e Vasco si immagina ch

Arrivando al luogo del sacrificio dei Biakkotai Vasco viene assalito, nonostante la calura, da qualche brivido: i 19 giovani samurai sono lì, avvolti dal tranquillo verde della collina, allineati nelle loro tombe di pietra e uniti per sempre. Sul luogo aleggia la nube soffice e profumata degli incensi che, con atti di venerazione, vengono accesi in continuazione dai visitatori di oggi. Molti sono adolescenti come loro. Dietro, altre pietre ricordano altri giovani caduti non si sa bene in quali altre battaglie. Poco più avanti svetta una grande aquila di pietra che si appoggia su una colonna
Solo Vasco, in quanto unico visitatore italiano del luogo, forse da molto tempo a questa parte, magari dal 1928, può cogliere i significati storici della scritta: nella spiegazione in giapponese, stranamente tradotta in inglese, si fa riferimento infatti genericamente ad una colonna romana antica donata dai cittadini di Roma agli abitanti di Aizu, senza alcuna contestualizzazione storica…
Perdendosi nel pensare ai percorsi storici che hanno portato due culture così lontane ad incrociarsi nel XX secolo lasciando delle tracce proprio qui, Vasco si compiace del fatto che questa Aizu Wakamitsu, dietro le sue parvenze un po’ anonime, ne ha però di storie da raccontare…..
(segue)
