sabato 6 novembre 2010

Un bento box a 300 km/h: da Aamori a Kanazawa

Dallo Shinkansen per Tokyo Giappone, 20/8/2010

(segue “Alla scoperta dell’Honshu settentrionale, Giappone”)

Andare in treno da Aamori, nell’estremo nord dell’Honshu, a Kanazawa, nella parte centro meridionale dell’isola, è un po’ come andare, in Italia, dall’altoatesina Dobbiaco alla pugliese Peschici. Se fatto in treno, un tragitto che in Italia farebbe tremare i polsi anche al più affezionato dei clienti delle FS. In Giappone, invece, il percorso, che richiede oggi almeno quattro cambi di treni, può essere affrontato con un sereno approccio zen. Dal 4 dicembre 2010 inoltre, come pubblicizzato ovunque, Aamori sarà collegata con treni proiettile Shinkansen direttamente a Tokyo, cosa che modificherà di molto la fruibilità della parte più settentrionale dell’Honshu che ancor oggi risulta piuttosto decentrata. Vasco Cesana e consorte percorrono le tratte Aamori-Hachinohe, Hachinohe-Tokyo, Tokyo-Maibara, Maibara-Kanazawa partendo alle 9,46 ed arrivando a Kanazawa alle 18,53 esattamente all’ora prevista. I ritardi per tratta sono stati inferiori ai 5” (secondi) consentendo di prendere con assoluta tranquillità anche coincidenze con un intervallo di pochi minuti. Un servizio perfetto nel contesto di una profusione di inchini e sorrisi del personale di bordo e di una precisione maniacale nella pulizia, nell’assegnazione dei posti e nella organizzazione degli imbarchi. Sullo Shinkansen per Tokyo, guardando il paesaggio sfrecciare dal finestrino ad una velocità nell’ordine dei 300 km/h, Vasco scopre anche la bontà dei bento box venduti in carrozza: c’è perfino un nome apposito per questi pasti serviti sui treni, Ekiben, offerti in speciali contenitori tipici delle località attraversate nel quale vengono dispiegate con eleganza le specialità del posto. Un po’ come se, partendo da Dobbiaco, le FS servissero i canederli ed, entrando in Puglia, offrissero le orecchiette con le cime di rapa. Vasco assaggia così il Kokeshi-Bento, servito solo sugli Shinkansen in partenza da Morioka, lasciandosi affascinare dall’estetica golosa di questi cibi che viaggiano a 300 km all’ora ma che arrivano da tradizioni culturali e gastronomiche millenarie.
Stazione di Kanazawa (foto della consorte) 21/8/2010
Castello di Kanazawa 21/8/2010

Giardini di Kenroku-en Kanazawa, 21/8/2010

Monaci scintoisti in visita ai Kenroku-en (foto della consorte) Kanazawa, 21/8/2010
Kanazawa viene promossa dagli uffici del turismo locale come un esempio di mirabile integrazione, anche urbanistica, tra modernità e tradizione. Vasco trova che, per una volta, i messaggi di promozione turistica corrispondono alla realtà: i quartieri centrali moderni sono molto piacevoli, con ampi marciapiedi, viali alberati, panchine, insomma molto ben tenuti ed ospitali. L’esempio migliore di architettura moderna funzionale e gradevole è la stazione: un monumento alla razionalità ed alla comodità coniugato in un complesso esteticamente azzeccato. Dai binari si entra direttamente in una ampia area, con i servizi allineati a bar, negozi e ristoranti dalla quale si esce poi in una piazza dove troneggia un Tori stilizzato ed intorno al quale si sviluppano due cerchi dove si dispongono con ordine e cronometrico via-vai in uno i bus e nell’altro i taxi, con a lato una lunga fila di biciclette a noleggio ed intorno alla piazza hotel e shopping center. Le auto private sono praticamente scomparse da questo contesto urbano evoluto in quanto semplicemente inutili. I quartieri tradizionali, i tre quartieri delle geishe (Chaya-gai), quello dei samurai ed altri sono piuttosto piccoli ma molto ben tenuti.
A Kanazawa c’è anche uno dei tre giardini considerati più belli del Giappone il Kenroku-en, da visitare, preferibilmente non nei weekend, quando c’è molta gente. Pur essendo molto suggestivo secondo Vasco non raggiunge il fascino assoluto di alcuni giardini di Kyoto.
Ragazza in viaggio con topolino (foto della consorte) Kanazawa, 21/8/2010

quartiere di Higashi Chaya-gai (foto della consorte) Kanazawa, 21/8/2010

Anche questa volta a Kanazawa, come due anni prima a Kyoto, Vasco non riesce a vedere neanche una geisha. Non riesce neppure a cenare al ristorante Zeniya, uno dei più celebrati del Giappone, guidato dal noto cuoco Shinichiro Takagi. Un po’contrariato, Vasco si avvia in serata, insieme alla consorte, verso l’hotel. Casualmente, si imbattono, ormai non lontani dalla stazione, in una festa di celebrazione del tempio scintoista del quartiere, dove, unici occidentali, assistono ad una sfilata di donne in kimono che cantano accompagnate da flauti e delicate percussioni. Uno spettacolo di vero esotismo orientale. La moderna stazione è la, ma antiche note tradizionali echeggiano nell'aria umida di fine agosto. Le donne e le ragazze presto si sfileranno i loro kimono per rimettersi le loro minigonne ed abiti griffati. Ancora modernità e tradizione. Ancora fascino.

(segue)

Passeggiata serale per Kanazawa (video della consorte) 21/8/2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

vasco, non riesco a visualizzare il video!!?!?

a te funziona? anche andando su YT, dice "The URL contained a malformed video ID.".
boh fammi sapere che ripasso!!!

ciao
mdo ;-)