sabato 12 gennaio 2013

Genova a Capodanno

 
Genova: un "gozzo" di pescatori - 1 gennaio 2013
Vasco Cesana, pensando ad una possibile meta per passare il capodanno, si chiede: “dove trovare un posto non lontano ma interessante che non ho avuto ancora occasione di visitare?”, “come evitare le più affollate rotte turistiche  trovando una camera d’albergo senza problemi e prenotazioni all’ultimo dell’anno?”, “dove trovare diverse cose da fare senza programmi prefissati?”. La risposta che gli viene in mente è …. “ma certo, Genova!”. Vasco ci è passato diverse volte ma non gli è mai venuto in mente di fermarsi a visitare la città.  Come molti, anche lui è stato vittima di una sorta di “rimozione” della città dal novero delle mete possibili nonostante da essa passi una delle direttrici vacanziere più frequentate, quella verso le coste liguri. Eppure Genova non è stata una città così marginale nel corso degli ultimi 8-900 anni! Una certa attrazione per Genova per la verità Vasco la aveva avvertita non tanto in occasione delle sue uscite più o meno frequenti verso le località balneari della riviera ma girovagando per Istanbul e venendosi a trovare sulla torre di Galata, al centro di quello che ancor oggi viene chiamato là “il quartiere dei genovesi”, reminescenza di una presenza ed influenza che risaliva ai tempi dell’antica Bisanzio e che in effetti era estremamente ramificata in molti angoli del Mediterraneo ed oltre come, ad esempio, in Crimea. Genova ed i genovesi peraltro non si sono mai tirati indietro dal corso della storia e ne sono sempre stati protagonisti, a partire dalle Crociate passando per le Repubbliche marinare, il Rinascimento, il Risorgimento,  la Resistenza, l’industrializzazione e la post-industrializzazione. Senza dimenticare un certo Cristoforo Colombo.

 
Genova, vista del centro con in primo piano alcuni palazzi di via Garibaldi
 
Porto di Genova, il molo delle navi da crocera - 1/1/2013
Girando tra i quartieri e guardando la città dalla spianata del Castelletto, Vasco rileva come, sorprendentemente, tutte queste epoche storiche siano lì, visibili, quasi accastonate le une sulle altre, compresse dai rilievi alle spalle e dal mare di fronte, disposte ad anfiteatro seguendo il profilo del golfo: il porto antico, i cantieri navali, i moli delle navi da crociera ed i depositi di container, la lanterna, il centro medioevale con le sue torri e chiese, i palazzi rinascimentali ed umbertini, le costruzioni e le strade degli anni 60 e 70, gli edifici e le opere architettoniche degli anni ’90 e oltre.
Una conformazione del territorio che, oltre ad essere naturalmente bella, rende possibile questa “leggibilità” della storia negli insediamenti laddove, in altre città, questi si distribuiscono su spazi diversi e dispersi sul territorio. Oppure si sedimentano le une sulle altre, cancellando le precedenti. In qualche caso magari si conservano integre  o vengono ricostruite più o meno bene. Il tutto, a prima vista, e questa è l’impressione che molti hanno passando distrattamente dalla città, può dare una sensazione di confusione o di dis-armonia. Vasco però  trova questa superficiale confusione piuttosto affascinante: come se Genova non volesse buttare via niente della sua storia… perfino la sopraelevata che costeggia il porto ferendone in modo brutale la continuità con i  quartieri centrali è testimonianza di un’epoca, quella della fase finale del boom economico italiano degli anni 60, quando lo sviluppo impetuoso richiedeva soluzioni veloci senza farsi troppi problemi. Anche le infrastrutture portuali industriali, più o meno in funzione o magari abbandonate, sono in continuità con i quartieri abitativi e circondano l’antico porto della Repubblica marinara che, in parte, è ancora lì, costretto a convivere con i panfili miliardari e le architetture post moderne di Renzo Piano.
Spianata del Castelletto, Genova - 31/12/2012,
 
Via del Campo, Genova - 31/12/2012
Appena dietro, passeggiando, Vasco viene a trovarsi nella famosa ed anche un po’ famigerata zona di Pre’, dove i carrugi e le alte case spesso trasandate creano un effetto di “kasbah” molto “mediterranea”,  oggi multietnica e forse poco genovese ma che lui trova intrigante, esibendo tutti i segni dei suoi tanti anni e, proprio per questo,  “vissuta”, non “sterilizzata”,  testimone di una globalizzazione fatta da uomini (e da donne) e non da  griffe commerciali. Girando l’angolo dopo una serie di viuzze Vasco poi si viene a trovare in tutta un’altra dimensione ed epoca storica: quella del Rinascimento e dei palazzi delle famiglie patrizie genovesi cosiddetti dei “Rolli” cioè atti per la loro sontuosità ad ospitare delegazioni e visite di stato, disposti lungo via Garibaldi e recentemente inseriti nei patrimoni UNESCO. Più avanti invece incontra la zona “Umbertina” post-risorgimentale. Riscendendo invece verso il porto, incrocia alcuni degli angoli più belli della città, come la Cattedrale di San Lorenzo e la piazza San Matteo racchiusa dai palazzi dei Doria.    
Palazzo della Borsa in Piazza De Ferrari
 
Passeggiando per il centro di Genova - 1/1/2013
 


Porta Soprana lungo la cinta muraria del XII secolo, Genova - 1/1/2013


Piazza Dante, Genova - 1/1/2013
 
Carrugi e portali, Genova - 1/1/


Genova in effetti offre molte cose da vedere e fare. A parte l’Acquario, che Vasco e consorte non avevano voglia di vedere, come grande e storica città offre un nutrito pacchetto di visite museali e di mostre temporanee ben organizzate e di agevole fruizione. In occasione di San Silvestro, ad esempio,  il Palazzo Ducale è rimasto aperto fino alle 2 di notte e Vasco e consorte hanno iniziato l’anno visitando la mostra allestita per Mirò e, soprattutto, l’eccellente esposizione delle opere di Steve McCurry, con i suoi magnifici ritratti fotografici, in particolare quelli ripresi in India, Birmania ed Afghanistan.
Via San Lorenzo, Genova - 31/12/2012

Cattedrale di San Lorenzo, Genova - 31/12/2012

Il Bigo di Renzo Piano nel porto antico di Genova - 31/12/2012

Taglio di farinata presso San Lorenzo, Genova - 31/12/2012
E’ sempre piuttosto problematico,  quando si viaggia  in occasione delle festività, trovare la “giusta” soluzione per soddisfare l’appetito: da qualche anno Vasco ha abolito, quando si trova in giro, i “cenoni” di fine anno ed adottato la politica del digiuno virtuale. Traduzione genovese di questa politica:  niente cena, bottiglia di buon Champagne portata da casa, assiettes a volontà di focaccia, focaccia al formaggio, focaccia alla cipolla, farinata, pizza margherita, pizza alle acciughe e, come dolce, una decina di baci di dama. Il tutto in parte degustato per strada ed in parte nella camera d’albergo ascoltando il discorso del Presidente Napolitano. Naturalmente Vasco non poteva planare a Genova senza soddisfare la voglia di focaccia che lo assale in modo irresistibile ogniqualvolta scollina i Giovi od il Turchino. La buona notizia è che, a Genova, anche nel tardo pomeriggio di San Silvestro, si trova ancora qualche panetteria o rosticceria aperta dove approvvigionarsi. Il livello qualitativo si è dimostrato comunque sempre più che soddisfacente, anche se forse alcune delle panetterie migliori erano già chiuse. Buona comunque anche la focaccia e la farinata della rosticceria sulla viuzza a destra di San Lorenzo aperta ancora in tarda serata. In generale la focaccia genovese è piuttosto bassa, gradevolmente unta ed appena croccante con discrete variazioni da un posto all’altro ed anche rispetto ad altre località della riviera. La focaccia al formaggio è sempre gustosa ma non raggiunge i vertici di eccellenza assoluta della sua capitale intergalattica: Recco e la vicina Camogli. La pizza in Liguria lascia Vasco sempre un po’ interdetto: la mangia comunque per golosità ma non lo convince mai completamente, a parte forse spostandosi verso ponente dove progressivamente entra nell’area geopolitica della pissaladiere. Genova certamente offre dal punto di vista gastronomico molto più della focaccia e la cucina ligure è da sempre una delle preferite di Vasco, fin da quando ancora bambino azzerava nelle trattorie del ponente enormi marmitte di ravioli alla borragine, lasciando attoniti i suoi familiari e pure le cameriere che lo guardavano quasi spaventate.

Boccadasse, Genova - 1/1/2013

Ma Capodanno, anche qui, non è la giornata giusta per chiudersi in ristorante e Vasco e consorte preferiscono dedicare le ore migliori del giorno a proseguire la visita della città. Capitano infine in uno dei luoghi più sorprendenti di Genova, nascosto dietro un promontorio lungo la strada per Nervi prima di Quarto (anche qui un pezzo di storia d’Italia…) che pochi conoscono, a parte chi frequenta Genova ed il Commissario Montalbano nelle rare volte in cui va a trovare la sua fidanzata: Boccadasse. Una specie di piccolo paesino ligure tradizionale incastonato in una baia con la sua spiaggetta di ciottoli e le sue barchette, le sue case dai colori vivaci e le onde che si infrangono sulla scogliera. Un altro magnifico tassello  incastonato nel caleidoscopio poliedrico del capoluogo ligure.

Acciughe fritte, Genova -1/1/2013 
Inaspettatamente, Vasco poi ha modo di mangiarsi a Boccadasse qualcosa alle 15,30 del 1 gennaio, quando ormai si era rassegnato a non dare sollievo ai morsi della fame che lo attanagliavano dopo il digiuno virtuale di San Silvestro.
Stoccafisso in brandacujun
La gentilissima proprietaria della Trattoria “Da Osvaldo” gli fa preparare un ottimo piatto di acciughe fritte come entrèe  e poi Vasco si degusta uno dei piatti liguri più tradizionali: lo stoccafisso a brandacujun qui preparato in modo veramente gustoso. Vasco nell’accompagnarlo con un buon bicchiere di Vermentino delle Cinque Terre, lo sente liberare nel palato la sua delicatezza di pesce del nord, pescato ed essicato alle Lofoten, arrivato  qui grazie alle antiche rotte commerciali che legavano le città anseatiche alle repubblica marinare italiche ed accolto in Liguria con tutti gli onori e le attenzioni dai pinoli, dalle spezie e da uno dei migliori oli d’oliva del mondo. Buon anno, vecchio Stockfish, ci rivediamo a Genova!      
Genova a Capodanno  - 1 gennaio 2013

 

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