martedì 8 marzo 2011

Aggiornamenti alla classifica delle Trattorie di Roma

Navigando sul web si trovano molte recensioni e commenti sulle trattorie romane, molto spesso del tutto contrastanti. Per chi è alla ricerca di qualche spunto per qualche buon indirizzo, va tenuto presente che il punto di vista dei romani, specie se gourmet o aspiranti tali, tende a divergere da quello dei non romani: per i romani diversi posti tradizionali sono “scontati”, “non più come una volta” e magari un po’ superati. Per i non romani invece l'attrattiva principale sono proprio i posti tradizionali, non troppo creativi, possibilmente a prezzi non rapaci in ambienti caratteristici. Vasco Cesana, che non è romano ma ha vissuto a Roma per qualche tempo, si colloca al confine tra questi due punti di vista: tendenzialmente quando ha occasione di mangiare a Roma, ora che ci capita più saltuariamente, sente ancor più il bisogno di appagare il suo appetito con i piatti della tradizione popolare e popolana romana. Trovare luoghi veramente genuini per chi si trova a Roma di passaggio non è però così facile, anche perché nei buoni indirizzi si fa molta fatica a trovare posto. Ecco comunque le sue valutazioni su alcune delle trattorie, piuttosto note ai romani e meno ai non romani, che ha avuto recentemente occasione di provare, che si vanno ad aggiungere a quelle precedentemente censite nella classifica di Vasco Cesana delle trattorie di Roma il tutto sempre applicando il suo personale e del tutto soggettivo "sistema" di classificazione.

Sora Margherita (Piazza delle cinque Scole-zona Ghetto), PRO-ASS
Si cena, meglio se con prenotazione, in due turni, alle 20,00 ed alle 21,30 con procedura d’accesso a chiamata dal portoncino sulla piazzetta defilata per ottimizzare l’afflusso-deflusso nella piccola sala. Tavolini stretti con tovaglie e menu di carta che danno una sensazione conviviale familiare. Vasco apprezza l’acqua minerale servita, la non comune Sanfaustino. Ottimo inizio con il Carciofo alla Giudìa, un vero must della cucina romana, qui fatto alla perfezione. Buoni i tonnarelli cacio e pepe su letto di ricotta che Vasco metterebbe al 3° posto tra quelli provati a Roma mentre ha trovato più interessanti quelli al ragù, caratterizzati da un sapore antico ed avvolgente. Un po’ forte e poco armonico il tortino di aliciotti ed indivia assaggiato come secondo ma veramente ottimo l’abbacchio invitante offerto dal tavolo delle vicine (come detto il posto favorisce la convivialità). Finale dal sapore casalingo con una gradevolissima torta di ricotta e visciole. Cena completa con vino della casa sui 30 Euro. Un altro buon indirizzo romano. (2/2010)

La Montecarlo (vicolo Savelli 13 – zona Navona-C.so Vittorio Emanuele), PRO-SEC
Pizzeria/Trattoria imparentata con “Baffetto” con la quale ha in comune i piatti d’acciaio, le tovaglie di carta e le pizze “alla romana”, basse e croccanti. I fritti assaggiati da Vasco come antipasto erano “seriali” e da evitare mentre la carbonara era decisamente buona. Porzione molto abbondante: Vasco ha fatto quasi fatica a finirla, cosa per lui del tutto anomala. Grazie alla velocità (esagerata) del servizio vi si trova posto abbastanza in fretta e proprio per questo è un posto da provare se capita, quando magari si è in giro per il centro e si vuole mangiare qualche pasta o pizza romana fatta bene senza troppo impegno. Conto sui 20 euro incluso il vinaccio bianco della casa. (5/2010)

Osteria Dal Paino (via di Parione 34 – zona Piazza Navona), PRO-SEC
Sempre in zona Navona, e sempre imparentata, a quanto pare, con “Baffetto” e “La Montecarlo”, l’Osteria/Pizzeria Dal Paino offre qualche confort in più, come alcuni posti all’aperto sotto un gazebo su una stradina. Vasco l’ha provata in occasione di una colazione di lavoro. Per restare leggero, ha provato, dopo la pizza bianca servita come aperitivo, un succulento piattone di gnocchi all’amatriciana: ben fatti, golosi e soprattutto tanti. Con effetti devastanti sulla produttività post-prandiale. Naturalmente con la pizza bianca avanzata ha poi lucidato il grande piatto. D’altra parte cosa sarebbe l’amatriciana senza la scarpetta? (4/2010)

Trattoria Da Felice (via Mastrogiorgio 29 – zona Testaccio), PRO-SEC
Dopo vari tentativi, in una serata infrasettimanale novembrina, Vasco è riuscito a provare questa che è una delle trattorie storiche del Testaccio, che mantiene una solida reputazione nel panorama romano e non solo. Interni curati, con sano equilibrio tra arredi e ambientazione “da trattoria” in chiave moderna. Non poteva non provare i tonnarelli cacio e pepe, considerati tra i migliori di Roma, mantecati al tavolo: molto buoni ma, secondo Vasco, forse troppo carichi di pecorino. Li metterebbe al 2° posto tra quelli provati, dopo quelli della meno rinomata ma sublime in alcuni piatti “Vecchia Roma” di via Leonina. Non lo hanno impressionato particolarmente i secondi provati, sia il polpettone che le polpette, mentre gli è stata segnalata da fonte affidabile come eccellente la coda alla vaccinara. Carta dei vini con molti produttori interessanti del centro Italia a prezzi onesti anche se con qualche incertezza sulle annate nella presentazione. Costo che si avvicina ai 50 Euro su tre portate includendo caffè ed ammazzacaffè, questi ultimi troppo cari. Da provare. Se capita. (11/2010)

Trattoria Betto & Mary (via dei Savorgnan 99 – zona Torpignatara), PRO-SEC
Luogo molto pittoresco con insegne interne caratteristiche, alcune residuo della conduzione originaria di qualche anno fa ed altre più recenti, come il simpatico divieto di fumare “Nun ce fanno più fumà”. Troneggia nel locale una grande griglia con calde ed invitanti braci. Scelta di piatti molto ampia e sciorinata velocemente dal gestore. Vasco suggerisce di evitare gli antipasti per concentrarsi sulle paste, in particolare la specialità della casa, la gramiccia, declinata nelle diverse specialità romane e sui secondi. Molto invitante la carbonara ed interessante la gramiccia con sugo di animelle e carciofi, poco convincente invece l’amatriciana. Tra i molti secondi Vasco ha trovato decisamente buona la pajata servita come assaggio con i secondi e discreta la coda. Questo è stato finora l’unico posto dove Vasco ha assaggiato la variante romana dei cantuccini con il vin santo, le ciambellette con la fresca e popolana romanella, un modo gradevolissimo di finire il pasto, accompagnato anche da un conto non troppo carico, sui trenta euro. Da provare se capita, anche per dare un’occhiata alla zona intorno, decentrata ma non lontana da Porta Maggiore: uno strano agglomerato di case basse più o meno rimaneggiate ed ampliate che danno uno strano ma a suo modo suggestivo effetto di essere in un luogo sospeso, a metà tra un insediamento abusivo ed un tranquillo (a parte il traffico ferroviario a fianco) villaggio mediterraneo. Sospeso non si sa per quanto nelle pieghe dell’Urbe. (2/2011)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono stata la settimana scorsa alla Vecchia Roma e i tonnarelli sono sempre ottimi!

Trivago ha detto...

Anche io ho cenato alla trattoria Vecchia Roma di Via Leonina (fermata metro Cavour, raggiungibile a piedi da Termini) e ne sono rimasta entusiasta, cucina fantastica, ambiente molto friendly e prezzi onestissimi. Se i romani preferiscono la cucina fusion... io da turista ho apprezzato la tradizionale