giovedì 29 dicembre 2011

Escursioni in Libano: da Beirut a Baalbek passando per Aanjar


Colonne del Tempio di Giove Eliopolitano - Baalbek, Libano, 10 agosto 2011
Le ridotte dimensioni del Libano consentono, con escursioni in giornata da Beirut, di visitare buona parte dei luoghi più interessanti del paese. Una delle escursioni più avvincenti è quella a Baalbek, ad una settantina di km da Beirut. Lasciando la città si sale sul Monte Libano percorrendo la Beirut-Damasco, strada di grande traffico e grandi traffici. Le pendici del Monte sono punteggiate in modo invasivo da abitazioni e palazzi, alcuni dei quali adibiti a residenze estive di Emiri e dignitari dei paesi del Golfo, che vengono qui alla ricerca della frescura delle alture mediterranee. Poi, finalmente, gli insediamenti si diradano e la strada discende nella fertile, fin dai tempi dei romani, valle della Bekaa, allora granaio dell’Impero ed oggi ancora importante zona di produzione ortofrutticola, incluse varietà di “verdure” libanesi un po’ particolari.. 

Campi coltivati nella valle della Beeka - Libano, 10/8/2011

La valle è in parte controllata da Hezbollah, soprattutto intorno a Baalbek, dove nel 2006 vi furono estesi bombar-damenti israeliani incluso un attacco all’ospedale dove si pensava fossero custoditi i soldati rapiti nell’azione che aveva dato avvio ai combattimenti di quell’anno. Anche qui comunque non si è in una situazione monoculturale, infatti lungo la strada si incontrano anche villaggi e chiese cristiane. Molto forte è la presenza armena, in particolare nell’area di Aanjar, con i rari resti conservati di una città dell’epoca omayyade (ca.700 dc). Il luogo affascina molto Vasco Cesana: le solitarie rovine spiccano in una limpidezza assoluta, rivelando le trame architettoniche di un’epoca ancora incerta tra elementi arabi e bizantini, tra storia antica e medioevale, tra oriente ed occidente; in giro: nessuno. Fuori dall’area archeologica un nerboruto rappresentante in bandana di non si sa quale comunità sorseggia una limonata a bordo di un moderno mezzo ATV con allestimento tattico: i portaoggetti configurati non sembrano fatti per portare la spesa ma inequivocabilmente mitragliatori e lanciagranate. La storia contemporanea veglia sulla storia antica. Le incertezze dell’epoca omayyade sono ancora tutte lì. 

Lungo il Cardo Massimo di Aanjar - Libano, 10/8/2011

Gran Palazzo del Califfo, Aanjar - Linao, 10/8/2011
  

Grande Moschea nell'abitato di Baalbek - Libano, 10/8/2011
La strada fino a Baalbek è contrassegnata da manifesti ed insegne propagandistiche di Hezbollah. Nei campi a fianco lavorano, da tempo immemorabile, gli zingari che allestiscono qui i loro accampamenti nomadi nelle stagioni del raccolto. Qua e la qualche chiesa cristiana fa capolino mentre poco prima della zona archeologica di Baalbek spicca la grande moschea blu della città.


La base del tempio di Giove a Baalbek - Libano, 10/8/2011


Per una visita non affrettata delle rovine dell’antica Heliopolis o Città del Sole sono necessarie almeno due ore. Il sito è veramente impressionante: le colonne del tempio di Giove Eliopolitano sono enormi e l’intero complesso racchiude in sé una serie di stili e disposizioni particolari che risalgono alle origini perse nel tempo di quando il luogo iniziò ad essere di culto e dedicato alla devozione al dio Baal oltre 4000 anni fa. Nel corso dei secoli le pratiche ataviche sembra che siano proseguite venendo inglobate ed aggiornate nei nuovi culti delle dominazioni delle diverse epoche, prima con la conquista da parte di Alessandro Magno il quale attribuì alla città il nome di Heliopolis e poi dai romani che reintitolarono il tempio a Giove facendone uno dei più grandi, forse il più grande, dell’Impero a dimostrazione della loro potenza in questa irrequieta area di confine. Come per altri templi dell’antichità anche per il complesso del tempio di Baal-Zeus-Giove si sono dispiegate le più svariate interpretazioni sulle sue origini. Rimane il fatto che le analisi svolte dall’archeologia ufficiale fanno fatica a spiegare come siano state preparate e trasportate le immense lastre di pietra alla base del tempio. Le più grandi pietre lavorate intere della storia dell’umanità. Si dice. Ammesso che quelli che le lavorarono fossero veramente umani.


Le Esedre del Grande Cortile del tempio di Giove, Baalbek


Le teste di leone e di toro ornavano il perimetro del Tempio di Giove
Se del grande tempio di Giove, a parte i propilei e le grandi corti rituali, non rimangono ora in piedi che sei colonne (al netto anche di quelle che sono state trasportate a Bisanzio per la costruzione di Santa Sofia) il tempio di Bacco si presenta straordinariamente integro e quasi intatto. Le iscrizioni ed i fregi all’interno del tempio sono densi di simboli che rimandano ai Baccanali, con immagini della vite, dell’oppio e di ragazze discinte che seguivano i precetti del culto di Bacco, divinità che suscita sempre un certo interesse in Vasco Cesana. Altrettanto ben conservato ed integrato in epoca bizantina con una chiesa intitolata a Santa Barbara è il tempio di Venere che completa, dall’altro lato degli scavi, la cosiddetta Triade Eliopolitana: Giove, Bacco e Venere, che, rielaborando elementi degli antichi culti di Baalbek di epoca pre-romana, si diffuse come culto mistico in diverse parti dell’Impero.


Base del tempio di Giove con i giganteschi blocchi di pietra - Baalbek, 10/8/2011

Particolare dei fregi del tempio di Bacco raffiguranti Viti ed Oppio - Baalbek, 10/8/2011

Molti viaggiatori del '800 hanno lasciato i segni della loro visita a Baalbek, qui in evidenza le firme del noto  viaggiatore spagnolo J.V.Abargues e di G. Pascoli - Baalbek, 10/8/2011


Per rientrare a Beirut, nel tardo pomeriggio, ci vogliono circa due ore. Secondo Vasco Cesana l’escursione a Baalbek non presenta attualmente problemi di sicurezza ma, anche per una maggiore conoscenza della reale situazione in loco al momento dell’escursione, lui consiglia un tour organizzato. Vasco consiglia anche di tenere conto delle impressioni di un altro grande viaggiatore, Alessandro Magno, che per primo notò la straordinaria luminosità di quella che avrebbe chiamato la Città del Sole: portare il cappellino!  


Baalbek, Libano, 10 agosto 2011







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